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Lazio. Inaugurato nuovo centro di Cardiochirurgia robotica al Campus Bio-Medico

di Giovanni Rodriquez

Nato da una collaborazione con il S. Camillo di Roma e il Lenox Hill Hospital di New York, il centro punta a un posizionamento nazionale e internazionale, anche per la formazione. Polverini: “Sarà polo di riferimento per tutto il Centro sud”.

08 NOV - È stato inaugurato oggi a Roma, alla presenza della governatrice della Regione Lazio, Renata Polverini, il nuovo centro di Cardiochirurgia robotica del Campus Bio-Medico, frutto della collaborazione con l’Azienda Ospedaliera San Camillo di Roma e il Lenox Hill hospital di New York. La nuova struttura, novità assoluta in ambito assistenziale per il Centro-Sud Italia, mira a diventare un polo di eccellenza a livello nazionale ed internazionale, oltre che un’importante centro di formazione per l’utilizzo del robot “da Vinci”. Grazie alla doppia console di comando, infatti, caratteristica peculiare del robot, sempre più cardiochirurghi potranno formarsi sul campo, sia seguendo i movimenti del chirurgo 'tutor' dalla seconda postazione, sia intervenendo direttamente sul paziente, sempre con la garanzia di mani esperte pronte ad assumere il comando dell'operazione dalla secondo console, in caso di necessità.
Il robot “da Vinci” verrà utilizzato in cardiochirurgia per interventi sulla valvola mitrale, per chiusura di difetti del setto interatriale e per l'asportazione di tumori cardiaci dell'atrio. In prospettiva potrà intervenire anche per l'impianto di bypass aortocoronarico, che rappresenta quasi il 60% degli interventi di cardiochirurgia. Con il progredire della tecnologia, inoltre, si avvicina anche l'obiettivo di interventi a cuore battente.

I vantaggi del chirurgo-robot sono molti: interventi meno invasivi e con minor perdita di sangue, conseguente ridotto trauma dell'organismo e rischio di complicanze post-operatore, una maggiore rapidità di guarigione. Rispetto la chirurgia tradizionale, il robot permette in più di raggiungere il cuore senza operare l'apertura dello sterno. Gli strumenti operanti montati sui bracci hanno, infatti, un diametro compreso tra i 5 e i 12 millimetri e vengono introdotti nel corpo del paziente attraverso un'incisione sottomammaria di soli tre centimetri. Si azzerano così i rischi d'infezione dello sterno ed è eliminato il trauma di vivere con vistose cicatrici. Il costo del robot è di circa 2 mln di euro, stanziati dal Campus Bio-Medico.

“Si tratta di una struttura che ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento non solo per la Regione Lazio, ma per tutto il Centro Sud - ha spiegato la governatrice regionale Renata Polverini - ponendosi come fulcro sia per la formazione che per l'attività clinica”.
“È un anno e mezzo che mi confronto con tanti problemi in sanità, problemi che non sono solo di natura finanziaria - ha precisato – si sono poi mostrati nei fatti scettici o restii ai tentativi di cambiamenti. Ho incontrato tanto scetticismo, ma ho inconrtato anche tante persone ‘perbene’ – ha proseguito - che vogliono che tu insista in quella direzione, ed oggi dei risultati importanti li portiamo a casa”.
“Quello che presentiamo oggi - ha aggiunto Polverini - è il secondo strumento nel nostro Paese, uno è già presente al Nord. Grazie a questa collaborazione mettiamo in campo eccellenze che potranno creare dei link anche con altre Regioni o Paesi”.

Presente alla conferenza stampa anche il direttore generale del San Camillo, Aldo Morrone, che, parlando della collaborazione con il Campus Bio-Medico, ha sottolinrato come questa “esprime la capacità delle due strutture di curare patologie complesse con tecnologie di eccezionale valore scientifico, mettendo al servizio dei cittadini del Lazio le migliori prestazioni sanitarie a livello nazionale e internazionale”. “Solo mettendo in comune competenze, professionalità e risorse – ha concluso - possiamo offrire un servizio migliore”.

L’importanza didattica di questa nuova tecnologia, infine, è stata evidenziata dal presidente del Campus Bio-Medico, Paolo Arullani: “Questa è l'unica struttura che ha un robot a doppia console adatto alla didattica. Si tratta di un punto importante che riguarda l’umanizzazione delle cure, non a caso – ha concluso - il nostro motto è: ricerca per l'uomo e non sull'uomo”.
 
Giovanni Rodriquez

08 novembre 2011
© Riproduzione riservata

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