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Lombardia. Riforma cronicità, Gallera replica a MD e Snami: “Nessuna minaccia, ma rigore contro le posizioni pregiudizievoli”

di Lucia Conti

Medicina Democratica e Snami tornano ad attaccare la riforma regionale per la gestione delle cronicità e alcune dichiarazioni dell’assessore che ha minacciato di sospendere la convenzione ai medici che contrasteranno la riforma. Ma da Gallera nessun passo indietro: “Il medico può non condividere personalmente la riforma, ma ha il dovere di informare in maniera puntuale, corretta e obiettiva, i pazienti. Agiremo con la massima fermezza nei confronti dei medici che contravverranno a questo dovere”, ci ha detto in questa intervista

02 NOV - Ancora polemiche, in Lombardia, tra una parte della componente medica e l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, sulla riforma regionale sulle cronicità. Oltre ai dati sulle adesioni dei medici al nuovo sistema o sui rischi per medici e pazienti, al centro delle critiche ci sono stavolta alcune dichiarazioni dell’assessore, che ha minacciato la sospensione della convenzione per i medici che ostacoleranno la riforma. Dichiarazioni alle quali hanno replicato Medicina Democratica e Snami, accusando Gallera di volere intimidire i medici e, addirittura, di dire cose false. Ma in questa intervista a Quotidiano Sanità, l’assessore conferma le sue parole.

Assessore Gallera, Medicina Democratica ha duramente contestato le sue dichiarazioni affermando che fossero false e intimidatorie, minacciando anche di denunciarla. Vuole chiarire o precisare qualcosa rispetto a quanto precedentemente dichiarato al Corriere della Sera?
Non c’è nulla di falso in quello che ho detto. L’unica cosa da precisare è che Medicina Democratica è un’associazione di medici che fa politica, come si evince dal nome stesso dell’organizzazione e dal fatto che a guidarla sia l’ex onorevole di Rifondazione Comunista, politico militante, Vittorio Agnoletto. Le loro posizioni sono di natura squisitamente politica, pregiudizievoli e non sempre esatte. Per fare un esempio, non è assolutamente vero che i set di riferimento previsti dalla riforma sono gabbie inviolabili. Rappresentano delle indicazioni di base importanti, che derivano da un’attenta analisi scientifica, ma questo non esclude la possibilità per il medico di prescrivere nell’ambito del Pai (Piano assistenziale individualizzato), motivandole, ulteriori prestazioni di cui ritenga che il cittadino abbia bisogno.

Ha minacciato sanzioni, fino alla sospensione della convenzione, nei confronti dei medici che scoraggeranno i pazienti ad aderire alla riforma. Una posizione contro cui si è levato anche lo Snami…
Va anzitutto ribadito che i medici e i cittadini sono invitati ad aderire alle nuove opportunità previste dalla riforma ma liberi di non farlo. Questa libertà di scelta è prevista dalla delibera stessa e per noi è un valore importante. Dunque, nessuna forzatura da parte della Regione. E’ un aspetto che va evidenziato in quanto c’è molta differenza tra costringere qualcuno a fare qualcosa e impedire a qualcuno di ostacolare la libertà degli altri. Di questo stiamo parlando: noi non costringiamo nessun medico o cittadino ad aderire alla riforma, ma saremo rigorosi nei confronti di quei medici che cercheranno di ostacolarla invitando il cittadino a rifiutarla a priori.

Fino alla sospensione della convenzione?
In tutti i modi previsti, fino anche alla sospensione della convenzione. Questo perché il medico di medicina generale non è un libero professionista a tutti gli effetti, ma esercita nell’ambito di un rapporto di para subordinazione con il Servizio sanitario regionale ed è retribuito con soldi pubblici sulla base di un Accordo collettivo nazionale. Il medico, dunque, può anche non condividere personalmente le scelte della Regione sul sistema sanitario regionale, ma non può non rispettarne le regole, se vuole lavorare in convenzione con esso. E ha il dovere, previsto dalla convenzione nazionale, di informare in maniera puntuale, corretta e obiettiva, i pazienti.
Questo, ribadisco, non significa che il medico non possa criticare la riforma, ma non può escludere al cittadino la possibilità di scegliere autonomamente sulla base di una descrizione chiara e priva di pregiudizi. Quindi confermo quanto detto: agiremo con rigore assoluto e fermezza massima nei confronti dei medici che contravverranno ai propri doveri di informazione corretta e obiettiva. Saremo inflessibili.
Peraltro, in questo contesto, vorrei ricordare a Medicina Democratica che le delibere articolano quanto precedentemente previsto dalla precedente legge del 2015, quindi la legge c’è.

La riforma ha fin dall’inizio scatenato forti polemiche da parte di alcune componenti della medicina generale. Oggi lo Snami chiedeva di “sedersi intorno ad un tavolo per produrre un progetto di gestione della cronicità che sia realmente gradito a Medici e Pazienti e quindi che sia concretamente attuabile”. Lei sarebbe disponibile?
Un confronto sulla riforma con i medici c’è sempre stato, fin dallo scorso dicembre, e continuerà ad esserci perché è un percorso che va realizzato insieme. Per questo mi stupiscono le parole dello Snami e invito il suo segretario nazionale, Angelo Testa, a venire a Milano per conoscere meglio la nostra riforma e come l’abbiamo costruita.
Credo sia la prima volta che un provvedimento sia stato oggetto di un confronto così tanto serrato con le tutte le parti prima della sua approvazione da parte della Giunta, come dimostrano i verbali e le convocazioni degli Ordini, dei sindacati, della sanità privata e delle componenti coinvolte.
Mesi di lavoro nel corso dei quali i documenti sono stati approfonditi e anche modificati in base alle osservazioni fatte dalle parti che sedevano al tavolo di confronto. Un confronto che ha portato il 48% dei medici lombardi ad aderire da subito con entusiasmo alla proposta, con punte altissime in alcune aree territoriali fino al grande consenso dell’Ats Valpadana con il 79%. Una quota di adesione che, peraltro, mi auguro possa ulteriormente crescere, con l’adesione anche di quei professionisti che oggi hanno qualche dubbio o che non hanno il tempo di approfondire le delibere, e che ci auguriamo possano essere convinti della bontà della riforma nel corso del primo anno di entrata a regime.
Non capisco davvero come si possa parlare di riforma non condivisa o lesiva delle prerogative previste dall’Acn dei medici, che sono assolutamente garantite tanto che sono state tutte respinte le richieste di sospensiva presentate da alcune organizzazioni.

Quindi, al di là delle polemiche, non è preoccupato per la riforma?
Non per quanto riguarda il consenso che ha ricevuto da parte dei medici. E non solo. Si tratta di una riforma altamente innovativa che viene vista con interesse anche al di fuori della Lombardia.
Poi, ovviamente, il percorso è appena iniziato, sarà lungo e non sarà semplice, e andrà costruito insieme alle componenti che hanno aderito e aderiranno alla nostra proposta e a cui spetterà di metterla in pratica. Da parte della Regione c’è la piena disponibilità al confronto e anche a modificare e specificare le delibere già approvate se servirà a migliorarle. Ma rifiuteremo e contrasteremo ogni posizione prevenuta contro la nostra volontà di innovare il sistema a vantaggio della salute del cittadino.
 
Lucia Conti

02 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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