Ticket. Toscana, Emilia Romagna e Umbria li rimodulano secondo il reddito
Dopo il no del Governo di ieri le tre regioni ‘rosse’ decidono per la rimodulazione dei ticket in base al reddito. Attraverso un’autocertificazione, dichiarazione dei redditi o la presentazione del modello Isee verranno applicate delle forme di compartecipazione su specialistica, farmaceutica e libera professione. In ogni caso le Regioni continueranno a premere sul Governo per la copertura del ticket.
04 AGO - Toscana, Emilia Romagna e Umbria, hanno scelto una linea comune di rimodulazione del ticket in base al reddito dei cittadini (vedi i dettagli sulle misure per la
Toscana e quelle per l'
Emilia Romagna). E l’hanno presentata oggi pomeriggio, nel corso di una conferenza stampa congiunta che si è tenuta in Palazzo Strozzi Sacrati, sede della giunta regionale toscana. Con il governatore della Toscana Enrico Rossi, e l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, erano presenti il governatore dell’Emilia Romagna, Vasco Errani, con l’assessore alla sanità Carlo Lusenti, e l’assessore alla sanità dell’Umbria Franco Tomassoni che ha specificato come la giunta umbra deciderà domani il da farsi.
Il
nuovo piano non tocca solo la specialistica, col famoso ticket da 10 euro, ma va incidere su tutto il sistema di compartecipazione alla spesa. Fermo restando gli esenti, il sistema, alla sua radice, prevede una rimodulazione del ticket in base al reddito, che potrà essere dimostrato mediante autocertificazione, presentazione della dichiarazione dei redditi o del modello Isee. Sotto i 36.000 euro non si pagherà alcun ticket. Poi, in base a tre fasce di reddito (36.000-70.000; 70.000-100.000; oltre 100.000 euro) si pagherà il ticket su farmaci e visite specialistiche. Per quanto riguarda i farmaci il piano prevede un ticket da 1 euro a confezione di farmaco per i redditi tra i 36 e i 70 mila euro (max 2 euro per ricetta), 2 euro per i redditi tra i 70 e i 100 mila euro (max 4 euro per ricetta) e 3 euro per i redditi oltre i 100 mila euro (max 6 euro per ricetta). Anche le prestazioni specialistiche vedranno dei nuovi ticket rimodulati secondo le fasce reddito. In primis verrà rivisto in eccesso il nomenclatore tariffario. Sulle ricette, il ticket scatta solo se il valore della stessa è superiore ai 10 euro. Gli aumenti saranno di 5 euro, per i redditi tra 36 e 70 mila euro, di 10 euro per redditi da 70 e 100 mila, e di 15 euro oltre 100 mila. Sempre secondo le fasce vi saranno anche dei ticket ulteriori, da 10, 24 e 34 euro per Rmn e Tac. Previsto, infine, una compartecipazione sulle prestazioni libero-professionali intramoenia.
Le dichiarazioni
“Già il fatto che ci troviamo tre Regioni insieme ha un suo peso e un suo significato – ha detto il presidente della
Regione Toscana Enrico Rossi –. Abbiamo voluto fare una manovra che desse il segnale che vogliamo tutelare le fasce più deboli. Finora abbiamo resistito a questa ingiustizia del ticket e abbiamo proposto di tassare il tabacco. Tutte le Regioni hanno condiviso questa proposta, ma sorprendentemente il governo ha rinviato tutto a settembre. Continueremo la battaglia, ma intanto abbiamo deciso questa manovra, per dimostrare che si può trovare una strada diversa, anche a fronte di un obbligo che ci viene imposto dal governo. Sembra che anche altre Regioni vogliano seguire la nostra strada”.
Rossi ha illustrato le misure introdotte dalla Toscana e dalle altre due Regioni (ovviamente, con un impatto economico diverso per ciascuna Regione). “Abbiamo modulato i ticket in base al reddito – ha spiegato – Non vogliamo seguire le indicazioni del governo, di mettere un ticket di 10 euro per tutto, e per tutti indistintamente. E’ facile andare a chiedere a tutti nello stesso modo. Così ci rimette il più debole. Noi procediamo a fare questa operazione perché ci è imposta dal governo, né possiamo dire che questi soldi ce li mettiamo noi. E’ il governo che ci impone di mettere i ticket, dopo aver negato di finanziarli e aver respinto la nostra proposta di tassare il tabacco”.
Il presidente della Conferenza delle Regioni e della
Regione Emilia Romagna Vasco Errani ha ricordato che i ticket erano già stati sperimentati senza successo nel 2007: “Furono sperimentati per 6 mesi, e tolti perché tutte le Regioni dimostrarono nei fatti che avevano l’effetto contrario, e il 30% delle prestazioni si spostavano sul privato. Provocavano un doppio danno: ai cittadini, e al sistema sanitario, per minori entrate. Perché allora questa scelta da parte del governo? Prescindendo dai risultati, il governo ha semplicemente cancellato una parte delle risorse che doveva corrispondere alle Regioni. Per noi, chi deve pagare di più è chi ha di più, e non chi è più malato. E’ questo il principio fondante del sistema universalistico. Ci sono momenti – ha concluso – in cui a chi governa è richiesto coraggio, e questo è uno di quei momenti. Il governo, questo coraggio non l’ha saputo trovare”.
“Abbiamo condotto una battaglia strenua, la tassa sul fumo avrebbe risolto la situazione – dichiara l’assessore Daniela Scaramuccia – Il governo ci tiene a dire che il tavolo è ancora aperto, ma nei fatti siamo obbligati a mettere i ticket. La scelta era tra applicarli così come sono stati decisi dal governo, oppure trovare una rimodulazione più equa. Con Emilia Romagna e Umbria abbiamo lavorato insieme per condividere una manovra analoga”.
“Sin dal primo momento l'Umbria, assieme alla Toscana ed all'Emilia Romagna, ha bocciato la scelta del ticket perché ingiusta ed estremamente iniqua. Ed oggi ci troviamo costretti a compiere queste scelte per una precisa imposizione del governo. In sostanza non possiamo fare altrimenti, pena infrangere una legge dello stato con conseguente danno erariale. Non intendiamo, in ogni caso, adottare i ticket così come il governo vorrebbe imporci”, ha affermato l’assessore regionale alla sanità della
Regione Umbria Franco Tomassoni. “La nostra scelta, ha continuato Tomassoni che era accompagnato anche dal Direttore generale delle politiche sociali della Regione Umbria, Emilio Duca, cercherà di essere la più equa possibile, in ossequio al principio di solidarietà. E cioè chi più ha più paga. L’altro principio è quello dell’esenzione di alcune fasce di reddito. E per la prima volta adotteremo, per la certificazione, l'utilizzo della certificazione Isee per chi già la possiede. Per il resto si potrà utilizzare l’autocertificazione.
In ogni caso la giunta regionale adotterà le sue decisioni nella seduta di domani mattina, venerdì 5 agosto. Decisioni che rispetteranno il quadro generale illustrato quest'oggi a Firenze, ma anche scelte specifiche relative alla sola regione Umbria”.
“Voglio ribadire, ha proseguito l’Assessore, che come regioni non ci siamo limitati ad opporci e contestare le scelte del governo, ma abbiamo avanzato precise proposte come quella dell'aumento dell'accisa sul tabacco. Il Governo non ha avuto il coraggio di recepire questa nostra proposta. Per noi comunque, ha concluso Tomassoni, resta valido quanto affermato ieri dai ministri Fazio e Fitto, e cioè che della questione si tornerà a discutere alla fine di agosto, nella speranza che il governo questa volta capisca e accolga le nostre proposte per evitare un balzello che ho sempre definito odioso”. Le decisioni della Giunta Regionale saranno illustrate alla stampa nel corso di una conferenza stampa che si svolgerà a Palazzo Donini, domani mattina, alle ore 13, subito dopo la conclusione della riunione di Giunta.
04 agosto 2011
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