In Campania è guerra ai cesarei. De Luca: “In 2 anni li ridurremo al 28-30%”. Oggi media al 60% con punte del 90% in alcune strutture
Limiti a cui dovranno adeguarsi anche le strutture private, pena la perdita della convenzione con la Regione. Queste le condizioni annunciate dal presidente della Campania, che ha definito “intollerabili” i dati sui parti cesarei effettuati in alcune strutture regionali. La media nazionale di cesarei è intorno al 35%, la quota raccomandata dall'Oms è del 15%.
08 NOV - “In una struttura convenzionata in Campania si è raggiunto il 93% di parti cesari, siamo a livelli intollerabili. Chi non rispetta i limiti perderà la convenzione con la Regione”. Lo ha detto il governatore
Vincenzo De Luca, tornando a commentare il tasso di parti con taglio cesarei nella sua Regione, a margine della sua visita, ieri, al Cto di Napoli. Già a gennaio De Luca aveva parlato di guerra ai cesarei. "Siamo al lavoro”, aveva detto, per “liberarci” di “una delle eredità più vergognose che riceviamo dalla gestione sanitaria degli anni passati”.
Ieri il presidente è tornato sul tema spiegando che “daremo degli obiettivi e cioè di raggiungere in un tempo ragionevole, diciamo due anni, la media nazionale dei parte cesarei che si aggira intorno al 28-30%. È chiaro che per un parto naturale ci vuole maggiore assistenza rispetto a chi taglia e magari inguaia la mamma o il bambino, ma andranno avanti solo le strutture private che adeguano a queste prestazioni”.
08 novembre 2016
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