Azienda zero. Lanzarin: “Raggiunta intesa per garantire rete territoriale servizi sociali”
Così l’assessore al sociale della Regione Veneto dopo l’approvazione da parte dell’assemblea veneta del ‘nuovo’ articolo 16 del progetto di legge 23, riformulato ex novo dopo il serrato confronto tra maggioranza e opposizione in materia di programmazione dei servizi sociali. Con lo ‘sblocco’ dell’articolo 16 l’aula sta normando gli aspetti di rilevanza sociale nella ridefinizione della governance e delle dimensioni aziendali della sanità veneta.
03 AGO - “Il modello sociosanitario veneto continuerà a vivere con l’istituzione dell’Azienda zero. E’ un punto di forza della nostra Regione che non intendiamo affatto cancellare, ma anzi mantenere e rafforzare contestualmente alla riorganizzazione degli ambiti territoriali delle Ulss e dell’istituzione dell’azienda ‘zero’”. E’ quanto sottolinea l’assessore al sociale della Regione Veneto
Manuela Lanzarin, dopo l’approvazione da parte dell’assemblea veneta del ‘nuovo’ articolo 16 del progetto di legge 23, riformulato ex novo dopo il serrato confronto tra maggioranza e opposizione in materia di programmazione dei servizi sociali. Con lo ‘sblocco’ dell’articolo 16 l’aula sta normando gli aspetti di rilevanza sociale nella ridefinizione della governance e delle dimensioni aziendali della sanità veneta.
“La difesa della territorialità dei servizi sociali e dell’integrazione tra sociale e sanità era un impegno che avevo assunto sin dall’inizio del percorso del Pdl 23 – sottolinea l’assessore Lanzarin – e il lavoro fatto insieme in Consiglio in queste settimane ci ha consentito di raggiungere l’obiettivo prefissato, rispettando le richieste espresse dagli amministratori del territorio. Le attuali conferenze dei sindaci, articolate nei bacini territoriali delle attuali Ulss, continueranno a vivere, cambieranno solo nome: diventeranno ‘comitati dei sindaci’, uno per ogni ‘distretto’ (il bacino delle attuali Ulss) e avranno il compito di elaborare e approvare i ‘piani di zona’, cioè di programmare la dotazione e l’organizzazione dei servizi sociali nel territorio, in collaborazione con l’azienda sanitaria di competenza e i medici di medicina generale”.
I ‘distretti’, cioè le ex Ulss – fa notare l’assessore - avranno ciascuno una ‘unità operativa per il sociale’, che garantirà tutta la gamma dei servizi per infanzia, adolescenza, famiglia, consultori, disabilità, non autosufficienza, e sarà retta da un ‘coordinatore sociale’. I coordinatori sociali dei diversi ‘distretti’ faranno capo alla figura del direttore dei servizi sociali delle future Ulss provinciali".
“La riorganizzazione degli ambiti territoriali delle aziende sanitarie non intaccherà l’autonomia organizzativa dei singoli ‘distretti’ – sottolinea ancora Manuela Lanzarin – ma aiuterà l’armonizzazione e l’omogeneizzazione tra servizi, prestazioni e costi, favorendo – nel rispetto delle identità e delle esigenze dei singoli territori – i modelli organizzativi più efficaci”.
“Ringrazio tutte le forze politiche presenti in Consiglio, gli amministratori del territorio, gli operatori del sociale e del privato sociale – conclude Lanzarin – perché il confronto costruttivo di queste settimane ci ha consentito di valorizzare il meglio del modello organizzativo sociosanitario veneto e di aggiornarlo, garantendo il rispetto delle identità territoriali, la ‘filiera corta’ tra amministratori e assistiti, e il patrimonio di esperienze e di competenze sociali che caratterizza il sistema sanitario veneto”.
03 agosto 2016
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