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Intersindacale: “Sospendere delibera aziendale che comporta chiusura continuità assistenziale nell’area di Lanciano-Vasto-Chieti”


La delibera entrerà in vigore a partire dal prossimo 1° agosto. I sindacati invitano il Dg della Ausl a "sospendere al più presto l’esecutività della delibera aziendale in questione attivando contestualmente un tavolo regionale che cominci a valutare le modalità con cui vengono allo stato attuale assicurate le prestazioni della Medicina Generale, comprese quelle della Continuità Assistenziale, e della Pediatria di libera scelta". 

05 LUG - Il direttore generale della Ausl Lanciano-Vasto-Chieti, Pasquale Flacco, ha adottato una delibera aziendale che dispone, a partire dal prossimo 1° agosto, la chiusura delle sedi della Continuità Assistenziale nei comuni di Scerni, Cupello, Carunchio, Celenza sul Trigno, San Vito Chietino, Palena e Quadri. Lo riferisce, tramite una nota, l’intersindacale abruzzese, che sottolinea: “è stata fornita la rassicurazione che la chiusura verrebbe compensata con l’avvenuto potenziamento territoriale del servizio di Emergenza-Urgenza 118 attraverso le auto medicalizzate. Una rassicurazione che evidenzia una scarsa conoscenza di quali prestazioni sono garantite dal Servizio di Continuità Assistenziale e dal Servizio di Emergenza-Urgenza del 118”.

L’intersindacale mette in luce la distinzione tra le due funzioni. Quelle della Continuità Assistenziale sono previste all’art. 62 Cap. III dell’A.C.N. 23 marzo e s.m.i. in cui si dice che: “Al fine di garantire la continuità dell'assistenza per l'intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana, le aziende, sulla base della organizzazione distrettuale dei servizi e nel rispetto degli indirizzi della programmazione regionale, organizzano le attività sanitarie per assicurare le realizzazione delle prestazioni assistenziali territoriali non differibili, dalle ore 10 del giorno prefestivo alle successivo al festivo e dalle ore 20 alle ore 8 di tutti i giorni feriali”.

Quelle del Sistema Emergenza-Urgenza, attivabile attualmente con la chiamata al numero telefonico 118, sono la presa in carico rapida di un paziente in condizioni critiche che ha subìto un incidente o un malore improvviso e il suo trasporto, dopo le prime cure, in condizioni di sicurezza nella struttura sanitaria più vicina e adeguata a intervenire in maniera appropriata. Due diverse funzioni, fra di loro raccordabili ma profondamente differenti nella loro operatività.

Per i sindacati, infatti, il servizio di continuità assistenziale prevede funzioni rivolte ad assicurare “prestazioni assistenziali territoriali non differibili a quei pazienti che nei prefestivi e festivi non hanno la possibilità di contattare e di farsi visitare dal proprio medico di famiglia e dal proprio pediatra di famiglia per risolvere i propri impellenti bisogni di salute che spesso necessitano di rilascio di certificazione medica per malattia da presentare al datore di lavoro”.

Per questo l’intersindacale ritiene che la continuità assistenziale debba configurarsi come:
►Un servizio garantito dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che deve essere assicurato capillarmente sul territorio, secondo l’Accordo Collettivo Nazionale, prevedendo un medico ogni 5.000 abitanti nelle zone provviste di servizi sanitari e un medico ogni 3.500 abitanti nelle zone interne disagiate specie se vengono chiuse alcune strutture ospedaliere come previsto dalla nuova rete ospedaliera ancora non ufficializzata per motivi ignoti.

►Un servizio del quale non si parla con la dovuta attenzione nel “Piano di riqualificazione del sistema sanitario abruzzese 2016-2018", approvato con il Decreto Commissariale n° 55 del 10.06.2016, che ci auguriamo sia solo una traccia su cui coinvolgere fattivamente tutti gli operatori sanitari abruzzesi per costruire un Piano Sanitario Regionale condiviso.

►Un servizio che dovrebbe essere sicuramente riorganizzato con il coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali di settore dopo aver ridisegnato, non come è stato fatto ultimamente con soluzioni illogiche e di facciata tipo quella degli ‘Studi Aperti’, la rete sanitaria territoriale sulla base di tutte le innovazioni strutturali che trasformeranno in primis.

Su queste basi l’intersindacale, conclude la nota, invita il Direttore Generale della Ausl di Lanciano-Vasto-Chieti a “sospendere al più presto l’esecutività della delibera aziendale in questione attivando contestualmente un tavolo regionale che cominci a valutare le modalità con cui vengono allo stato attuale assicurate le prestazioni della Medicina Generale, comprese quelle della Continuità Assistenziale, e della Pediatria di libera scelta nelle quattro realtà abruzzesi per evitare che i cittadini siano discriminati nel momento in cui cercano risposte necessarie ed appropriate ai loro bisogni di salute”.

05 luglio 2016
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