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Campania. All’Annunziata per ora non chiude la Pediatria. Ma sul Piano ospedaliero sindacati medici confermano mobilitazione

di Ettore Mautone

All’indice dei camici bianchi un riordino della rete assistenziale campana messa a punto dalla struttura commissariale in solitudine, almeno nella prima fase, dunque senza alcun confronto con i sindacati probabilmente a causa dell’input del governo a fare presto, entro i tempi contingentati dettati dal ministero della Salute: 29 febbraio di quest’anno sia per il riordino ospedaliero sia per la proposta di assunzioni di personale.

30 GIU - Non chiude (per ora) la Pediatria dell’Annunziata il cui trasloco era programmato il 1° luglio da una delibera del Santobono ma ora congelato dalla decisione della giunta regionale di attendere che si liberino gli spazi al Loreto Mare, non appena il nuovo ospedale Ospedale del Mare ne accoglierà alcuni reparti. Va invece avanti lo smembramento della Terapia intensiva neonatale (16 posti di cui 8 di sub intensiva) che accoglieva pazienti per trasferimento (non essendoci più da cinque anni una Maternità all’Annunziata. Nel presidio pediatrico del centro storico residuano una guardia attiva pediatrica h 24 gestita da medici di continuità assistenziale, alcune decine di ambulatori specialistici diurni, un consultorio e consulenza ginecologica per donne in menopausa e poco altro (servizio di anestesia, radiologia e laboratorio di analisi).

La neonatologia dell’Annunziata, dunque, da oggi non accoglie più pazienti, in attesa di smaltirli per dirottare una parte delle 16 incubatrici al reparto materno infantile della Sun - da un anno completamente ristrutturato con i fondi della legge 67 del 1988 per l’edilizia sanitaria, ospitato in un edificio di cinque piani dotato di sale operatorie moderne, apparecchiature di ultima generazione, 12 culle del nido, una terapia intensiva e sub intensiva, 24 posti per le mamme e 8 per i neonati. Per la Tin ci sono invece solo gli spazi mentre mancano le incubatrici. Il nodo da sciogliere per la Sun è proprio il personale: almeno 20 le unità da reclutare tra medici, ostetriche e infermieri con procedure di mobilità e nuovi concorsi già in itinere mentre dei 9 neonatologi necessari, per altrettante culle, 6 sono in arrivo appunto dall’Annunziata da cui saranno trasferite anche le attrezzature. Altri 3 dei 9 neonatologi attualmente in servizio al presidio di Forcella andranno a potenziare la Neonatologia del Santobono, anch’esso a corto di personale.

Analogamente andranno potenziati, sul territorio della Asl Napoli 1, la pediatria del san Giovanni Bosco e del San Paolo. Ciò avverrà quando le delocalizzazioni di alcune funzioni di questi ospedali, in particolare del Loreto Mare, al nuovo ospedale di Ponticelli, libereranno gli spazi necessari a garantire la continuità delle cure. Trasferimenti che vedranno contemporaneamente decollare all’Annunziata un centro territoriale interdistrettuale di cure pediatriche, ambulatoriali, con un guardia attiva e una osservazione breve, potenziando e integrando quella già oggi attiva, salvaguardando le attività ambulatoriali e probabilmente inserendo anche un’attività di piccola chirurgia ambulatoriale che consentirà di mantenere in loco un laboratorio, la radiologia e una guardia anestesiologica. Tutti punti su cui c’è piena identità di veduta tra commissari e governatore.

Cittadini in Piazza
Intanto ieri i Comitati di cittadini sono scesi in piazza a difesa degli ospedali del centro storico: non più di 200 persone (di cui la metà dedicate alla mobilitazione degli Lsu rimasti senza lavoro) si sono riunite ierisotto Palazzo Santa Lucia alla conferenza convocata dai comitati delle municipalità 2 e 3 (Avvocata Montecalvario e Stella San Carlo) cui hanno aderito alcuni comitati civici e il Movimento 5 Stelle, con il sostegno dell’assessore al Welfare del Comune di Napoli Roberta Gaeta e del sindaco Luigi De Magistris che però, sotto la sede della Regione, non si sono visti.

De Luca: sciacallaggio politico
"Sull'ospedale dell'Annunziata si è alzato un polverone sul nulla: manteniamo aperto il reparto di pediatria fino a che non si crea l'alternativa, tutto il resto è sciacallaggio politico". Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a proposito delle polemiche per la ventilata chiusura dell'ospedale nel centro storico di Napoli. "L'errore - ha spiegato De Luca a Radio Kiss Kiss - è stato accelerare fino a che non c'era alternativa. Quindi manteniamo aperto con serietà l'Annunziata senza fare sciacallaggio come fa qualche forza politica che manifesta". "Quando si chiude un reparto di ginecologia - ha detto De Luca - cominciano le proteste ma nove volte su dieci sono polemiche da idioti".
Si sgonfia dunque almeno in parte la protesta, dopo che il presidente della Regione Vincenzo De Luca, insieme alla struttura commissariale, ha deciso di congelare il trasferimento della Pediatria dall’Annunziata al Santobono. Trasloco come detto programmato per il 1° luglio e ora rimandato a fine anno con il recupero possibile, all’ospedale del Mare di un Cardiochirurgia pediatrica di eccellenza dopo lo stralcio delle Unità materno-infantili a vantaggio della Cardiochirurgia nel presidio di Ponticelli.

Una riunione – quella sotto Palazzo Santa Lucia - disertata, con poche eccezioni, anche dall’intersindacale della dirigenza medica (presenti Medicina democratica, cui ha dato voce Paolo Fierro e la Cisl medici con Antonio De Simone e Roberto D’Angelo) impegnata invece nella stesura di un documento di sintesi (non solo di critica ma anche di proposta) per integrare le scelte di merito della programmazione sanitaria contenuta nel Piano ospedaliero che saranno presentate oggi in conferenza stampa. Non solo i nodi Annunziata e San Gennaro dunque, ma anche proposte, rilievi tecnici e incongruenze rispetto alle previsioni di legge del Dm 70 del 2015 che ispira il riordino dell’assistenza regionale. Intanto sempre ieri si è registrato un nulla di fatto della Commissione Trasparenza del Consiglio regionale convocata da Valeria Ciarambino del Gruppo 5 Stelle. Incontro disertato dai manager della Asl Napoli 1 e del Santobono.

L’Intersindacale medica
"I casi Annunziata e San Gennaro potrebbero essere risolti subito organizzando una sessione di ascolto dei sindacati medici sul Piano ospedaliero da parte della Regione – avverte Antonio De Falco leader della Cimo, che insieme ad altri operatori dell'Annunziata ha elaborato una propria proposta  – ma ci sono molti altri punti del Piano da mettere sotto i riflettori a cominciare Odontoiatria che manca a Napoli 1 – 2 e 3 non è incarico alle asl 4 posti al Cardarelli per 3 milioni di abitanti e tutto il resto alle Università (10 alla Federico II e 6 alla Sun e al Cardarelli solo 4 per 20 posti per 3 milioni di abitanti)”. Tra le altre incongruenze del Piano ospedaliero segnalate Nola che ha l’emodinamica e diventa Spoke senza emodinamica e Castellammare non ha l’emodinamica e diventa hub per l’infarto e l’ospedale di Capri collegato con il Loreto Mare che non è sede di Dea nonostante il decreto ministeriale 70 preveda il collegamento in deroga, per le zone disagiate con un presidio integrato con un dipartimento di emergenza di 1° livello.

All’indice dei camici bianchi un riordino della rete assistenziale campana messa a punto dalla struttura commissariale in solitudine, almeno nella prima fase, dunque senza alcun confronto con i sindacati probabilmente a causa dell’input del governo a fare presto, entro i tempi contingentati dettati dal ministero della Salute (29 febbraio di quest’anno sia per il riordino ospedaliero sia per la proposta di assunzioni di personale in base alle carenze) e una proroga poi strappata solo in extremis da De Luca nei mesi scorsi. E proprio De Luca è stato finora l’unico interlocutore politico dei commissari Polimeni e D’Amario. Nel solco della carenza di comunicazione e partecipazione, di cittadini e operatori, vanno dunque lette anche le mobilitazioni degli ultimi giorni con una piega dai contorni politici impressa dalla mobilitazione dei 5 Stelle.

Il San Gennaro
Nelle riunioni tra Regione e struttura commissariale si è fatto cenno anche al San Gennaro, dove si registra la mobilitazione dell’Anaao per salvaguardare l’eccellenza dell’Ortopedia - una delle poche che effettua interventi sul femore nell 48 ore come previsto dalle linee guida internazionali - le attività di Otorino e dell’Oncoematologia. Qui un gruppo di specialisti ha messo a punto una proposta per trasformare il presidio del quartiere in un centro di chirurgia di un solo giorno (One day surgery) da articolare con attività diurne dal lunedì al venerdì valorizzando la struttura storica e museale, catacombe comprese, in affiancamento con la fondazione san Gennaro. Una Proposta al vaglio dei commissari che potrebbe essere inserita nelle modifiche finali.
 
Ettore Mautone   

30 giugno 2016
© Riproduzione riservata

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