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Confindustria Lazio: no ad aumenti Irap. Imprese già soffrono abbastanza


L’associazione degli industriali laziali chiede di escludere ogni ipotesi d’incremento dell’Irap per coprire il buco sanitario. “Già paghiamo 500 mln in più rispetto ad altre regioni”.

14 MAG - Il Lazio non potrà contare sui fondi Fas per ripianare il debito e l’unica misura possibile sembra essere l’aumento delle addizionali Irpef e Irap. Quest’ultima imposta (Irap potrebbe salire al 4,97%) in particolare tocca da vicino le imprese che, per bocca della Confindustria Lazio, esprimono tutto il loro disappunto: “La attuale perdurante situazione di straordinaria criticità dell'economia, e quindi dell' occupazione, deve tassativamente escludere ogni ipotesi di colpire, ancora una volta, l'apparato produttivo laziale”.
“Confindustria Lazio – sottolinea la nota - ha costantemente denunciato la crescente insostenibilità dell'inasprimento dell'Irap sulle imprese - già in vigore da alcuni anni - per i disavanzi sanitari”. È per questa ragione che Confindustria boccia i possibili incrementi Irap perché ciò “si tradurrebbe in una aggiuntiva penalizzazione delle imprese, segnatamente della loro competitività”.
Gli industriali ricordano poi come già oggi il carico fiscale è sfavorevole rispetto ad altre regioni italiane: “Non è possibile dimenticare che le aziende laziali con l'attuale maggiorazione dell'aliquota dell'imposta sopportano un carico fiscale aggiuntivo annuo, rispetto alle imprese delle altre Regioni, di oltre 500 milioni di euro. Anche se questo inasprimento Irap viene prospettato come una extrema ratio - che scatterebbe qualora la Regione non presentasse al Governo una credibile attivazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario - una sua attuazione rischierebbe concretamente di cancellare quote del sistema delle imprese laziali”.
 
L.F.

14 maggio 2010
© Riproduzione riservata

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