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Dal Cdm no a fondi Fas e rischio nuove tasse per Calabria, Campania, Lazio e Molise


Il Consiglio dei ministri di ieri ha escluso per Calabria, Campania, Lazio e Molise, ovvero le regioni con i conti in rosso in sanità, l’utilizzo dei fondi Fas fino al ripianamento del deficit. La soluzione prospettata da Palazzo Chigi è la leva fiscale. 

14 MAG - È durato poco più di un’ora il Consiglio dei ministri di ieri, assente il premier per una lieve indisposizione, ma è bastata per far capire ai governatori con i bilanci sanitari in rosso che non è più possibile andare avanti in questo modo.
Il Governo, infatti, ha
riferito ai presidenti delle regioni convocate a Palazzo Chigi che i Fondi Fas non verranno messi a
disposizione delle regioni se non verranno presentati piani di
rientro dal deficit sanitario adeguati. Quindi l’esecutivo ha chiesto esplicitamente che per coprire il rosso le regioni aumentino le addizionali regionali.
“In considerazione del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dai piani di rientro e dagli equilibri di finanza pubblica – si legge in un comunicato di palazzo Chigi –, il Consiglio dei ministri ha concordato circa l’impossibilità di esprimere l’intesa prevista dall’articolo 2, comma 90, della legge finanziaria per il 2010 e di non potere pertanto consentire a Lazio, Campania, Molise e Calabria di utilizzare le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate, relative ai programmi di interesse strategico regionale, a copertura dei deficit del settore sanitario. Hanno partecipato alla discussione i presidenti delle Regioni interessate”.
Le reazioni dei governatori. “Speravamo di poter accedere ai fondi Fas ma i ministri competenti prevedono che sia prima approvato un piano di rientro dal deficit e solo dopo sarà possibile accedere ai Fas”. È il commento rassegnato di Giuseppe Scopelliti, neo presidente della Calabria. “Questo è stato solo il primo confronto ma ci rivedremo per concordare le procedure dei piani di rientro. Per quanto riguarda la Calabria abbiamo ereditato una situazione difficile, il piano di rientro approvato lo scorso 17 dicembre dall’amministrazione Loiero ad oggi non è stato ancora rispettato ed il nostro debito è sconosciuto al punto che abbiamo chiesto alla Kpmg di lavorare giorno e notte per certificarlo. C’è chi dice che sia 2,1 miliardi ma altri dicono che sia 1,1 miliardi perchè ci sono crediti non quantificati che vantiamo”. Per Michele Iorio, governatore del Molise la richiesta del Governo di aumentare le tasse è “assurda, iniqua e incomprensibile”. Inizialmente erano state convocate a palazzo Chigi anche l’Abruzzo e la Sicilia ma Gianni Chiodi, presidente dell’Abruzzo ha spiegato di essere stato convocato “per errore, l’Abruzzo e la Sicilia hanno
 superato il tavolo di monitoraggio di aprile, quindi non c’era
bisogno”.
 
Caldoro: rialzo tasse grave e insostenibile “Se questa è la condizione non ho una seconda opzione”. Così il governatore della Campania Stefano Caldoro ha commentato l'ipotesi di un aumento delle tasse regionali per coprire il deficit nella sanità avanzata oggi in Consiglio dei ministri. Caldoro ha chiarito che “qualunque ritocco delle aliquote sarebbe grave e insostenibile: abbiamo già la tassazione più alta d'Italia. Inoltre non potrebbe mai coprire le risorse del Fas, e coprirebbe meno di un terzo della cifra necessaria” a risanare i conti. Il Governatore ha aggiunto comunque di essere “d'accordo con Tremonti: i numeri sono numeri”. E ha sottolineato che “sono in corso delle trattative: sono fiducioso. Accettiamo – ha detto – i sacrifici ma chiediamo al Governo un accompagnamento virtuoso per realizzarli». Due le strade indicate: o lo sblocco dell'accantonamento previsto per le Regioni commissariate come la Campania, da qui potrebbero arrivare 600-700 milioni o operazioni finanziarie con gli strumenti che il ministero dell'Economia può mettere a disposizione. 
 
Zaia: plauso al Governo "Bene a una vera assunzione di responsabilità. Oggi stiamo parlando di una pietra miliare nell'approccio perchè non può esserci un Governo che ripiana i conti a piè di lista”. Così il governatore del Veneto, Luca Zaia, a margine della Conferenza delle Regioni, ha commentato l'esito dell'incontro tra l'esecutivo e alcune delle Regioni che hanno i conti della sanità in rosso e alle quali è stato chiesto un aumento delle tasse. “Siamo appena usciti dall'operazione Grecia che sarà un ulteriore impegno finanziario – ha sottolineato Zaia – plaudo al Governo per questa vera assunzione di responsabilità che va allocata in capo alle regioni. Finalmente si iniziano a premiare le regioni virtuose”. Le risorse non vanno trovate “sicuramente sui fondi del Nord che ha già dato e donato sangue – ha sottolineato Zaia – visto che il Nord produce 827 miliardi di euro e il 70% del Pil nazionale”. “Questa è una ulteriore occasione per parlare di federalismo che è l'unica vera via d'uscita”, ha aggiunto. E sul fatto che un eventuale aumento delle tasse ricadrà sui cittadini, Zaia ha commentato che “i cittadini ci hanno già rimesso perchè il bilancio delle entrate e delle uscite ricade sempre su di loro. I cittadini avranno una triste realtà perchè il governo decide di non finanziare più a piè di lista”. E sui fondi per le aree sottoutilizzate Zaia ha sottolineato che “nessuno ha mai tolto i fondi al Sud” ricordando che l'Italia ha comunque dovuto affrontare non solo la crisi economica ma anche l'emergenza terremoto e la ricostruzione. 
 
Fazio: i fondi Fas non sono un bancomat “Il governo ha ritenuto di non dare il via libera alla richiesta di utilizzo dei fondi Fas per ripianare il deficit di quattro regioni. La motivazione è che queste regioni non hanno dato garanzie ai tavoli di monitoraggio sia per quanto riguarda la certezza dei conti sia per quanto riguarda il fatto di avere avviato di processi di riqualificazione della rete assistenziale”. Lo ha affermato il ministro della Salute Ferruccio Fazio che spiegato come non avendo queste regioni fornito questo tipo di garanzie “si è creata una situazione tale in cui non si può consentire di utilizzare i fondi Fas come un bancomat. In altre parole questi fondi devono essere utilizzati non certo per ripianare il deficit ma solo nel momento in cui le Regioni avranno dato concrete dimostrazioni di voler avviare processi di risanamento”. Fazio, in ogni caso ha specificato che per Campania, Lazio e Calabria, “le responsabilità non sono evidentemente degli attuali governatori ma dei governi precedenti”.
 
Polverini: chiesto tempo a Governo “Il Governo ci ha detto che non sbloccherà i fondi Fas se non vengono presentati piani adeguati per la riqualificazione della rete ospedaliera. Sono convinta che il Lazio presenterà nel più breve tempo possibile quello che il governo ci ha chiesto”. Lo ha detto il presidente della regione Lazio Renata Polverini che questa mattina ha partecipato ad un Consiglio dei Ministri sul tema del deficit sanitario. “Chiaramente – ha aggiunto – il Lazio si trova in difficoltà perché il precedente governo regionale non ha voluto procedere al riordino e neanche il precedente commissario governativo” ha detto riferendosi a Piero Marrazzo, Elio Guzzanti ed Esterino Montino. “Naturalmente – ha continuato – io ho posto alcune questioni perché, per esempio, nel passaggio tra la gestione commissariale di Marrazzo e quella di Guzzanti il Lazio ha perso 34 giorni. È tutto rimasto bloccato e quindi in qualche modo ho chiesto tempo ma di questo poi ne discuteremo in sede di tavolo tecnico che sarà nei prossimi giorni”.
Nel Lazio dunque non si aumenteranno le tasse? “Non sto dicendo questo, dico che già abbiamo le addizionali al massimo e comunque non riusciremmo a coprire quello che si coprirebbe con i fondi Fas che sono 420 milioni di euro. Il Governo non ha detto che si aumenteranno le tasse ma che i fondi sono bloccati solo per quanto attiene alla parte impegnata per ripianare il deficit sanitario, in attesa che venga presentato il piano di riqualificazione”.
La Polverini ha quindi chiesto al Governo nazionale lo sblocco di alcune somme dovute alla regione  “Nell'impegnarmi a riqualificare la rete ospedaliera – ha spiegato Polverini – ho detto al Governo che noi comunque anticipiamo 1,4 miliardi di euro per i quali paghiamo circa 300 mila euro in più al giorno di interessi alle banche, di somme che dovremmo avere dal ministero dell'Economia e quindi ho chiesto lo sblocco”. “Dobbiamo anche avere – ha continuato – 800 milioni dal fondo di garanzia, più circa 50 milioni al mese sull'assegnazione corrente in attesa della delibera del Cipe». Nel porre queste condizioni al Governo ha anche ricordato che la regione sta lavorando in assoluta armonia con il ministero dell'Economia e della Salute.

 
Stefano Simoni

14 maggio 2010
© Riproduzione riservata

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