Marche. Il Consiglio sospende la legge sulle relazioni sindacali
La proposta approvata ieri rinvia infatti l’applicazione della legge al 1° gennaio 2017. Mastrovincenzo: “Permetterà di fare le verifiche e gli approfondimenti necessari per attuare nel migliore dei modi il riordino dell'Asur”. La sospensione era stata sollecitata dai sindacati che chiedevano il riconoscimento del ruolo delle Rsu.
20 GEN - Via libera dal Consiglio regionale delle Marche con 14 voti a favore e 11 contro alle modifiche della legge n. 32 del 28 dicembre 2015 "Misure urgenti di adeguamento della legislazione regionale": si tratta in sostanza di una sola modifica che sospende l'applicazione fino al 1° gennaio 2017 per consentire il confronto con le organizzazioni sindacali, e con tutti i soggetti direttamente interessati, in relazione al riordino organizzativo dell'Asur, introdotto dall'art. 1 della medesima legge n. 32. La sospensione
era stata sollecitata dai sindacati per fare chiarezza sulla contrattazione aziendale di Area vasta e per riconoscere il ruolo delle Rsu.
"L'obiettivo della legge era di uniformare alcuni profili professionali, la proposta nasce dal confronto con le organizzazioni sindacali e sono stati già messi in calendario alcuni incontri per fare il punto della situazione" ha detto il relatore di maggioranza e presidente della Commissione sanità
Fabrizio Volpini (Pd).
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente del Consiglio regionale delle Marche
Antonio Mastrovincenzo, firmatario del Pdl insieme ai consiglieri
Renato Claudio Minardi e
Fabrizio Volpini. “Permetterà di fare le verifiche e gli approfondimenti necessari per attuare nel migliore dei modi il riordino dell'Asur, garantendo allo stesso tempo il corretto funzionamento delle relazioni sindacali e la piena agibilità del ruolo della Rsu di Area Vasta fino alla definizione dei nuovi assetti organizzativi".
Critica, invece, la relatrice di minoranza e vice presidente della stessa Commissione
Elena Leonardi (Fdi-An), secondo la quale "la modifica va a sanare una mancanza evidente, un errore di metodo. Purtroppo, è ormai prassi comune di questa amministrazione imporre le scelte e poi ritornare sui propri passi quando si scopre che non sono pienamente condivise".
20 gennaio 2016
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