Lazio: sindacati medici protestano contro delibera Asl Rm/A su esternalizzazioni
L’intersindacale medica, ricevuta in audizione dalla commissione Sanità presieduta da Alessandra Mandarelli, ha chiesto la sospensione della delibera adottata dalla Asl Rm/A per l'affidamento in outsourcing di alcune branche del servizio di diagnostica per immagini. I sindacati denunciano l’Atto come “al di fuori da ogni logica di risparmio e causa di disagio per i professionisti, soprattutto per quanto concerne precariato e carichi di lavoro”.
28 GEN - Nel Lazio è bagarre per via della delibera adottata il 6 dicembre 2010 dalla Asl Rm/A, con la quale vengono affidate in outsourcing alcune branche del servizio di diagnostica per immagini (risonanza magnetica e mammografia). Il bando - a evidenza europea - riguarda il reclutamento di personale esterno da impiegare presso i poliambulatori di via Luzzatti, via Lampedusa e il presidio 'Nuovo Regina Margherita' di Roma.
L’intersindacale medica, in seguito alle sue richieste di attenzione sulla vicenda, è stata ricevuta in audizione dalla Commissione Sanità presieduta da Alessandra Mandarelli.
I sindacalisti, fortemente contrari alla delibera, hanno espresso tutto il loro disappunto sottolineando sia la totale dannosità del provvedimento sotto il profilo del risparmio e della lotta agli sprechi prevista dal Piano di rientro regionale, sia il disagio che si rischia di creare agli operatori sanitari. “Siamo preoccupati – hanno spiegato i sindacati - dal crescente ricorso all'esternalizzazione, a costi per nulla irrisori visto che la delibera da noi contestata parla di 420mila euro annui, con il rischio di alimentare l'idea di presidi sanitari come meri esamifici, slegati dalle normali attività sul territorio di una Asl, in un contesto di disagio per i professionisti, soprattutto per quanto concerne il precariato e i carichi di lavoro".
Anche per la
vicepresidente della Commissione Sanità del Lazio, Giulia Rodano (Pd), il provvedimento si profila “contraddittorio” non solo dal punto di vista politico ma anche da quello giuridico. Infatti, il ricorso all’outsourcing per compensare la carenza di personale “è espressamente vietato dal recente decreto 113”, oltre ad essere un “inquietante messaggio in vista delle scadenza nei prossimi giorni dei contratti a termine di centinaia di professionisti attualmente in forza alle nostre aziende sanitarie e ospedaliere".
Dubbioso sull’utilità del provvedimento si è detto anche il
consigliere regionale Raffaele D’Ambrosio (Udc) che, pur dicendosi sicuro della buona fede della delibera dell’Asl Rm/A, vista come un tentativo di dare un'immediata risposta alle liste d'attesa, teme il profilarsi di uno “svilimento della politica di contenimento della spesa intrapreso dalla presidente Polverini”.
A conclusione del dibattito,
il consigliere regionale Enzo Foschi (Pd), ha richiesto il “ blocco della delibera e la convocazione alla Pisana della struttura commissariale perché questo atto dimostra carenza di controllo a livello centrale rispetto a come viene attuato il Piano di rientro e di riorganizzazione sul territorio".
Anche i sindacati, sulla stessa lunghezza d’onda, hanno richiesto l'immediata sospensione della delibera, preannunciando la presentazione alla direzione dell'Asl di una controproposta.
Lo stesso
presidente della Commissione Sanità del Lazio, Alessandra Mandarelli, infine, pur riconoscendo che l’adozione della delibera da parte dell’Asl sia avvenuta ben prima della firma del decreto 113, ha espresso la sua preoccupazione in quanto si verrebbe a creare un precedente “in grado di creare un effetto a cascata poco in linea con la politica di rigore che stiamo adottando per risanare la sanità laziale”.
28 gennaio 2011
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