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Lazio. Smi: "No a stipula contratti atipici e vergognosi della durata di 20 giorni per ex guardia medica"

di Marzia Caposio

Il riferimento è ai medici addetti alla Centrale di Ascolto del servizio di Continuità Assistenziale. Per il vicesegretario, Francesca Perri: "Il servizio sanitario non è di proprietà dell'Ares 118 di Roma, e va gestito da figure professionali che conoscano il contenuto dell'accordo nazionale della medicina generale".

07 LUG - "Ancora una volta, i medici addetti alla Centrale di Ascolto del servizio di Continuità Assistenziale (ex guardia medica), ricevono trattamenti contrattuali a dir poco imbarazzanti". Lo ha affermato Francesca Perri, vicesegretario Smi-Lazio, secondo cui: "Persiste l’annosa anomalia, tutta romana, di affidare la gestione della Centrale di Ascolto all’Ares 118; che si avvale della collaborazione di dirigenti medici che ignorano, in toto, quanto previsto dal contratto dell'Area Convenzionata e che, nonostante tutte le rimostranze a riguardo, continuano imperterriti a gestire il servizio della Centrale di Ascolto come se fosse di proprietà dell'Ares 118, stipulando contratti lavorativi della durata di 20 giorni".
 
Mentre, l’accordo nazionale della Medicina Generale prevede, "contratti annuali o semestrali per i 62 medici (precari da oltre 10 anni), che ruotano nella Centrale di Ascolto di Roma, coprendo turni di 12 ore notturne e di 24 ore nei festivi".
 
Per la sindacalista, inoltre, bisogna sottolineare che, con questa tipologia di contratto atipico "non solo si crea un danno ai medici addetti al servizio che non sanno se, dopo 20 giorni, verrà rinnovato il loro rapporto di lavoro; ma si danneggia profondamente anche la collettività, poiché le mansioni del medico della Centrale d'Ascolto sono molto delicate e richiedono competenza ed esperienza e non possono essere svolte da chiunque".
 
"Il persistere di questa situazione - ha concluso Francesca Perri - comporterà inevitabilmente altre criticità dal punto di vista professionale, sanitario ed erariale e che ci vedrà costretti, nostro malgrado, a procedere con ulteriori forme di dissenso, nelle sedi opportune".

Marzia Caposio

07 luglio 2014
© Riproduzione riservata

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