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Toscana. Intersindacale: "Troppi problemi non risolti, senza risposte sarà stato di agitazione"


Le organizzazioni dell'area medica, sanitaria e veterinaria lamentano numerosi "problemi sollevati e non ancora risolti". In cima alla lista il blocco del turover e l'organizzazione degli ospedali per intensità di cura "che si sta rivelando sempre più un fallimento".

01 APR - Dopo un anno di confronto con l’assessorato alla Salute, le locali organizzazioni sindacali dell’area medica, sanitaria e veterinaria lamentano che “i problemi sollevati e non ancora risolti”. Lo sottolinea in una nota l’Intersindacale medica, veterinaria e sanitaria della Toscana che annuncia, in caso di mancate risposte, la proclamazione dello stato di agitazione che culminerà in una giornata di mobilitazione e protesta.
 
“Non è possibile – spiega la nota - continuare a tagliare la struttura produttiva degli ospedali pubblici, come si fa con la delibera 1235/2012, prevedendo una ulteriore riduzione di almeno 2000 posti letti. In questo modo si limita la possibilità di accesso alle cure per i cittadini, mentre si lascia sostanzialmente intatto l’apparato burocratico-amministrativo: 3 Estav, 21 tra Aziende sanitarie ed Enti, Società della Salute il cui destino è ancora nebuloso".

Nonostante ciò la Toscana ha già raggiunto, grazie alla riorganizzazione della rete ospedaliera sviluppata negli ultimi 15 anni, “quella soglia ottimale di posti letto (acuti + postacuzie) indicata dai documenti del Ministero della Salute nel 3,7 per mille abitanti, mentre il rapporto personale amministrativo/personale sanitario rimane largamente al di sopra di quel 7 % indicato come appropriato sempre dal Ministero della Salute".

E i tassi di occupazione dei posti letto in area medica “oramai largamente al di sopra del 90%, i frequenti appoggi in area chirurgica, le difficoltà di ricovero che incontra il Pronto Soccorso sono espressione di un sistema che lavora costantemente in situazioni organizzative critiche”. Una situazione che, avverte l’intersindacale, rischia di “avere ripercussioni negative sulla funzionalità dei singoli servizi e sulla sicurezza delle cure. E’ necessario, pertanto, ripensare le scelte sul taglio dei posti letto negli ospedali”.
 
I sindacati denunciano, inoltre, che l’organizzazione degli ospedali per intensità di cura “si sta rilevando sempre più un fallimento”. I medici esprimono, infatti, un malessere crescente negli ospedali “dove la nuova organizzazione è stata o è in corso di implementazione. E’ insopportabile la forzatura tutta ideologica su un modello organizzativo privo di evidenze scientifiche sufficienti in termini di esiti clinici rispetto alla sperimentata organizzazione dipartimentale. Lo scopo principale è oramai chiaro: frantumare i luoghi fisici delle unità operative e la stessa organizzazione dipartimentale prevista dal D.lgs 502/92 per porre il processo assistenziale come elemento fondante di una nuova organizzazione ospedaliera”.

L’opinione delle organizzazioni è che “la volontà esplicita è quella di ridurre i medici a macchine banali titolari dei processi diagnostico/terapeutici, ma distanti da quelli gestionali affidati ad altre figure: ingegneri clinici e dirigenti infermieristici”.

La nota dolente risiede nel fatto che “non si vuole più procedere ad una integrazione multi-professionale a letto del malato, ma piuttosto affermare una non governata e semplicistica autonomia delle varie professioni sanitarie attraverso uno spacchettamento del processo clinico/assistenziale”.
E una simile situazione, sia annuncia, “inevitabilmente comporterà confusione di ruoli e conflitti i cui esiti non saranno certamente positivi per i nostri pazienti. Eppure negli ospedali pubblici le leggi statuiscono una matrice organizzativa ben precisa, basata sulla individuazione di strutture complesse, strutture semplici, incarichi professionali e di organi di governo come il Collegio di direzione e il Comitato di dipartimento. Questa matrice rappresenta un principio legislativo fondamentale e non eludibile".
Nel complesso, spiega l’intersindacale, il blocco del turn over e la decurtazione delle dotazioni organiche rappresentano “gli ulteriori elementi portanti della destrutturazione dei modelli organizzativi storici su cui sono fondate le ottime performance raggiunte finora dal sistema sanitario della Toscana”. E viene giudicato “inconcepibile” che vi siano direttori generali di aziende sanitarie che “tutt’ora si rifiutino, attraverso un’interpretazione giuridica sbagliata, se non truffaldina, del decreto legislativo 78/2010 di erogare ai giovani medici e ai dirigenti sanitari le indennità economiche dovute per l’opzione di lavorare a rapporto esclusivo con il servizio sanitario pubblico”.
Alla luce di questi elementi e in mancanza di soluzioni certe per i problemi sollevati, l’intersindacale annuncia che ”nostro malgrado e nonostante lo spirito costruttivo e di responsabilità che finora abbiamo mantenuto, saremo costretti a difesa del Ssr, dei cittadini e dei legittimi interessi che rappresentiamo, a dichiarare lo stato di agitazioni con il preciso obiettivo di arrivare a una giornata di mobilitazione e protesta”.
 

01 aprile 2014
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