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La situazione surreale del Pronto soccorso del San Camillo

di Roberto Polillo

Tra denunce dei sindacati, ripensamento del Dg e indecisioni della Regione,  l’impressione evidente è che ci sia stata una sottovalutazione degli organi istituzionali di quanto fosse grave la situazione dell’azienda e di quanto fossero stati inutili  i provvedimenti correttivi fino ad allora assunti

20 GEN - La situazione dell’azienda ospedaliera Forlanini - San Camillo ha qualcosa di surreale. Per la prima volta sindacati medici e del comparto (CISL, FP CGIL,  Fsi , Nursind, RSU, UIL , USB, ANAAO, FM Medici)  decidono di concerto di occupare  la  Direzione Generale non per mancato rispetto di norme contrattuali o per questioni salariali (seppur legittime),  ma per denunciare che all’interno dell’azienda sono presenti “criticità assistenziali in continuo costante peggioramento come è dimostrato dalla presenza di PL improvvisati in tutti i corridoi dei reparti e dalla recente pubblicazioni di immagini di pazienti assistiti su materassi a terra”.
 
A  fronte di questo,  la regione decide in prima battuta  di inoltrare esposto alla magistratura,  ipotizzando una manipolazione delle foto,  e il giorno successivo  di inviare , giustamente,  gli  ispettori per verificare se quanto denunciato corrispondesse al vero.
 
Contemporaneamente il Direttore Generale, dopo aver negato per moltissimo tempo che la situazione dell’azienda fosse per lo meno degna di attenzione, dichiara senza mezze misure  che “è stata rilevata una situazione  di stabile e grave affollamento in  Pronto Soccorso con punte di 100 pazienti contemporaneamente presenti in tale area che compromette in modo significativo la qualità e la sicurezza dell’assistenza”.
 
Colpo di scena dunque in quanto si viene a registrare (come difficilmente accade e più presto del previsto)  una totale concordanza di opinioni tra i  sindacati che hanno iniziato la lotta e il   direttore generale Prof. Morrone contro il quale tale iniziative erano state assunte. Entrambi i soggetti infatti  danno lo stesso giudizio sul livello di compromissione della qualità e sicurezza dei pazienti in cui versa la struttura.
 
Ci  si chiede allora cosa ha fatto  il Direttore generale  per impedire che la situazione precipitasse fino a tal punto? Non poteva accorgersene prima e cercare le soluzioni possibili con chi tale situazione denunciava?  E ancora perché la regione non ha assunto iniziative più tempestive alle prime avvisaglie che la situazione stava precipitando  in considerazione anche  del peso e dell’importanza  straordinaria che riveste il San Camillo a livello regionale e nazionale?
 
L’impressione evidente è che ci sia stata una sottovalutazione degli organi istituzionali di quanto fosse grave la situazione dell’azienda e di quanto fossero stati inutili  i provvedimenti correttivi fino ad allora assunti. Carenze gestionali gravi che non possono essere passate sotto silenzio e che devono essere tenute presenti in fase di rinnovo della direzione generale. 
 
Il 2014 deve essere per il Presidente Zingaretti l’anno della svolta come da lui stesso preannunciato  e da noi auspicato. Serve una sferzata, un ulteriore atto di discontinuità col passato e noi auspichiamo  la strada scelta sia quella del rinnovamento procedendo alla sostituzione, ormai inevitabile,   dei vertici aziendali.
 
Roberto Polillo

20 gennaio 2014
© Riproduzione riservata

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