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Friuli Venezia Giulia. Telesca: “Serve riforma. Ci sono meno risorse ma non taglieremo servizi”


L’assessore alla Salute traccia la rotta che vuole seguire la nuova Giunta. “È necessaria un'autentica riforma dei servizi sanitari perché anche la nostra realtà non è più quella di una volta”. Ma nonostante le minore risorse rassicura. “Non faremo tagli ai servizi sanitari per i cittadini, ma andremo ad incidere sugli aspetti gestionali”.

06 NOV - "In Friuli Venezia Giulia è necessaria un'autentica riforma dei servizi sanitari perché anche la nostra realtà non è più quella di una volta. Vi sono nuove tecnologie e nuove terapie, vi sono nuovi metodi diagnostici e nuovi farmaci; perché la popolazione invecchia e bisogna saper affrontare, non solo a parole, le pluripatologie con la continuità dell'assistenza e l'integrazione socio-assistenziale. Perché i bisogni non sono più quelli di 20 anni fa. E anche perché, alla luce di tutto questo, vi sono nuovi indirizzi, nuovi protocolli e, non ultimo, nuove norme nazionali. Per questo abbiamo avviato un percorso di riforma. Non certo per risparmiare sulla pelle dei cittadini, anche se il tema della sostenibilità complessiva del sistema ci è ben chiaro". È quanto affermato dall’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca a margine di un convegno a Lignano Sabbiadoro (UD) sull'assistenza sanitaria transfrontaliera.
 
Dunque, per Telesca, "una riforma è un cambiamento, non una pura ridistribuzione di risorse o una semplice questione di numero delle aziende o dei distretti. E verso questo cambiamento la Giunta regionale guidata da Debora Serracchiani si è incamminata con convinzione e serietà, avviando un approfondito lavoro di analisi che, aspetto per aspetto, metterà sul piatto della bilancia costi e benefici nel lungo periodo di ogni possibile scelta, confrontandosi con tutti i portatori di interesse. Scelte che saranno fatte non emozionalmente e non certo per compiacere singoli settori, gruppi o territori, ma guardando realmente ai bisogni di tutta la popolazione del Friuli Venezia Giulia: donne e uomini, bambini e anziani". 
 
Diverso, per l’assessore, è il discorso delle risorse che non sono più quelle di una volta e che comportano, per il prossimo anno, una riduzione in Finanziaria di una novantina di milioni di euro. "A questo calo di risorse stiamo dando una risposta immediata", assicura. Una risposta che "non consisterà in tagli di servizi sanitari ai cittadini, ma andrà ad incidere sugli aspetti gestionali, anche semplicemente cominciando finalmente ad applicare direttive che in passato ci si è ben guardati dall'applicare". C'è il tema della riorganizzazione amministrativa. "Vi sono alcune attività che possono essere accorpate, garantendo nel contempo maggiore efficienza e minori costi. Senza peraltro mettere in discussione il personale ma solo facendolo lavorare meglio". C'è la questione, non certo meno importante, degli acquisti. Che "vanno centralizzati, equiparando i costi di beni e servizi ai costi sostenuti nelle regioni più virtuose. In questo guardando anche, perché no, alle realtà più vicine d'oltre confine". E c'è anche l'aspetto dei posti letto per acuti, spiega l'assessore. "Ce ne sono ancora troppi, che spesso sono dove non servono. Non vanno tolti, ma riconvertiti, a beneficio di tutti. Su tutto abbiamo avviato un ragionamento per Area Vasta, così come stiamo cercando di capire se vi sia, e dove, una ridondanza di reparti che non sempre si traduce in più e più funzionali servizi". In sostanza, conclude l'assessore "una riorganizzazione è possibile senza che ciò implichi riduzione dei servizi". E questa riorganizzazione "non dovrà aspettare la riforma ma partirà da subito, con indirizzi precisi che saranno indicati nelle Linee di gestione per il 2014, messe nero su bianco già a fine mese".
 
Ma l’assessore ha toccato anche il tema caldo della direttiva Ue sull’assistenza transfrontaliera. “L'applicazione della Direttiva rappresenterà innanzitutto una sfida, in quanto comporterà la necessità di implementare in modo omogeneo i servizi legati alla salute in Paesi che si contraddistinguono per tradizioni, modelli organizzativi e di funzionamento, spesso diversi tra loro”. E diversi, come ha messo in rilievo l'assessore, sono anche gli indicatori della salute nei vari Paesi, così come lo sono la qualità e lo stile di vita. Ci sarà dunque, per Telesca, la “necessità di uniformare gli standard qualitativi e di sicurezza che caratterizzano la nostra sanità, e si verificherà in misura sempre crescente la richiesta, da parte dei cittadini comunitari, di una ancor maggior trasparenza sul funzionamento del sistema sanitario. Parallelamente la Direttiva comunitaria rappresenterà, anche un'opportunità: apre infatti nuove frontiere e reca uno stimolo nuovo a perseguire la strada della verifica e del miglioramento della qualità dei servizi”.
 
“Per uniformare i servizi – ha proseguito - a livello comunitario e per consentire ai cittadini dell'Unione europea di fruire di condizioni omogenee, ovunque essi si trovino, andranno però messi a punto accordi e meccanismi di carattere amministrativo che consentano di mettere i diversi Stati in relazione tra loro. Tenendo conto anche del fatto che della Ue fanno parte Paesi nei quali la salute è regionalizzata, come avviene in Italia, e Paesi nei quali invece è statale”.
 
“Da quest'ultima considerazione, traspare evidente - ha concluso l'assessore Telesca -che il Friuli Venezia Giulia, Regione di frontiera, dovrà continuare lungo il cammino della qualità e dell'appropriatezza della sanità. Che sono i concetti attorno ai quali si incardina la riforma del sistema sanitario regionale”.

06 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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