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Friuli Venezia Giulia. La Giunta Serracchiani approva il ddl di riforma della sanità


Il dispositivo, voluto da Serracchiani e frutto dell'iniziativa dell'assessore alla Salute Telesca, è composto da sei articoli che indicano finalità e principi del riordino, per lasciare la precisa definizione del nuovo modello ad una fase successiva. Prevista anche l'istituzione della 'Consulta regionale della sanità. Abrogata la precedente riforma della Giunta di centro destra.

29 SET - Come annunciato nel programma di governo della presidente della Regione Debora Serracchiani per il servizio sanitario del Friuli Venezia Giulia si sta già cominciando a delineare un nuovo assetto istituzionale ed organizzativo. Per iniziativa dell'assessore Maria Sandra Telesca, la giunta regionale ha compiuto il primo passo di un percorso destinato a concludersi entro il 2014, dando via libera ad un disegno di legge, in sei articoli, che indica finalità e principi del riordino, per lasciare la precisa definizione del nuovo modello ad una fase successiva, che sarà anche il frutto di un confronto con tutti i portatori di interesse.
 
Centralità della persona, integrazione dei servizi sanitari e assistenziali, continuità delle cure tra ospedale e territorio, omogeneità dell'offerta sono gli obiettivi principali indicati dalla legge proposta, che punta anche a garantire la sostenibilità economica del sistema attraverso una indispensabile riorganizzazione e l'impiego efficiente delle risorse e delle competenze professionali. Rivolgendo anche grande attenzione alla prevenzione e al continuo aggiornamento degli operatori. 
 
E se il più importante principio guida consiste nel rispetto della dignità della persona, non dovrà mancare un forte impegno all'ottimizzazione dell'uso delle tecnologie e alla ricerca dell'appropriatezza delle funzioni, con la distinzione tra prestazioni urgenti e differibili, e con risposte adeguate alle patologie acute che a quelle di lunga durata.
 
Anche per questo è prevista la creazione di un sistema di misurazione e valutazione dell'appropriatezza assistenziale, organizzativa e qualitativa. Si tratta insomma, come spiega l'assessore Telesca, di "un pacchetto normativo che, senza modelli precostituiti, indica spirito e metodo della riforma che il prossimo anno costruiremo senza farlo cadere dall'alto, ma coinvolgendo passo dopo passo sia gli enti locali che le associazioni".
In quest'ottica, infatti, per tutta la durata della legislatura sarà costituita, ed è una assoluta novità, la "Consulta regionale della sanità", per favorire un confronto costruttivo con chi rappresenta interessi diffusi nei settori sanitario e socio sanitario.
È proprio su questo aspetto che la riforma targata Serracchiani/Telesca si discosterà - sottolinea una nota della Regione - dall'assetto istituzionale astrattamente disegnato lo scorso anno dalla precedente Giunta regionale, con la legge 25 che il ddl approvato oggi prevede di abrogare.
 
"Quella norma - commenta Telesca - consisteva in una pura e semplice riduzione degli enti del SSR-Servizio Sanitario Regionale e dei Distretti, senza un percorso condiviso, senza alcun studio di fattibilità, senza un'analisi comparativa tra ipotesi diverse. Ed è stata anche e soprattutto una scelta unilaterale, priva di una filosofia di fondo, senza principi e senza criteri".
 
"Il sistema sanitario in Friuli Venezia Giulia, la cui strategicità è pari alla complessità, nonostante la difficile congiuntura che da tanto tempo stiamo attraversando - evidenzia l'assessore regionale alla Salute - è ancora unanimemente ritenuto di eccellenza e ha mantenuto un sostanziale equilibrio economico. Dopo 20 anni dall'ultima vera riforma, un riordino ora è necessario ma va ponderato. Occorre cautela. Questo disegno di legge ci permette di studiare tutte le variabili, partendo proprio da una chiara definizione delle finalità e dei principi. E avendo sempre ben presente la 'mission' fondamentale di una pubblica istituzione, eticamente responsabile e solidale: garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute e al ben-essere, indipendentemente dal reddito o dalla località di residenza, e quindi senza disparità di trattamento a fronte di medesimi problemi". 

29 settembre 2013
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