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Piemonte. Fedir Sanità a Rabino: “Esilarante sua difesa delle Federazioni”


Così il sindacato dei direttivi e della dirigenza tecnico, professionale e amministrativa delle Asl e Ao, ha replicato a quanto dichiarato dall’amministratore unico della Federazione sovrazonale Torino nell’intervista rilasciata a QS. “In 1 anno di attività non si sono visti risparmi, solo ulteriori costi”.

31 MAG - “Giorgio Rabino, amministratore unico della Federazione sovrazonale Torino, nell’intervista rilasciata a Quotidiano Sanità, durante il Forum PA a Roma, è esilarante. Nelle sue parole abbiamo ascoltato solo la retorica di chi non si vuole arrendere nemmeno davanti all’evidenza”. Così in una nota la Fedir Sanità, il sindacato rappresentativo dei direttivi e della dirigenza tecnico, professionale e amministrativa delle Asl e Ao, ha replicato a quanto dichiarato dall’amministratore unico della Federazione sovrazonale Torino nell’intervista video rilasciataci nei giorni scorsi.

“Sappiamo tutti che, dopo il parere del Tavolo Massicci, le precedenti dimissioni dell’ex Assessore alla Sanità in Piemonte, Paolo Monferino, proprio per i problemi e i dissidi dovuti alla legge regionale tanto elogiata da Rabino, e l’arrivo del nuovo assessore Ugo Cavallera, il progetto delle Federazioni è fallito – prosegue la nota - In un anno di attività non si sono visti né risparmi né efficienza del servizio ma solo ulteriori costi per la Regione che ha dovuto sborsare anche una ingente cifra proprio per lo stesso Rabino e i suoi colleghi”.

Fedir Sanità rimarca il fatto di essersi opposta da subito alla costituzione delle Federazioni sanitarie, proprio perché “ne aveva evidenziato tutti i limiti”. “Ora la domanda che Rabino e compagni si devono porre è quanto sono costate le Federazioni e quanto ancora costeranno ai cittadini e quanto ancora ci vorrà, dopo il danno fatto, ad uscire dal pantano - si chiede nella nota - Anche il neo assessore Cavallera ha dovuto, suo malgrado, ammettere che le Federazioni solo un costo improduttivo. La Fedir ha ricorso al Tar in Piemonte ed ora al Consiglio di Stato a Roma, sollevando seri dubbi di incostituzionalità delle sei strutture all’atto della costituzione. Le parole dell’amministratore oggi sono del tutto fuori luogo e assolutamente false – conclude il sindacato - L’unica domanda a cui Rabino dovrebbe rispondere è quanto occorrerà per rimettere tutto a posto e chi pagherà i costi che questa folle avventura ha determinato”.

31 maggio 2013
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