Lazio. Tempi di attesa al San Camillo. E' polemica tra la Uil e il Dg Morrone
Il sindacato aveva denunciato i tempi d'attesa nell'ospedale romano, giudicati eccessivi rispetto all'intramoenia. Il direttore, Aldo Morrone, aveva replicato "mi prendono di mira tutti i giorni". Netta la risposta della Uil: "Accuse infamanti, porteremo documentazione".
22 APR - Oltre 210 giorni di attesa per una visita ortopedica, 270 per un elettrocardiogramma, 160 per una gastroscopia. Questi i tempi d’attesa registrati al San Camillo da un’indagine della Uil. Per le stesse prestazioni in intramoenia, però, bisogna aspettare meno di una settimana. “Come è possibile attendere dai 200 ai 300 giorni per delle semplici visite specialistiche con il Servizio sanitario nazionale mentre in libera professione (ossia a pagamento) si deve attendere al massimo 3 giorni?” è l’interrogativo lanciato da
Paolo Dominici, segretario della Uil Fpl di Roma.
Immediata la replica del direttore del San Camillo,
Aldo Morrone. “La Uil ci prende di mira tutti i giorni perché non asseconderemmo le loro richieste favorendo altri sindacati, ma non è così”. A livello più prettamente operativo, Morrone ha poi sottolineato che “le attrezzature e il personale di questo ospedale, che è di secondo livello, cioè di alta specializzazione, sono impegnati nelle emergenze gravi e nell’alta complessità, dai trapianti alla chirurgia maggiore”. E’ per queste ragioni che nell’orario ordinario resterebbe “poco tempo per dare una risposta al fabbisogno di salute di routine che potrebbe essere assicurato negli ospedali di primo livello o nella rete dei servizi territoriali che dovrà essere adeguata. La Regione – ha concluso Morrone – sta riorganizzando i servizi con l’occhio ai più poveri e a quelli davvero bisognosi di cure”.
Una risposta che, però, non ha convinto la Uil. “Il dg Morrone ci spieghi come mai – attacca Dominici - il tempo di erogare esami diagnostici strumentali di estrema importanza come ecografie e risonanze magnetiche riescono a trovarlo in libera professione in meno di 6 giorni questi macchinari, che dovrebbero essere messi al servizio di tutti i cittadini, sono offerti a chi paga, ed ancor più grave il fatto che in caso l’utente debba eseguire nella stessa seduta 2 o più esami di risonanza magnetica oppure di Tac, il primo esame è a costo intero, mentre i successivi sono da considerarsi al 50% della tariffa ordinaria”. Secondo il segretario romano della Uil Fpl sono inoltre “gravissime le parole del Dg Morrone secondo le quali la Uil Fpl lo stia prendendo di mira, tutti i giorni, perché non asseconderebbe le nostre richieste a vantaggio invece di altri sindacati. A queste insinuazioni che ritengo infamanti – conclude – risponderò quanto prima producendo tutta la documentazione necessaria atta a dimostrare i motivi della nostra protesta, volta essenzialmente a fermare gli sprechi e i provvedimenti che a nostro avviso sono impropri”.
22 aprile 2013
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