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Emilia Romagna. Regione vara Piano straordinario: tagli per 260 mln nel 2013


Quattro azioni per evitare un Piano di rientro: tariffe ospedaliere, turnover del personale, rinnovo delle convenzioni, recupero sui contratti per beni e servizi. Lusenti: “Un Piano di sostenibilità, senza ridurre i servizi e aumentare ticket, ma salvaguardando il processo di innovazione in corso”.

12 DIC - Un Piano straordinario di sostenibilità per difendere la sanità emiliano-romagnola, senza ricorrere a tagli dei servizi e senza aumentare ticket e tasse regionali. È la scelta della Regione di fronte a un 2013 in cui per la prima volta il Fondo sanitario nazionale sarà in valori assoluti inferiore a quello dell’anno precedente, con un definanziamento per l’Emilia-Romagna di 260 milioni da recuperare in un solo esercizio.

“Una  frattura radicale - ha spiegato l’assessore regionale alle politiche per la Salute, Carlo Lusenti –  di cui abbiamo scelto di  farci carico come sistema, facendo ognuno la propria parte, in modo sostenibile e appropriato,  salvaguardando una visione di prospettiva e continuando nel processo di innovazione e qualificazione in corso”.

Il Piano è stato oggetto nelle scorse settimane di un articolato confronto con le rappresentanze professionali, sindacali e sociali del mondo sanitario e illustrato questa mattina ai componenti della Commissione assembleare per la salute e le politiche sociali.  Quattro le azioni principali: tariffe, turnover, convenzioni, contratti per beni servizi.  Ma anche, come ha sottolineato l’assessore, “il proseguimento di quelle azioni di efficientamento che ci permettono di chiudere in pareggio il 2012 nonostante il taglio di 67 milioni di euro della spending review a settembre”.

La scelta di difendere i servizi senza “gravare sulle spalle dei cittadini” si accompagna a un‘altra scelta importante fatta dalla Regione con il Bilancio di previsione 2013 di destinare alla sanità emiliano-romagnola risorse proprie aggiuntive pari a 150 milioni di euro e confermando il finanziamento di 70 milioni per il Fondo per la non autosufficienza (che potrà contare anche quest’anno su 430 milioni di euro).
In questo modo è stato contenuto uno scostamento che altrimenti avrebbe toccato i 410 milioni di euro, e che è il risultato dell’effetto congiunto delle due manovre dell’estate 2011, della spending review e della legge di stabilità che a livello nazionale prevede per la sanità 600 milioni in meno nel 2013 e 1 miliardo nel 2014.
Il tema pur importante dei posti letto, “non è la vera emergenza al momento”, ha sottolineato Lusenti, ricordando che  manca ancora la proposta del Governo, inizialmente prevista per la fine di ottobre, solo dopo la quale potrà essere messo a punto il documento regionale. Tenendo conto dell’iter previsto, la valutazione è che la manovra non produrrà comunque alcun effetto concreto prima della metà del 2013.
Analizziamo i quattro punti di intervento nel dettaglio:

Tariffe. La Regione allineerà la tariffe ospedaliere con cui remunera le prestazioni di ricovero fatte dalle strutture pubbliche e private accreditate alla tariffa unica nazionale. Attualmente l’Emilia-Romagna ha tariffe mediamente più alte e la spending review stabilisce che dal 2013 la differenza rispetto alla tariffa unica nazionale andrà a pesare sui bilanci regionali. Contemporaneamente la Regione ha deciso di modificare l’attuale articolazione tariffaria, passando da due a tre livelli di tariffe. Va sottolineato che già oggi la maggior parte delle Regioni ha un sistema tariffario che va da un minimo di tre a un massimo di sei livelli tariffari.

Turnover del personale. Negli ultimi 13 anni il personale della sanità emiliano-romagnola è cresciuto ininterrottamente anno su anno, categoria su categoria. Da qui la scelta di coprire il turn over in modo articolato, salvaguardando al massimo il personale addetto all’assistenza.

Un “tavolo” sul rinnovo del contratto integrativo regionale per i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. La Regione ha proposto di avviare un confronto con le rappresentanze sindacali dei Medici di medicina generale, Pediatri di libera scelta, Medici di continuità assistenziale e specialisti ambulatoriali sul contratto integrativo regionale che vale 90 milioni di euro, per rivedere l’attuale sistema di incentivi, eliminando da un lato le sovrapposizioni che nel tempo si sono create con il livello nazionale e dall’altro individuando obiettivi più innovativi e utili alla qualificazione del sistema.

Beni e servizi. In questo caso si tratta di un adempimento imposto dalla legge nazionale. La spending review ha imposto alle Aziende sanitarie il recupero del 5% sui contratti in essere per la fornitura di beni e servizi. Dall’1 gennaio in base alla legge di stabilità questa percentuale viene portata al 10%.

12 dicembre 2012
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