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Liguria. Corte dei Conti parifica il rendiconto 2023, ma per la sanità disavanzo da 75 mln coperto con risorse regionali


Si consolida il significativo incremento dei fondi assegnati ad A.Li.Sa., che passano dai 46,2 milioni di euro del 2017 a 473,95 nel 2023, in lieve riduzione rispetto ai 510,8 milioni del 2022. Negativa il saldo della mobilità: -69,52 milioni, in peggioramento rispetto ai 51,49 del 2022. Spesa ospedaliera all’11,77%, superiore all’obiettivo del 7,65 e alla media nazionale del 10,78. I DOCUMENTI

18 LUG -

La Regione Liguria fa registrare un risultato della gestione di competenza positivo per quasi 87 milioni (rispetto ai 170 registrati nell’esercizio precedente). Ma il risultato del conto economico sanitario consolidato (IV trimestre 2023), evidenzia un disavanzo di 74,77 milioni (in peggioramento rispetto agli esercizi precedenti), coperto da risorse regionali. È quanto sottolinea la Corte dei Conti che oggi ha parificato il rendiconto finanziario della Regione.

I dati finanziari desumibili dal rendiconto 2023 hanno confermato che gli impegni per la spesa sanitaria (4,23 miliardi, al netto delle partite di giro) costituiscono componente principale di quella regionale, attestandosi al 78 per cento di quelli complessivi (5,42 miliardi di euro).

Il disavanzo, come accennato, ha già trovato copertura in risorse regionali, 13,699 milioni già nel bilancio 2022 e 61,080 milioni stanziati dal bilancio regionale 2024, garantendo l’equilibrio complessivo del sistema sanitario ligure.

Si consolida il significativo incremento dei fondi assegnati ad A.Li.Sa., che passano dai 46,2 milioni di euro del 2017 a 473,95 nel 2023, in lieve riduzione rispetto ai 510,8 milioni del 2023. L’aumento, fino al 2019, è derivato dalle più ampie funzioni attribuite dalla legge regionale (da valutare alla luce dell’impatto sui livelli essenziali di assistenza e, in generale, di complessiva efficienza del sistema), mentre, per il 2020 e 2021, è dovuta, in massima parte, ai finanziamenti erogati per l’emergenza pandemica.


Un’incidenza negativa continua ad avere il saldo della mobilità (negativo per 69,52 milioni, in peggioramento rispetto ai 51,49 del 2022 e 46,29 del 2021), “palesante – si legge nel documento - la necessità di migliorare l’attrattività del sistema sanitario ligure o di ridurre le fughe dei pazienti verso altre regioni (al netto dei casi, peraltro percentualmente rilevanti, ritenuti fisiologici dal Ministero della Salute) o, ancora, di stipulare accordi con le regioni confinanti per contenere l’onere finanziario. In tale direzione possono incidere anche gli obiettivi economici e assistenziali attribuiti alle singole strutture e, in particolare, ai direttori generali (assegnati nel mese di luglio 2023) verificati, al momento, per il 2022”.

La Sezione ha proseguito la verifica degli adempimenti, in materia di armonizzazione dei bilanci, imposti dal d.lgs. n. 118 del 2011, in particolare di perimetrazione delle entrate e delle uscite destinate al finanziamento del SSR, di integrale accertamento e impegno delle relative risorse, nonché di congrua erogazione per cassa agli enti del SSR, entro la fine dell'esercizio, di almeno il 95 per cento delle somme incassate dallo Stato e di quelle che la Regione ha destinato al finanziamento del servizio sanitario (percentuale pari, a fine 2023 al 98,05 per cento). Meno celeri paiono i pagamenti relativi alle spese di investimento del programma 13.005 investimenti sanitari (nel 2023, a fronte di previsioni per 370,71 milioni, si registrano impegni per 13,02 milioni e pagamenti per soli 222 mila euro).

A fine 2023 l’ammontare complessivo dei crediti degli enti del SSR verso la Regione (pari a 951 milioni) è in leggera riduzione rispetto al 2022 (1.017,3 milioni). Permane, inoltre, un sensibile importo (117 milioni) risalente a oltre un quinquennio. L’attività di conciliazione delle posizioni debitorie e creditorie con gli enti del SSR ha fatto emergere, in alcune ipotesi, il decorso di un significativo lasso temporale fra l’attribuzione delle somme e l’attuazione delle attività finanziate o la rendicontazione di queste ultime o, ancora, ritardi nel trasferimento di fondi da parte dei ministeri finanziatori.

Un’analisi specifica ha riguardato il rispetto delle norme statali di finanza pubblica in materia sanitaria (valutati al netto dei costi per l’emergenza pandemica). Risultano conseguiti gli obiettivi di contenimento dei posti letto ospedalieri accreditati (pari al 3,51 per mille abitanti, inferiore al 3,70 posto dal legislatore) e dei costi complessivi per il personale (in aderenza ai dati chiesti dalla Circolare MEF-RGS sull’annuale Conto del personale).

Nel 2023 la spesa farmaceutica si è attestata, in Liguria, al 17,57 per cento del fondo sanitario, in linea con la media nazionale (17,32 per cento), non sufficiente a raggiungere l’obiettivo di contenimento posto dalla legge (14,85 per cento). Quest’ultimo, nello specifico, risulta conseguito per la farmaceutica convenzionata (5,69 per cento del FSR, contro la percentuale obiettivo del 7 e la media nazionale del 6,35), mentre non è raggiunto per quella ospedaliera (a cui va sommata la distribuzione diretta e quella per conto), in cui la percentuale è risultata pari all’11,77 per cento del FSR (superiore all’obiettivo del 7,65 e alla media nazionale del 10,78). “Tale ultimo limite, va precisato, è penalizzante per le regioni nelle quali l'offerta ospedaliera è in prevalenza pubblica, posto che, nelle prestazioni di ricovero erogate da operatori privati accreditati, il costo del farmaco somministrato ricade nei costi per servizi, compreso nel corrispettivo modulato sulla tariffa DRG”, sottolineano i giudici contabili.

Discorso analogo può essere fatto per il tetto posto ai costi per dispositivi medici.

Nel 2017 la Giunta regionale aveva approvato un accordo per la distribuzione “per conto” dei farmaci, che ha uniformato, su tutto il territorio, l’elenco di quelli distribuibili (in modo da conciliare prossimità all’utente e standardizzazione delle procedure), riducendo la remunerazione riconosciuta ai farmacisti, che, in base ai dati forniti, ha, per il momento, mostrato risultati conformi agli obiettivi (e che, nel biennio 2020-2021, durante la pandemia, ha permesso di rifornirsi presso le farmacie territoriali, senza doversi recare in strutture ospedaliere).

In relazione ai costi per le prestazioni, ambulatoriali e di ricovero, erogate da operatori privati accreditati (misurati, come negli anni precedenti, non considerando le attività prestate dagli EO Galliera ed Evangelico, assimilati a strutture pubbliche) si osserva il mancato conseguimento del limite finanziario posto dalla legge statale (contrazione della spesa complessiva annua, rispetto al 2011, del 2 per cento), sia con i dati elaborati dal Tavolo Tecnico sia da con i dati che Regione ha esposto, in apposita analoga tabella.

Per quanto riguarda gli accantonamenti ed i relativi Fondo Rischi e rimandando alla DGR n. 102/2014, si raccomanda, soprattutto, di tener in debito conto l’entrata in vigore del decreto 15 dicembre 2023, n. 232 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, previsto dall’articolo 10 della L. 24/2017 (Legge Gelli) in tema di requisiti minimi delle polizze di assicurazione e delle analoghe misure di assunzione diretta del rischio Il Fondo rischi costituito annualmente con lo scopo di coprire i sinistri di competenza ha seguito un andamento progressivo in negativo negli anni determinando, partendo dalla data di autoassicurazione, il totale esaurimento degli stessi. Questa Sezione sottolinea, quindi, l’urgente necessità di una verifica dei parametri utilizzati ai fini della quantificazione del Fondo rischi annuale per “errori medici”.




18 luglio 2024
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