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San Camillo. Anaao: “Bondi vuole tagliare 18 mln entro fine 2012. Ricorreremo alla Magistratura”


Ad intimare questa riduzione di risorse è stato il Commissario alla Sanità della Regione Lazio, Enrico Bondi. I camici bianchi del sindacato della dirigenza medica non ci stanno e si dicono “pronti a difendere il diritto alla cura dei cittadini con tutti i mezzi, anche ricorrendo alla magistratura”.

15 NOV - Entro il 31 dicembre 2012 dovrà essere attuata una riduzione di ulteriori 18 milioni di euro della spesa prevista. È quanto richiesto al San Camillo Forlanini da Enrico Bondi, il Commissario alla sanità della regione Lazio. I medici dell’Anaao Assomed non ci stanno, non tollereranno ulteriori tagli sull’assistenza, e si dicono “pronti a difendere il diritto alla cura dei cittadini con tutti i mezzi, anche ricorrendo alla magistratura”.

“Una decurtazione insostenibile”, l’ha definita il segretario aziendale Anaao, Bruno Schiavo. “Non crediamo al teorema ‘si può fare lo stesso con meno’ e non tollereremo l’ennesima riduzione dell’assistenza in un ospedale che è già in evidente gravissima difficoltà - ha sottolineato - le criticità più volte da noi denunciate non sono state mai risolte, a partire dal sovraffollamento che continua a gravare sul pronto soccorso: punta dell’iceberg di un ospedale in crisi”.

“Respingiamo il tentativo mistificante di attribuire l’affollamento del PS all’afflusso inappropriato di persone ‘non malate’ - ha proseguito Schiavo - il Pronto soccorso è affollato da persone malate, spesso anziane e con più patologie concomitanti che hanno necessità di ricovero mentre continua ad allungarsi il tempo d’attesa per un posto letto che nel primo semestre di quest’anno ha superato i tre giorni per 334 cittadini con un aumento del 75% rispetto ai 192 del 2011. Nello stesso periodo per 1500 persone più fortunate l’attesa è durata ‘solo’ due giorni”.
Un’attesa lunga ed estenuante in barella, in una situazione di inaccettabile promiscuità. Un degrado che gli stessi medici dicono di non poter accettare e che indicano come “la diretta conseguenza delle gravi difficoltà in cui si trovano tutte le Unità operative dell’ospedale”.

Il sindacato ha inoltre denunciato l’inadempienza della Direzione generale per la mancata realizzazione degli interventi riorganizzativi promessi a maggio, su proposta delle Organizzazioni sindacali, e per “l’assenza di un documento programmatico aziendale nonché di interventi specifici anche minimi finalizzati all’assistenza dei cittadini”.

“I medici - ha precisato il segretario aziendale Anaao - hanno accumulato 200.000 ore eccedenti non retribuite e 50.000 giorni di ferie non godute, mentre continua lo sfruttamento dei precari pagati anche 600 euro/mese per un’attività assistenziale che, a norma di legge, non possono svolgere. E quando, come è accaduto di recente, un medico è costretto a lavorare per 24 ore consecutive in terapia intensiva si mettono a rischio la salute del paziente e del medico stesso”.

“Chiediamo – ha concluso Schiavo - l’attenzione dei cittadini, delle istituzioni e di quanti hanno a cuore la sanità pubblica in difesa del diritto alla cura”.

15 novembre 2012
© Riproduzione riservata

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