Lazio. Forte ai malati di Sla: “Trovate risorse per acquistare comunicatori”
È stato l’assessore alle Politiche sociali e Famiglia a dare l’annuncio, spiegando che si tratta di 500 mila euro che andranno ad aggiungersi ai 9 mln di euro del fondo regionale sociale che quest’anno è stato dedicato alle persone colpite da questa patologia.
09 NOV - “Abbiamo trovato le risorse con cui acquistare i comunicatori per i malati di Sla che vivono nel Lazio”. Lo ha comunicato in una nota l’assessore alle Politiche sociali e Famiglia,
Aldo Forte. “Destineremo ai macchinari che aiutano nella comunicazione i malati di sclerosi laterale amiotrofica 500 mila euro – ha aggiunto Forte – risorse che si vanno ad aggiungere ai 9 milioni del fondo regionale sociale che quest’anno abbiamo dedicato alla Sla”.
L’assessore ha spiegato che, in questo modo, in attesa dei nuovi fondi nazionali, si potranno raccogliere le istante di molte associazioni e famiglie che avevano lanciato l’allarme per l’ormai prossimo esaurimento del precedente fondo ministeriale.
“Con il fondo ministeriale di un milione e mezzo di euro gestito dall'Azienda Ospedaliera San Filippo Neri di Roma – ha dichiarato
Domenico Alessio, già Direttore Generale del Policlinico Umberto I - in tre anni abbiamo soddisfatto le richieste di 188 pazienti, per un fabbisogno di circa 100 pazienti all’anno. Ad oggi il parco macchine conta circa 1.500 ausili e comprende comunicatori a puntamento oculare, ausili a più basso contenuto tecnologico fino ai campanelli di chiamata, per una spesa media a paziente di circa 9mila euro. Ausili – ha aggiunto - che non vengono solo acquistati, ma anche rimessi in utilizzo per circa il 15 cento, all’interno di un percorso virtuoso, peraltro raro in Italia, che prevede un attento monitoraggio dei pazienti”.
“Non avremmo mai potuto rimanere indifferenti – ha concluso l’assessore Forte – si tratta di un intervento che ha una rilevanza sociale imprescindibile, perché senza queste tecnologie le persone affette da Sla non potrebbero comunicare con l’esterno. Era importante intervenire e, soprattutto, farlo in fretta”.
09 novembre 2012
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