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PD: “Giudizio durissimo della Corte dei Conti sulla Regione Lombardia”


18 LUG - “Quello della Corte dei conti è un giudizio durissimo su diversi aspetti che hanno direttamente a che fare con la vita dei cittadini, dalle liste d’attesa alle risorse per le imprese, dall’incapacità di rinnovare le apparecchiature degli ospedali pubblici al disastro nelle assegnazioni degli alloggi Aler, fino alla ormai ricorrente segnalazione del dramma delle morti sul lavoro. Ma fa riflettere che la Corte abbia segnalato ancora una volta l’incapacità della Regione di effettuare una programmazione di lungo periodo, sulla quale basare le proprie scelte strategiche, problema che è ancora più grave se si pensa all’arrivo di maggiore autonomia su diverse materie. Regione Lombardia oggi non è in grado, o non ha intenzione, di dotarsi di un quadro entro cui sviluppare le proprie politiche, ma non si fa remore di rivendicare maggiore autonomia e competenze”. Lo dichiarano per il gruppo regionale del Partito Democratico il capogruppo Pierfrancesco Majorino e il capodelegazione in commissione bilancio Pietro Bussolati dopo avere ascoltato la relazione al giudizio di Parificazione del rendiconto regionale 2023 da parte della procura regionale della sezione giurisdizionale della Corte dei conti.
 
“Sulla sanità la Corte segnala un elemento allarmante, che di 380 grandi apparecchiature che la Regione doveva sostituire negli ospedali pubblici con fondi PNRR, solo 164 sono oggi operative, molto meno della metà – continuano Majorino e Bussolati -. Sono macchinari vecchi, e addirittura per il 57% hanno superato i limiti di utilizzo. La Regione non riesce a sostituirli pur avendo i soldi per farlo, e questo, lo dice la Corte, pesa anche sulle liste d’attesa, perché maggiore efficienza e apparecchi al passo con i tempi permetterebbero di effettuare molti più esami. Perché la giunta Fontana non riesce nemmeno a spendere presto e bene i soldi che arrivano dall’Europa? Fa impressione che la Lombardia, tra le dieci maggiori regioni italiane, sia ottava per la capacità di impegnare i fondi FSE Plus e sesta per i fondi Fesr. Altro che efficienza!”
 
Un capitolo oscuro per la Corte dei conti, prosegue la nota dei due esponenti Dem, è quello delle società partecipate. “La Corte segnala che Pedemontana Lombarda Spa è per le casse pubbliche un grosso problema, perché nel solo 2023 ha perso 12 milioni, e le perdite ora ammontano a 86 milioni. La partecipazione della Regione si è svalutata, la restituzione del prestito è sempre più incerta e in un orizzonte temporale decisamente ampio, dice la Corte, che appare eccessivamente gravoso, in termini di rischio, per la posizione dell’ente creditore, cioè la Regione” spiegano gli esponenti dem.
 
Aria Spa è invece finita sotto la lente della Corte per il call center della sanità. “la Procura contabile esprime forti perplessità in ordine alla decisione di esternalizzazione del servizio di call-center ed in ordine, per giunta, al mantenimento di una unità operativa nel Comune di Catania con 11 dipendenti” si legge nella relazione. Sotto accusa il contratto di affitto del ramo d’azienda a un operatore privato per 2,5 milioni, quando i servizi che Aria Spa, per conto della Regione, è impegnata a ripagare per i prossimi 72 mesi varranno 27 milioni. “Su Aria Spa e il suo call center – commentano Majorino e Bussolati - la Corte è stata molto netta. Dov’è l’interesse dei lombardi in questa operazione? Hanno anche tenuto a Paternò, città natale della famiglia La Russa, undici operatori sempre per il call center, suscitando ulteriori dubbi della Corte. Però ora a capo di Aria è stato messo un fedelissimo di Fratelli d’Italia, già noto per essere stato a capo del Casinò di Campione negli anni del fallimento. L’occupazione delle poltrone prevale sul merito ancora una volta, ma almeno il ramo d’azienda di Paternò è in una botte di ferro. Per non parlare di Finlombarda, che dovrebbe aiutare le aziende lombarde ma tiene in cassa, fermi, 515 milioni che non utilizza. Non è così che si aiuta l’economia lombarda”.
 
Una menzione a parte riguarda le Aler lombarde e in particolare di Aler Milano, per la quale la Corte “auspica l’avvio della riorganizzazione delle funzioni dell’Azienda, volta ad un più efficace svolgimento dei compiti affidati”.  “Noi lo diciamo da tempo e ora la Corte lo rimarca in modo chiarissimo: il sistema delle assegnazioni non funziona e la responsabilità è della Regione e della sua legge” dichiarano Majorino e Bussolati. “La Corte qui è molto netta: in Aler Milano gli alloggi messi a bando per l’assegnazione sono un terzo di quelli sfitti per carenze manutentive o per ristrutturazione, e degli alloggi messi a bando ne viene assegnata poco più della metà. La legge regionale va cambiata prima possibile”.

18 luglio 2024
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