Botta e risposta tra Nieddu e Arru. L’assessore: “Abbiamo trovato un disastro”. L’ex assessore: “Abbiamo fatto un grande lavoro, ma andava implementato
di E. C.
27 GEN - “Chemio, la fila della vergogna” è il titolo che il quotidiano de l’Unione Sarda lancia in prima pagina il 10 gennaio 2020 per denunciare, secondo quanto rilevato dal giornale, “l’accoglienza inadeguata per chi aspetta la terapia” al quinto piano del Centro tumori Businco di Cagliari, dove si è segnalato che “centinaia di malati oncologici sono costretti ad aspettare anche dieci ore per fare la chemioterapia”. “Pazienti che arrivano da tutta l'Isola e aspettano il loro turno senza fiatare, in condizioni spesso disumane”. Un titolo, quello de l’Unione Sarda, che si è tradotto in una scintilla dalla quale hanno preso avvio tutta una serie di approfondimenti prolungati dal quotidiano per circa 10 gg quasi di fila, e che ha scatenato un susseguirsi di accese critiche da parte del personale medico e sanitario, associazioni, sindacati, dal Segretario Aziendale ANAAO ASSOMED ATS Sardegna, e dalle istituzioni politiche regionali.
L’Assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, in un’intervista dedicatagli da l’Unione Sarda dal titolo “Rete oncologica da ricostruire, abbiamo trovato un disastro”, nel circoscrivere alcune delle cause che hanno portato all’emergenza del Businco e alla mancanza di poter rivedere un’ulteriore riorganizzazione, spiega che “purtroppo, la rete oncologica non è stata ancora attivata, siamo un po' in ritardo, manca personale, non abbiamo ancora rimpiazzato gli assenti”. Tempi, quelli della riorganizzazione della rete oncologica, per cui l’Assessore non ha ancora una risposta. Afferma nell’intervista che stanno facendo tutto il possibile e anche di più, e però, senza polemiche, le condizioni che hanno trovato sono veramente drammatiche. Secondo Nieddu “c'è stata una sottovalutazione dell'impatto che avrebbe avuto il blocco delle assunzioni in tutto il sistema sanitario”.
Replica dal suo profilo facebook l’ex Assessore alla Sanità Luigi Arru, che puntualizza: “Rete oncologica da ricostruire? Abbiamo trovato un disastro? La rete oncologica é stata deliberata nel gennaio 2018, (colmando un vuoto di programmazione) dopo aver insediato un coordinamento oncologico regionale nel 2017 (
vedi il decreto, ndr). Sono stati coinvolti gli oncologi ed ematologi di tutti i centri della Sardegna, é stato chiesto al’AIOM (associazione italiana oncologi medici) con il Dr. Daniele Farci, medico oncologo Ospedale Regionale Businco, segretario regionale, di partecipare al coordinamento come rappresentante di società scientifica, assieme al coordinatore della rete chirurgica Dr. Luigi Presenti. Ebbene, é stato fatto un lavoro di un anno che ha portato ad una delibera per il primo nucleo della rete”.
“Il documento - conclude sottolineando Arru -, doveva essere coordinato con una delibera della rete ospedaliera che ha individuato 195 posti letto per oncologia PUBBLICI, distribuiti in tutta la Sardegna, con un maggior numero all’oncologico, ospedale di riferimento regionale. Il lavoro doveva essere inoltre essere implementato all’interno delle aziende sanitarie, in primis in ATS, che ha fatto dopo anni il fabbisogno del personale. E’ stato fatto un bellissimo lavoro che doveva essere implementato, attuato, ma nell’ottica distruttiva, da circa un anno non é stato convocato il coordinamento regionale. È facile distruggere, piuttosto che sudare per costruire, è facile fare titoli sensazionali, che distruggono la credibilità del sistema sanitario”.
E. C.
27 gennaio 2020
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