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Pd presenta interrogazione: “Perché la Regione non ha applicato il Decreto Calabria, assumendo gli specializzandi?”


28 AGO - “Perché per fronteggiare l’emergenza di medici la Regione ha dato il via libera all’assunzione di neolaureati non ancora in possesso della specializzazione anziché applicare il Decreto Calabria? Non è la risposta corretta alla carenza di organico ed è una scelta pericolosa, poiché si rischia di abbassare la qualità dell’assistenza ai cittadini”. A lanciare l’allarme e a chiedere risposte sulle due delibere dello scorso 14 della Giunta Zaia è il Partito Democratico, che ha presentato una corposa interrogazione, primi firmatari i consiglieri Anna Maria Bigon e Claudio Sinigaglia, sottoscritta dall’intero gruppo.

“La legge 60/2019 - spiegano in una nota i consiglieri dem - dava la possibilità di inserire in via straordinaria, fino al 31 dicembre 2021, gli specializzandi dell’ultimo anno con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato e questa era la strada da percorrere. Davvero la Regione pensa che 92 ore di formazione in aula più due mesi di tirocinio in reparto previsti per i 500 neolaureati possano sostituire un corso di formazione specialistica in medicina d’urgenza, geriatria o medicina interna che dura almeno quattro anni con migliaia di ore di formazione e tutoraggio? È una decisione priva di logica”, tuona la consigliera Bigon, che chiede anche chiarezza sui percorsi formativi, affidati alla Fondazione scuola di sanità pubblica. “Le Università del Veneto sono state consultate prima di fare questa scelta che, oltretutto, è priva degli effetti e dei riconoscimenti giuridici propri invece della specializzazione? E quanto costerà l’intera operazione?”.

Claudio Sinigaglia, invece, evidenzia il rischio di illegittimità delle delibere, già impugnate dai legali dall’Anaao (Associazione nazionale aiuti e assistenti ospedalieri) pronti a presentare un esposto alla Corte dei Conti. “Sarebbero dei precari a tempo indeterminato, visto che il contratto è da lavoratori autonomi con prospettive di assunzione sempre nel campo della libera professione, anziché ottenere un contratto di formazione lavoro, violando le leggi nazionali ed europee sulla formazione specialistica. Inoltre quella dei neolaureati sarebbe una soluzione raffazzonata che non risolve la carenza cronica di personale nel Sistema sanitario nazionale: perché dovrebbero scegliere di restare precari a vita? Si tratta di due delibere ‘tappa buchi’ che non risolvono alcun problema e, anzi, rischiano di crearne di nuovi e più gravi”.

28 agosto 2019
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