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Sarti (Sì Toscana): "Una soluzione allo scollamento creatosi tra ospedale e territorio"

di Paolo Sarti

31 MAG - Con l’approvazione in Consiglio regionale della proposta di legge 275 presentata dal nostro Gruppo Sì Toscana a Sinistra (Sarti-Fattori) si modifica la legge quadro della sanità regionale (legge 40/2005) e si inserisce le Case della Salute come parte integrante del servizio sanitario regionale pubblico, definendone struttura, finalità e obiettivi.

La cosiddetta riforma sanitaria di quattro anni fa ha segnato una pagina pessima per la Regione Toscana. L’abbiamo contrastata in ogni modo, raccogliendo anche firme per un referendum abrogativo: nonostante ne fossero state raccolte più di 50 mila il referendum è stato osteggiato e “boicottato”e quindi non si è svolto. Oggi i suoi effetti negativi, soprattutto in termini di servizi sul territorio, sono sotto gli occhi di tutti. Questa che voleva essere una riforma migliorativa di fatto ha introdotto ulteriori criticità. Ha soprattutto trascurato i servizi territoriali che già erano stati impoveriti e precarizzati, accentuandone lo scollamento dai presidi ospedalieri. Chi viene dimesso dall'ospedale non ha a disposizione un territorio che accolga i suoi problemi, sanitari ma anche sociali ed è fatale quindi che per riaccedere all'assistenza, l'unica via sia tornare al pronto soccorso, ingolfandolo.

La nostra legge tenta oggi di rimediare in parte a quella riforma, tutta imperniata su un verticismo con tre mega ASL difficilmente governabili. Le Case della Salute rappresentano la soluzione allo scollamento creatosi tra ospedale e territorio. Non è un semplice poliambulatorio ma una struttura polivalente, che offre l’occasione per ricomporre la separazione fra professioni sanitarie e tra le prestazioni sanitarie e quelle sociali. Al suo interno è possibile la presa in carico globale e integrata dell'assistito: la persona viene seguita in tutto il suo percorso.

Così come viene ridisegnata dalla nostra legge, la Casa della Salute permetterà una collaborazione e un raccordo in rete tra i professionisti che rafforza le cure primarie e consente la necessaria integrazione fra sociale e sanitario. Si realizza cosi una continuità assistenziale fra ospedale e territorio e si promuove una sanità di iniziativa: un modello assistenziale di gestione delle malattie croniche che non aspetta il cittadino (sanità di attesa), ma gli “va incontro” prima che le patologie insorgano o si aggravino.

Il riferimento è il Chronic Care Model, che come sappiamo si basa sull’interazione proficua tra il paziente (reso più informato con opportuni interventi di formazione e addestramento) ed i medici, infermieri e operatori sociosanitari, con effetti positivi attesi sia per la salute dei cittadini che per la sostenibilità stessa del sistema. Ci sarà infatti anche più appropriatezza prescrittiva, con conseguente abbattimento delle liste di attesa e con risparmio economico.

Infine nella nostra legge (articolo 5) viene assicurata la partecipazione dei cittadini attraverso un’interlocuzione continuativa con i responsabili della Casa della Salute. Una partecipazione necessaria e indispensabile per una corretta valutazione dei bisogni, per la definizione delle progettualità, per la valutazione di impatto delle iniziative rispetto agli obiettivi individuati.

Adesso in Regione Toscana si apre un nuovo scenario da rendere concreto, sapendo che occorre organizzare in modo diverso gli spazi e le professionalità esistenti.

Paolo Sarti
Consigliere Gruppo consiliare Sì Toscana a Sinistra Regione Toscana


31 maggio 2019
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