Zaia: “Veneto apripista nell’affrontare emergenza medici”
20 DIC - “Con il nuovo piano sociosanitario regionale il Veneto farà da apripista nell’affrontare l’emergenza nazionale della carenza di medici. Abbiamo deciso di sperimentare nuove soluzioni, pronti a metterle a disposizione del paese. Non possiamo permettere che un sistema di assistenza e di cura che è ai vertici delle classifiche internazionali dell’Oms per qualità dei professionisti e delle prestazioni e per buona organizzazione venga meno per gli errori della programmazione nazionale”. Il presidente della Regione
Luca Zaia commenta così, in una nota, una delle principali novità dell’atto di programmazione della sanità e del sistema sociosanitario veneto del prossimo quadriennio, approvato ieri dal Consiglio regionale del veneto.
“La prima risorsa del sistema sanitario sono i medici e il personale della sanità – prosegue Zaia – Non permetteremo che gli ospedali e i centri di cura del Veneto siano sottorganico o debbano chiudere reparti per carenza di medici. Ci sono priorità, e la salute dei cittadini è una di queste, sulle quali una amministrazione non può arretrare. Per questo il Veneto prenderà a prestito modelli organizzativi già consolidati all’estero e sperimenterà nuovi canali di formazione e reclutamento per il personale sanitario. Anche al prezzo di dover fare qualche braccio di ferro con il ministero o le autorità contabili”.
Quattro, si ricorda nella nota, le nuove modalità di reclutamento di medici specialisti per la sanità veneta previste dal piano sociosanitario 2019-2020:
1) assunzione di medici abilitati non specializzati per lo svolgimento di attività medico chirurgiche di supporto
2) assunzione di medici in formazione specialistica con contratto a tempo determinato in accordo con le università;
3) possibilità di conferire incarichi individuali con contratto di lavoro autonomo anche per l’esercizio di funzioni ordinarie;
4) convenzioni con le università dell’Unione europea per la formazione specialistica di medici.
“Il piano prevede, inoltre – aggiunge Zaia – la possibilità di stipulare contratti incentivati per i medici che accettano di prestare servizi nelle aree disagiate della regione (montagna, laguna e Polesine) e la destinazione di risorse aggiuntive regionali per integrare la retribuzione dei dipendenti della sanità”.
“Caratteristica storica e costitutiva del modello di cura del Veneto – sottolinea il presidente – è l’attenzione alle fasce più deboli della popolazione, alle quali vogliano continuare a garantire una sanità di qualità e universalistica, che possa prendere in carico le esigenze di cura di ogni persona”.
“Per questo, se vogliamo continuare a garantire una sanità al passo con i tempi, che possa garantire cure e assistenza in tutti gli stadi della vita della persona, compresi gli anni della vecchiaia e della cronicità – conclude Zaia – il primo investimento da fare, è sui nuovi medici e sulla motivazione di quanti sono già in servizio nel sistema sanitario regionale. Ed è questa la via imboccata dal Veneto, con il consenso unanime di tutte le forze politiche”.
20 dicembre 2018
© Riproduzione riservata