Medicina. Ugenti (Min. Salute): “Nel 2016 durata corso di laurea passerà da 6 a 5 anni”
Il Ministero recepirà così nel 2016 la Direttiva europea 2013/55 . Questo l’annuncio del Direttore generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio Sanitario Nazionale presso il Ministero nel corso delle “Giornate di approfondimento sulla formazione del medico” promosse dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bari.
20 SET - Una laurea in medicina di 5 anni, al posto dei 6 attuali. È quanto ha annunciato
Rossana Ugenti, Direttore generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale presso il Ministero della Salute, durante le
“Giornate di approfondimento sulla formazione del medico” promosse dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bari e conclusesi oggi presso la sede dell’OMCeO. Il Ministero - specifica una nota dell'Ordine dei medici - recepirà così nel 2016 la Direttiva europea 2013/55 che consente agli stati membri di ridurre gli anni del corso di laurea in medicina da 6 a 5, lasciando invariato il numero di ore formative. Secondo quanto annunciato nell’ambito del convegno, il numero delle ore formative dovrebbe essere di 5mila, contro le 5.500 dell’attuale corso di laurea in medicina in 6 anni.
La notizia va nella direzione, a lungo sostenuta dall’Ordine, di un ciclo di studi complessivamente più breve, che - sottolinea ancora l'Ordine - allinei l’Italia agli altri paesi europei. In un contesto di libera circolazione dei medici, così come dei pazienti, l’Europa è un unico grande mercato in cui i professionisti del nostro paese devono confrontarsi con francesi, inglesi, tedeschi. È importante quindi che i medici entrino nel mercato del lavoro alla stessa età dei loro colleghi europei. Da tempo l’Ordine chiede che l’abbreviazione del ciclo di studi venga raggiunta con un insieme di interventi. Gli effetti del passaggio da 6 a 5 anni di laurea annunciato oggi si sommano alla riduzione di un anno delle specializzazioni, recentemente ottenuta grazie ad un intervento del Ministro dell'Istruzione,
Stefania Giannini.
In una tavola rotonda svoltasi ieri è poi emersa anche l’importanza di introdurre meccanismi di valutazione della formazione, che verifichino quanto questa impatti sulla professione del medico, se i corsi sono attinenti all’operatività quotidiana del professionista, se migliorano la qualità dell’assistenza. In Europa, l’Italia è infatti all’avanguardia come sistema di formazione, ma manca di un sistema di valutazione della formazione. Per questo tutti i partecipanti al dibattito - rappresentanti del Ministero della Salute, delle Regioni, degli Ordini, delle Università e delle Società scientifiche - si sono impegnati a collaborare ad una sperimentazione sulla valutazione delle competenze, che sarà avviata nel corso di quest’anno dalla Regione Sardegna, grazie alla disponibilità manifestata da
Luigi Arru, ex Presidente dell’OMCeO di Nuoro e assessore alla Salute della Regione Sardegna. La sperimentazione sarà avviata in una o due discipline, con protocolli e indicatori che verranno stilati da una commissione tecnica cui parteciperà anche la Fnomceo. L’impegno è di reincontrarsi a Bari tra un anno per presentare e discutere i risultati della sperimentazione.
“Il recepimento della Direttiva europea è l’ennesimo importante passo verso la riduzione complessiva del corso di studi e verso percorsi formativi di accesso al mondo del lavoro che mettano i giovani medici italiani in grado di competere ad armi pari con i colleghi stranieri – sottolinea
Filippo Anelli, Presidente dell’Omceo di Bari –. Un eventuale passaggio della scuola superiore a 4 anni, come da tempo auspicato dall’Ordine, permetterebbe complessivamente un ingresso anticipato nel mondo del lavoro di 3 anni, allineando l’Italia al resto dei paesi europei”.
“Nella direttiva che sarà recepita a gennaio 2016 il corso di laurea in medicina sarà ridotto a 5 anni. Già a febbraio 2015 c’è stato il riordino delle scuole di specializzazione riducendo gli anni per specializzarsi. Ma bisognerebbe anche ridurre il numero di accesso a medicina” – dichiara Rossana Ugenti –. Quest’anno ci sono state 6000 borse per la specialistica a fronte di 9000 laureati. Bilanciare gli interessi con l’Università non è facile: quest’anno c’è già stata la riduzione del numero di accesso per non avere disoccupati”.
Ndr. Con una nota inviata lunedì 21settembre all'Ordine dei medici di Bari e alla nostra redazione, la dottoressa Ugenti ha tuttavia precisato che il recepimento della direttiva UE non implica in alcun modo che a partire dal 2016 il corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia dovrà avere in Italia la durata da essa prevista.
20 settembre 2015
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