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Puglia. Stop del Garante della Privacy ai dati dei disabili sul sito della Regione

di Marzia Caposio

Il caso segnalato di una persona che aveva chiesto di partecipare ad un bando per progetti in favore di disabili. I nominativi dei cittadini che avevano presentato domanda erano stati pubblicati sul sito della Regione rilevando di conseguenza lo stato di salute

23 FEB - L’Autorità ribadisce il divieto di pubblicare informazioni sensibili sulla salute dei cittadini. “Su segnalazione di una persona – si legge nella newsletter del Garante - , che aveva chiesto di partecipare a un bando per progetti personalizzati in favore di individui con disabilità motorie gravi, l'Autorità per la privacy ha verificato che la Regione aveva pubblicato in chiaro sul proprio sito web i nominativi dei cittadini che avevano presentato domanda di partecipazione al bando riservato ai disabili, rivelando di conseguenza il loro stato di salute. I documenti pubblicati, allegati alle determinazioni, riportavano in chiaro, tra l'altro, oltre al nome e cognome del richiedente, il codice, l'ambito territoriale, la data e l'ora dell'istruttoria, l'esito, e, per le domande non ammesse, la motivazione di esclusione”.
 
“Le informazioni – sottolinea l’Autorità - erano immediatamente visibili e liberamente scaricabili in rete tramite l'inserimento delle generalità nei più diffusi motori di ricerca generalisti”.
 
Per queste ragioni è “scattato il divieto del Garante all'ulteriore diffusione in Internet dei dati personali contenuti nei documenti in questione. L'Autorità ha ordinato inoltre alla Regione, titolare del trattamento, di conformare per il futuro la pubblicazione di atti e documenti in Internet alle disposizioni del Codice privacy e delle Linee guida in materia di trasparenza e pubblicità, di recente adozione (doc web n. 3134436), rispettando in particolare il divieto di diffondere i dati sulla salute degli interessati”.
 
Il Garante ha anche prescritto alla Regione di “attivarsi presso i responsabili dei principali motori di ricerca, al fine di sollecitare la rimozione della copia web degli allegati alle determinazioni dagli indici e dalla cache dei motori di ricerca”.
 
L'Autorità si è riservata infine “di valutare, con separato provvedimento, gli estremi per contestare la violazione amministrativa prevista per l'infrazione al Codice”.

Marzia Caposio

23 febbraio 2015
© Riproduzione riservata

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