Puglia. Nomina primario Asl. Appello conferma assoluzione per Vendola e Cosentino
L'impianto accusatorio si riferiva al periodo compreso fra settembre 2008 e aprile 2009. Contestata la riapertura dei termini per un concorso d'accesso al posto da primario di chirurgia toracica all’ospedale San Paolo di Bari. Esulta il governatore: "Si compie, dopo cinque anni di turbamento e travaglio, la mia vicenda giudiziaria. Usato nella polemica mediatica in maniera del tutto impropria".
17 FEB - La Corte d’Appello di Bari ha assolto dal reato di abuso d’ufficio Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, e l’ex dg della Asl di Bari, Lea Cosentino. I giudici hanno così confermato la sentenza del primo grado (ottobre 2012), che aveva assolto i due imputati dall’accusa di abuso d’ufficio con la formula “perché il fatto non sussiste”.
La Procura di Bari aveva però impugnato la sentenza di assoluzione, ritenendo ancora valido l’impianto accusatorio che si riferisce al periodo compreso fra settembre 2008 e aprile 2009. A Vendola era infatti stato contestato di aver indotto Lea Cosentino a riaprire i termini per la presentazione delle domande di accesso al concorso per un posto da primario di chirurgia toracica all’ospedale San Paolo di Bari, vinto dal professor Paolo Sardelli. L’obiettivo sarebbe stato assicurare l’assunzione quinquennale di quest’ultimo.
Ora è quindi arrivata anche l’assoluzione in secondo grado e
Vendola non nasconde tutto il suo entusiasmo, espresso tramite un post pubblicato sul suo profilo Facebook.
“Si compie, dopo cinque anni di turbamento e travaglio, la mia vicenda giudiziaria. La Corte d’Appello di Bari ha confermato la sentenza di piena assoluzione per la questione della nomina a primario del prof. Paolo Sardelli nel reparto di Chiururgia toracica dell’ospedale San Paolo di Bari.Un primario bravissimo, estraneo alla mia parte politica, le cui qualità sono sotto gli occhi di tutti. Sono stato processato, sono stato assolto, quella assoluzione è stata trasformata in una condanna dai mass media usando strumentalmente una fotografia che raccontava di una occasionale compresenza a una festa di compleanno molti anni prima del processo".
"Sono stato usato nella polemica mediatica in maniera del tutto impropria - prosegue Vendola - Credo che le mie vicende abbiano surclassato quelle di alcuni colleghi che hanno preso tangenti o i cui reati sono stati acclarati. Sono molto contento perchè è una buona giornata. Cinque anni di calvario finiscono qui. La mia estraneità è la conferma del fatto che in tutta la mia vita ho fatto del rispetto della legge e della legalità la bussola con cui ho orientato i miei passi. Non mi sono mai lamentato di aver subito questo controllo dei miei comportamenti. Un pubblico amministratore per definizione è sottoposto al controllo di legalità. Quand’anche avessi sentito un esercizio improprio della giustizia, non me ne sono lamentato e mi sono difeso, non dal processo, ma nel processo. E, grazie a Dio, li ho vinti tutti".
17 febbraio 2015
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