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Sara Viva Sorge: una morte ingiusta

di Pierpaolo Volpe e Monica Cardellicchio

22 FEB - Gentile Direttore,
la figura dell’infermiere ha subito una grande evoluzione nel corso della storia. Dal punto di vista formativo è diventato sempre più esperto acquisendo sempre più competenze grazie al percorso universitario, attraverso l’aggiornamento costante attraverso il sistema ECM (educazione continua in medicina), le conoscenze basate sulle EBN (Evidence Based Nursing), nonché sulle evidenze scientifiche. L’Assistenza infermieristica negli anni si è arricchita di competenze scientifiche relazionali e tecniche evolute, tanto che oggi l’infermiere è uno dei professionisti centrali per sviluppare la nuova organizzazione e i rinnovati modelli assistenziali previsti dal nuovo piano.

Recentemente accade, però, che la serenità mentale dell’infermiere è costantemente messa a dura prova dal momento che in contesti lavorativi quali ospedali, cliniche, RSA ecc, vi sono ritmi frenetici, turni massacranti senza tempi di recupero sufficienti.

In tali contesti viene meno il rapporto Infermiere/Persona assistita e viene minato un aspetto centrale del processo assistenziale quale “la relazione è tempo di cura”.

Le tante responsabilità, le difficoltà di corsia, la carenza di personale, tra cui quella del personale di supporto, l’assenza di modelli organizzativi efficienti e le scelte molto spesso incongrue  dei vertici aziendali, sono un continuo sopraffarsi contribuendo sensibilmente ad un’azione sinergica di fattori stressogeni.  

Gli scenari che si sono aperti da qualche anno, non sono dei migliori. Il peggioramento del panorama economico, i tagli delle risorse finanziarie ed umane, si sommano al cambiamento della società che invecchia e si cronicizza, mutando il bisogno di assistenza.

A causa di queste problematiche continuano a verificarsi situazioni drammatiche. Recentemente, infatti, ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto sulla strada provinciale che collega San Vito dei Normanni a San Michele Salentino, nel Brindisino, un’ infermiera di 27 anni, Sara Viva Sorge, di San Vito dei Normanni (Brindisi). La collega ha perso la vita per un incidente in itinere mentre lasciava il lavoro e aveva svolto due notti consecutive dopo un turno settimanale piuttosto impegnativo, dato il carico di lavoro a cui veniva sottoposta unitamente a tutti i dipendenti della struttura.

Siamo di fronte, purtroppo all’ennesimo caso in cui ad uccidere non è il contagio da SARS-CoV-2, ma lo stress lavoro-correlato dovuto a turni massacranti dovuto alla carenza di personale.
Gli infermieri italiani pur essendo indispensabili per il funzionamento del SSN sono troppo pochi, pur lavorando di più e guadagnando molto meno dei colleghi europei. I decessi sui luoghi di lavoro continuano a rappresentare un drammatico bollettino di guerra sul dobbiamo fermarci e riflettere.  

Vi è sgomento e profonda tristezza da parte di tutta la Comunità professionale infermieristica a causa della morte della nostra giovane collega, che è volata via dopo aver assistito in maniera olistica gli ospiti della sua struttura.

Mentre nel giuramento di Florence Nightingale gli infermieri promettevano davanti a Dio e in presenza dell’assemblea, di vivere degnamente e di esercitare fedelmente la propria professione, nel giuramento attuale gli infermieri promettono di mettere la propria vita al servizio della persona umana ed è proprio questo ciò che è accaduto alla nostra giovane collega.

In questa situazione sarà difficile attuare la missioni 6 - Salute del PNRR e tutti i principi ispiratori della riforma del SSN. Principi che rischiano di rimanere solo principi o buone intenzioni.
L’OPI di Taranto si unisce al dolore della famiglia della collega  

Dott. Pierpaolo Volpe
Presidente OPI Taranto

Dott.ssa Monica Cardellicchio
Segretaria Commissione d’Albo Infermieri OPI Taranto


22 febbraio 2022
© Riproduzione riservata

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