Covid. Retromarcia della Pa Bolzano: da sabato chiusura dei bar, stop a tutte le manifestazioni e coprifuoco dalle 22
La Provincia autonoma si era voluta differenziare dalle norme dell’ultimo Dpcm (rispetto al quale ancora rimane la Dad almeno al 50% e non al 75%). Negozi e ristoranti adesso chiuderanno alle 18 come nel resto d’Italia. Stop anche a feste private, sport solo se individuale. Il governatore: “Dobbiamo intervenire immediatamente e in maniera incisiva per bloccare la catena dei contagi”.
29 OTT - La situazione epidemiologica legata al Covid-19, in Alto Adige, è peggiorata ulteriormente negli ultimi giorni. Incrociando i dati dell’Azienda sanitaria con il monitoraggio sperimentale delle acque reflue che rileva la presenza del virus, la Giunta provinciale, riunitasi questa mattina (29 ottobre) in video-conferenza, è arrivata alla conclusione che ci si può attendere un’ulteriore crescita dei casi di positività al SARS-CoV-2 e ha deciso di rimetetre mano all'Ordinanza
approvata solo pochi giorni fa che alleggeriva molte delle misure adottate dal Dpcm del Governo.
“Dobbiamo intervenire immediatamente e in maniera incisiva per bloccare la catena dei contagi - ha annunciato il presidente Arno Kompatscher - con l’obiettivo di tutelare la salute della popolazione e di salvaguardare il più possibile la scuola e il lavoro. Non si tratta di una decisione semplice, ma di un passaggio assolutamente necessario. Se tutte noi e tutti noi collaboreremo con disciplina e senso di responsabilità, sono convinto che riusciremo a far arretrare il virus”.
Nuova ordinanza in vigore da sabato
Le nuove misure sono contenute in una nuova ordinanza che verrà firmata domani (venerdì 30 ottobre) e sarà in vigore da sabato 31 ottobre sino a martedì 24 novembre. Il provvedimento prevede
la chiusura di bar, gelaterie e pasticcerie,
mentre ristoranti e negozi (ad eccezione di quelli che vendono generi alimentari e delle farmacie)
dovranno abbassare le saracinesce alle ore 18. La decisione avviene a pochi giorni dalla deroga al Dcpm del governo che prevedeva, la chiusura dei bar alle 20 e i ristoranti alle ore 22, invece che alle 18 come nel resto d’Italia. Adesso, invece, ci si allinea all’orario nazionale e si chiudono invece del tutto degli esercizi commerciali.
L’ordinanza prevede anche il
divieto assoluto per ogni tipo di evento o manifestazione, annullate anche le attività di cori e bande musicali. Per quel che riguarda il
coprifuoco, il divieto di spostamento dal proprio domicilio (ad eccezione che per motivi di salute, di lavoro o di necessità) sarà operativo
tra le ore 22 e le ore 5 del mattino.
Non potranno svolgersi neppure le feste private, mentre sarà consentita la pratica dell’attività sportiva solamente
in forma individuale con lo stop a sport di contatto e allenamenti di gruppo.
Rimane però garantita la didattica in presenza per servizi di assistenza alla prima infanzia, scuole materne, scuole elementari e scuole medie, mentre per le scuole superiori, sino a fine novembre, la didattica a distanza dovrà coprire almeno il 50% delle ore di lezione. Rimane quindi la differenziazione con il Dpcm che prevede almeno il 75% della Dad. Obbligo di indossare la mascherina di protezione, inoltre, durante le ore di didattica in presenza per tutti gli studenti.
Misure più rigide per i Comuni-Cluster
Oltre alle regole generali valide per tutto l’Alto Adige, sono in fase di discussione misure ancora più rigide da applicare nei cosiddetti Comuni-Cluster, ovvero chiusura totale di scuole, bar e ristoranti per 14 giorni e spostamenti da e verso i Comuni solo in casi di estrema necessità.
Al momento la questione riguarda i Comuni di Laives, Sarentino, Campo di Trens, Racines e Malles, mentre a partire da sabato non saranno più considerati come “focolai” quelli di Monguelfo-Tesido e Sesto Pusteria, dove saranno pertanto applicate le stesse limitazioni valide per il resto del territorio provinciale.
“I risultati raggiunti in questi ultimi due paesi - ha concluso Kompatscher - devono farci capire che, con le misure necessarie e la collaborazione della popolazione, possiamo vincere questa battaglia”.
Lorenzo Proia
29 ottobre 2020
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