Asl Vercelli attiva teleriabilitazione a distanza per i pazienti Covid
L’équipe di fisioterapisti segue da remoto i pazienti indicando una serie di esercizi terapeutici ad hoc definiti sulla base della situazione clinica e funzionale del paziente. Al momento sono 37 i pazienti già contattati, di cui 24 in trattamento. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Valsesia Onlus, che ha acquistato 10 pulsiossimetri, 3 telefoni cellulari e 6 cronografi e 2 webcam per dotare i pazienti della strumentazione necessaria per l’avvio della fase sperimentale dell’Ospedale SS. Pietro e Paolo di Borgosesia.
13 MAG - Attuare interventi di riabilitazione a distanza su pazienti covid. Questo l’obiettivo del Presidio Ospedaliero di Borgosesia che, in via sperimentale, ha attivato un progetto di teleriabiltazione che consente di eseguire valutazione funzionale, monitoraggio, trattamenti per recuperare deficit respiratori e motori in pazienti che hanno affrontato il coronavirus. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Valsesia Onlus, cha ha acquistato 10 pulsiossimetri, 3 telefoni cellulari e 6 cronografi e 2 webcam per dotare i pazienti della strumentazione necessaria per l’avvio della fase sperimentale dell’Ospedale SS. Pietro e Paolo di Borgosesia.
“L’équipe di fisioterapisti - spiega l’Asl di Vercelli in una nota - segue da remoto i pazienti indicando una serie di esercizi terapeutici ad hoc definiti sulla base della situazione clinica e funzionale del paziente. Al momento sono 37 i pazienti già contattati, di cui 24 in trattamento. 32 i pazienti su cui è stata effettuato il test per la valutazione della performance fisica: per il 74 per cento il test si è rivelato indicativo della possibilità di far partire la teleriabilitazione. 7 i pazienti che hanno invece usufruito di counselling specifico che prevede la condivisione di video e materiali utili con gli esercizi da realizzare a casa”.
I dati emersi fino a questo momento, illustra la nota, “mostrano un quadro incoraggiante anche sul fronte dell’accessibilità a tale servizio: il 70% dei pazienti non ha difficoltà ad utilizzare la tecnologia e per il 24% vi è la presenza di un caregiver o familiare che è di aiuto nelle comunicazioni. 11 pazienti sono stati rivalutati a 10 giorni dall’inizio del trattamento e si evidenzia un miglioramento”.
Il progetto è destinato sia a chi è ancora ricoverato e a chi è stato dimesso dall’ospedale, si trova in convalescenza o in isolamento domiciliare presso strutture dedicate. L’obiettivo è quello di prevenire e contrastare le complicanze e difficoltà legate agli effetti della malattia favorendo una ripresa più rapida della funzionalità sia motoria che respiratoria.
Ad essere coinvolta in tale attività è la struttura complessa di Recupero e Rieducazione Funzionale dell’ASL di Vercelli, diretta da
Giovanni Sguazzini Viscontini; in prima linea nella gestione dei trattamenti
Anna Comoglio, il Fisioterapista
Francesco Bori e il personale guidato dalle coordinatrici
Daniela Bordiga e
Germana Stragiotti.
“Fondazione Valsesia Onlus – sottolinea la Presidente
Laura Cerra - sostiene il progetto con una visione lungimirante che non si limita all’emergenza ma costruisce un futuro più inclusivo per le nostre valli, come è nella nostra missione”.
“Grazie alla Fondazione Valsesia – commenta il Direttore Generale
Chiara Serpieri – per queste donazioni che consolidano sempre più un’attività, quella della telemedicina, che stiamo sviluppando su più fronti. L’assistenza a distanza in questa fase di gestione dell’emergenza rappresenta di certo un aiuto essenziale ed è un settore su cui puntare per poter assicurare ai nostri pazienti le cure di cui hanno bisogno pur rimanendo in un ambiente protetto”.
"Nella fase 2 dell’emergenza COVID19 – precisa
Pietro Presti, coordinatore per l’emergenza Covid dell’Asl Vc – è essenziale sviluppare modelli organizzativi in cui la tecnologia entri in campo per facilitare i processi e rendere alcuni servizi essenziali fruibili anche al proprio a domicilio. Ancora una volta la Fondazione Valsesia riesce ad intercettare una necessità, in linea con una visione di sanità moderna, e crea le condizioni affinché possa trovare lo sviluppo migliore ed essere una risposta concreta per i cittadini”.
13 maggio 2020
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