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Asl To 3 partecipa al progetto europeo Joint Action sulle disuguaglianze di salute

Obiettivo è promuovere l’implementazione di azioni di contrasto e di politiche al fenomeno delle disuguaglianze di salute legate alla povertà. In pratica, di interrompere o quanto meno ostacolare efficacemente e in differenti contesti geografici e sociali i meccanismi per i quali al decrescere della posizione socioeconomica peggiorano i dati di mortalità, morbosità e benessere psicofisico.

26 LUG - Si chiama JAHEE, termine che in swahili significa “dignità”, ed è l’acronimo di Joint Action Health Equity Europe,  il  progetto per il contrasto alle disuguaglianze sociali nella salute finanziato dalla Commissione europea  presentato nei giorni scorsi a Lussemburgo.  Alla presentazione  hanno partecipato delegati istituzionali di tutti i partner del progetto, 46 enti provenienti da 25 Paesi europei (Belgio, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Lituania, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia) e coordinati dall’Istituto superiore di sanità, con la collaborazione del Ministero della salute, dell’Agenzia regionale per i servizi sanitari, dell’Istituto nazionale per il contrasto alle malattie della povertà e della migrazione e del Servizio di Epidemiologia dell’AslTO3 per la  Regione Piemonte.

Il progetto si prefigge, dopo anni di fondi europei destinati allo studio e interpretazione delle cause sociali delle disuguaglianze di salute e di tentativi di quantificazione dell'impatto dei determinanti sociali, di accompagnare e sostenere il cambio di paradigma già in atto nel mondo dell'epidemiologia e della sanità pubblica, ovverosia lo spostamento del focus di analisi dalla ricerca all'azione. Obiettivo di JAHEE è infatti promuovere l’implementazione concreta di azioni di contrasto e di politiche capaci di interrompere o quanto meno ostacolare efficacemente e in differenti contesti geografici e sociali i meccanismi per i quali al decrescere della posizione socioeconomica degli individui si tendono a rilevare sistematicamente situazioni di salute peggiori in termini di mortalità, morbosità e benessere psicofisico.

Il progetto  Joint Action 2018 ha dunque lo scopo di favorire:
•    il miglioramento della pianificazione e dello sviluppo di politiche volte a contrastare le disuguaglianze di salute sia in ambito europeo che nazionale, regionale e locale;
•    l’aumento di un interscambio tra gli Stati Membri sulle azioni messe in atto in tema di disuguaglianze di salute;
•    l’individuazione dei fattori che hanno contribuito ad aumentare o a contrastare le disparità in tema di salute.

In particolare, il progetto strutturato in 5 differenti aree  tematiche (monitoraggio, contesti quotidiani di vita, immigrazione, assistenza sanitaria e governance e approccio Salute in tutte le politiche), ognuna delle quali organizzata con proprie attività di lavoro e affidato al coordinamento di un diverso ente nazionale, esperto nel campo.

Tutti i Paesi hanno dunque dovuto scegliere, tra questi, gli ambiti su cui concentrare la propria partecipazione, sulla base del proprio interesse e della propria agenda nazionale o regionale, sapendo che relativamente ad ogni  argomento selezionato, l'impegno richiesto prevede la realizzazione condivisa di un monitoraggio continuo  del livello di avanzamento nazionale nella capacità di contrasto e la costruzione, lungo i tre anni, di almeno 1 azione effettiva volta a ridurre le disuguaglianze di salute sul proprio territorio.

Tutti i Paesi, inoltre, dovranno alle azioni di coordinamento, comunicazione e valutazione previste;  è stata aggiunta per la prima volta anche una quarta linea di lavoro dal titolo "integrazione nelle politiche nazionali e sostenibilità".

Proprio questo obiettivo  è stato  affidato al Piemonte, attraverso l'ASLTO3, che avrà dunque un ruolo fondamentale per la riuscita del progetto, in quanto dovrà impedire che le azioni implementate dai vari partner rimangano tentativi di contrasto isolati e promuoverne, al contrario, l'inserimento coerente in strategie più ampie (o, se assenti, le promuovano), facilitando nel contempo la responsabilizzazione dei soggetti decisori e il coinvolgimento dei portatori di interesse, a livello europeo e nazionale.

“Siamo felici di guidare un programma d’azione così importante – ha affermato Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità – l’equità nella salute rappresenta una sfida cruciale per l’Unione poiché tutelare il diritto alla cura senza discriminazioni e secondo principi di universalità e solidarietà significa poter continuare a scrivere altre pagine di storia nel solco della tradizione democratica dell’Europa”.

26 luglio 2018
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