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Asl Asti. Al Cardinal Massaia nasce il giardino delle salute. Il progetto illustrato in un convegno

Il giardino è frutto della collaborazione tra tanti soggetti, enti pubblici e privati cittadini. Presente al convegno l’assessore Saitta: “Intorno all’idea di un giardino della salute si è creata una collaborazione tra tanti soggetti, istituzioni e semplici cittadini, che sono disponibili a dare il loro contributo. Ora è necessario partire con un progetto che tenga conto delle sollecitazioni emerse”.

09 OTT - L’ospedale Cardinal Massaia di Asti è uno dei più moderni e grandi del Piemonte. Una struttura che sorge in una zona verde della città,  a pochi passi dal centro città e dalle colline di Viatosto. Una collocazione favorevole che in prospettiva sarà ulteriormente arricchita dalla presenza di un giardino della salute, frutto della collaborazione tra tanti soggetti, enti pubblici e privati cittadini.

Il progetto è stato discusso venerdì scorso in un convegno organizzato dall’Asl di Asti, su impulso del direttore generale Ida Grossi, alla presenza di numerosi relatori che hanno approfondito gli aspetti legati al rapporto tra ambiente e salute, stili di vita e qualità dell’ambiente ed evidenziato i benefìci del verde nei luoghi di cura.

La principale relazione, che ha introdotto i lavori, è stata tenuta dal professor Giulio Senes dell’Università di Milano che ha illustrato numerosi esempi, in Italia e nel mondo, di giardini che sono perfettamente integrati con gli ospedali.

“Gli Healing Gardens, ancora poco diffusi in Italia, molto utilizzati nel mondo anglosassone, sono la conferma dell’importante ruolo che la natura ha nel benessere dell’uomo. Riducono lo stress in pazienti, familiari e staff, e i costi delle cure. Aumentano l’autonomia dei pazienti, migliorano l’umore e la qualità globale della vita”, evidenzia l’azienda in una nota.

Un giardino può essere “healing” perché è connesso ad una struttura sanitaria oppure perché in qualche modo aiuta il processo di guarigione o addirittura perché è parte attiva di un vero e proprio processo di cura; oppure può essere “healing” perché è esso stesso un luogo dove si cura.

“Spesso si pensa solo ai pazienti o agli ospiti delle strutture socio-assistenziali, ma un buon progettista deve tenere a mente le esigenze di tutti i fruitori e quindi anche dei familiari e visitatori, e del personale”, sottolinea la nota della Asl.

I benefici degli healing gardens possono essere molteplici: la riduzione dello stress in pazienti, familiari e staff, la riduzione dei costi delle cure, l’aumento dell’autonomia da parte dei pazienti, il miglioramento dell’umore e della qualità globale della vita.

Presente al convegno l’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta: “A gennaio avevo espresso chiaramente il no della Regione Piemonte alla collocazione di un impianto di teleriscaldamento nel cortile dell’ospedale, ritenendo un errore la localizzazione in tale contesto. Nelle settimane successive avevamo concordato con il direttore generale Ida Grossi di avviare il percorso per realizzare un giardino terapeutico, sulla stregua di alcune interessanti iniziative realizzate in Piemonte, come all’ospedale San Luigi di Orbassano”.

“Vedo con soddisfazione – ha proseguito Saitta - che, intorno all’idea di un giardino della salute, si è creata una collaborazione tra tanti soggetti, pubblici e privati, istituzioni e semplici cittadini, che sono disponibili a dare il loro contributo per un parco della salute che sia un modello per tutto il territorio. Un esempio positivo che mi pare giusto sottolineare anche con la presenza dell’amministrazione regionale che è sempre favorevole a questo tipo di iniziative. Ora è necessario partire con un progetto che tenga sollecitazioni emerse”.

09 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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