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Piemonte. Al Regina Margherita di Torino progetto sperimentale di scuola in ospedale

Grazie alle nuove tecnologie, i lungodegenti possono collegarsi con la classe e seguire lezioni e attività scolastiche. Gli insegnanti della scuola di appartenenza e quelli di Scuola in Ospedale coordinano e integrano i propri sforzi costruendo un percorso personalizzato per lo studente lungodegente. L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Giovanni Agnelli.

22 SET - Oggi quando uno studente è costretto da una grave patologia a restare molti mesi lontano da scuola rischia di perdere il contatto con la propria classe. In molti ospedali il Miur offre il servizio di Scuola in Ospedale, con docenti dedicati, che inevitabilmente non può però restituire al ragazzo malato il rapporto con i suoi compagni e i suoi insegnanti. Mentre sarebbe fondamentale che rimanesse il più possibile “insieme” ad essi, traendone un duplice beneficio, didattico e psicologico, con la possibilità di trovare anche risorse e motivazioni per affrontare la malattia e le cure. Oggi questo è possibile con le nuove tecnologie, grazie alle quali i lungodegenti possono collegarsi con la classe e seguire lezioni e attività scolastiche. E diventa una realtà se gli insegnanti della scuola di appartenenza e quelli di Scuola in Ospedale coordinano e integrano i propri sforzi, insieme costruendo un percorso personalizzato per lo studente lungodegente.
 
È questa la prospettiva che ha dato avvio al progetto sperimentale di Scuola in Ospedale Integrata, ideato e promosso dalla Fondazione Giovanni Agnelli, con la collaborazione del reparto di Oncoematologia dell’Ospedale Infantile Regina Margherita (Oirm) di Torino, dell’Usr Piemonte e delle unità di scuola ospedaliera dell’Oirm. Il progetto ha il supporto di Econocom Italia, che fornisce gratuitamente tutta la strumentazione tecnologica necessaria, e l’assistenza volontaria dei tecnici informatici di Exor SpA.
 
Il progetto è stato presentato oggi da Franca Fagioli (direttore Oncoematologia Pediatrica e Centro Trapianti Oirm), Andrea Gavosto (direttore Fondazione Giovanni Agnelli), Fabrizio Manca (direttore generale Usr Piemonte), Gian Paolo Zanetta (direttore generale Città della Salute e della Scienza).
 
L’iniziativa ha preso avvio durante lo scorso anno scolastico, nel marzo 2015, con una prima fase “pilota” che ha visto la partecipazione di due studenti delle superiori (uno dei quali ha poi conseguito con il massimo dei voti la maturità scientifica), una studentessa delle medie, un alunno della primaria.
I ragazzi, tutti colpiti da patologie oncologiche, hanno potuto virtualmente vivere la quotidianità della propria classe – sia durante i periodi di degenza in ospedale sia quando a casa in convalescenza o in attesa di nuove terapie – grazie ai tablet donati dal progetto e a un collegamento via Skype. La Fondazione Agnelli, in caso di criticità, ha fornito alle scuole gli strumenti e la connettività necessari a un collegamento efficiente. Nel frattempo, il progetto ha favorito una più estesa collaborazione fra i consigli di classe di appartenenza, che vanno pienamente responsabilizzati (ciò che oggi avviene solo sporadicamente) e i docenti di scuola ospedaliera. Sulla base dei primi positivi risultati del progetto, insieme all’Usr Piemonte è stata avviata una riflessione sulla necessità di considerare gli studenti lungodegenti un caso specifico di Bisogno educativo speciale (Bes), che per tutto il periodo della malattia deve potere contare su risorse aggiuntive - umane, didattiche, tecnologiche - e sull’attivazione di un piano didattico personalizzato (Pdp), che veda coinvolti congiuntamente i propri docenti di origine e la Scuola in Ospedale.
 
“Il servizio di Scuola in Ospedale tradizionale, in genere di ottima qualità, è e resta fondamentale – ha commentato il direttore della Fondazione Agnelli – ma va integrato. La nostra sperimentazione a Torino, nella quale la tecnologia non è al centro, ma intende mettersi al servizio di un’azione didattica intelligente e sensibile, può indicare una strada per esperienze analoghe, anche a livello nazionale”.
 
Nell’ a.s. 2015-16 il progetto proseguirà all’Oirm di Torino, aumentando notevolmente il numero dei partecipanti e cercando di coinvolgere anche studenti affetti da patologie diverse da quelle oncologiche, ad esempio, neuropsichiatriche e pneumologiche. 

22 settembre 2015
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