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Piemonte. Nursind: “Si torni ad assumere oppure sarà stato di agitazione regionale”

E' la richiesta avanzata da Giuseppe Summa, segretario provinciale di Torino del sindacato, dopo un incontro con l'assessore Saitta. "Necessario anche ridurre il carico assistenziale ospedaliero, spaventosamente aumentato negli ultimi anni, a causa della quasi totale assenza di un’assistenza territoriale adeguata".

19 GEN - “In Piemonte sono indispensabili “lo sblocco del turn-over e una riorganizzazione di un Ssr ormai non a passo con i tempi, partendo da un’ immediata assunzione di infermieri, operatori e altro personale, ormai ridotto drasticamente a causa del blocco del turnover imposto da Roma per il rigido piano di rientro al quale è sottoposto il Piemonte da diversi anni”. Sono le priorità indicate dal Nursind nel corso dell’incontro, tenutosi lo scorso 16 gennaio, con l’Assessore alla Sanità Piemontese Antonio Saitta.

“L’Assessore Saitta spera – ooserva il sindacato - di poter dare notizie positive, ma dal Ministero non c’è ancora la conferma. Ed è proprio al Presidente del Consiglio ed al Ministero che Nursind ha chiesto direttamente un rapido intervento, al fine di evitare il blackout completo”. La situazione è drammatica, sottolinea Giuseppe Summa, Segretario Provinciale del Nursind di Torino. “In questi anni più volte abbiamo denunciato alla Procura diverse situazioni emerse nella maggior parte dei nosocomi della provincia Torinese ed ormai divenuta insostenibile. Non solo gli infermieri sono pochi, nonostante l’elevato numero di disoccupati, ma spesso sono obbligati ad occuparsi di attività che ben poco sono affini alla professione infermieristica. Il demansionamento ormai sta prendendo piede quotidianamente”.

Ma assieme allo sblocco del turnover, il Nursind chiede una simultanea riduzione del carico assistenziale ospedaliero, “che risulta essere spaventosamente aumentato negli ultimi anni, a causa della quasi totale assenza di un’assistenza territoriale adeguata al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini”. Bisogna quindi “ridurre l’ospedalizzazione ed andare verso un modello assistenziale a passo con i tempi, dice Summa. Se non si capisce questo, è la fine per il SSR Non si tratta solo di una riduzione dei costi, ma di una più efficiente risposta alle necessità dei pazienti soprattutto con patologie croniche”.

Per il Nursind gli ospedali restano indispensabili “per le acuzie, ma è inammissibile tenere un paziente ricoverato un mese in ospedale, perché l’assistenza territoriale è insufficiente”. L’Assessore Saitta, ha parlato di strutture con posti letto territoriali, ma il Nursind aggiunge che “ciò non basta e bisogna assolutamente avvicinarsi al modello di alcune realtà come il Friuli, dove è stata istituita la figura dell’Infermiere di Famiglia con degli ottimi risultati. Con tutto il rispetto per il loro ruolo, non è possibile pensare che le badanti siano sufficienti per l’assistenza dei pazienti”.

Le famiglie con il rispettivo cargiver, prosegue la nota, “devono poter essere messe nelle condizioni, di poter gestire al proprio domicilio i propri famigliari, senza sentirsi abbandonati”. Riguardo, invece, alla situazione di sovraffollamento con numerosissime barelle registrata nei Pronto Soccorso di diversi nosocomi, Nursind specifica che “queste situazioni vanno evitate con interventi pianificati mesi prima e chiede maggiore senso di responsabilità ai cittadini nell’accedere ai Pronto Soccorso, ma soprattutto un lavoro maggiore dei Medici di Medicina Generale. Infatti spesso i cittadini sono costretti a cercare risposte alle propri necessità di salute negli ospedali, perché non le trovano dai loro medici di famiglia”.

L’ultimo punto sul quale Nursind ha insistito con l’Assessore Saitta è quello delle assunzioni direttamente da graduatorie vigenti, invece dell’utilizzo maggiormente oneroso di personale di agenzie interinali. “Infatti ci sono ancora numerosi infermieri e altro personale di varie graduatorie, che aspettano di essere chiamati”. In merito ai punti affrontati, riferisce il sindacato,” l’Assessore si è mostrato aperto al dialogo. Infine, circa la richiesta dello sblocco del turnover avanzata a Roma, Summa è chiaro: o si torna ad assumere oppure proclameremo lo stato di agitazione regionale”.
 

19 gennaio 2015
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