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Aborto. Consiglio regionale Piemonte approva fondo da 400 mila di euro per attività associazioni pro vita. È polemica

Dopo avere garantito un ruolo alle associazioni pro vita all'interno di Asl e consultori, grazie a un emendamento approvato al Bilancio di previsione 2022-2024 l’assessore Marrone ottiene la creazione di un fondo “Vita Nascente” da 400 mila euro a favore delle associazioni che realizzano progetti mirati a scoraggiare le donne ad abortire per motivi di disagio economico o sociale. Grimaldi (Luv): “Per crescere i nostri figli servono nidi, dignità, reddito, diritto allo studio. Altro che mancette”. Disabato (M5S): “Misura dannosa, discriminatoria e inutile”.

27 APR -

La Regione Piemonte finanzierà con 400 mila euro i progetti delle associazioni pro-vita che metteranno in campo soluzioni di sostegno alle donne incinte per scoraggiare l’aborto legato a cause di disagio economico e sociale. Il via libera al fondo “Vita nascente” è arrivato con l’approvazione di un emendamento al Bilancio di previsione 2022-24 della Regione presentato dall'assessore Fdi alle Politiche sociali Maurizio Marrone, lo stesso assessore che nel 2021 aveva ottenuto che tra i requisiti per entrare negli elenchi delle organizzazioni ed associazioni che possono operare nei servizi di tutela materno-infantile delle Asl, tra cui i consultori, fosse prevista “la presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento”, questione che a sua volta aveva sollevato pesanti polemiche e altrettante repliche.


Il via libera all'emendamento è arrivato in serata e, come precisa una nota del Consiglio regionale, ha visto l'approvazione di due modifiche rispetto al testo iniziale presentato dall'assessore. “La prima - riferisce sinteticamente la nota del Consiglio -, da parte del capogruppo Moderati e votata a larga maggioranza, prevede il parere preventivo della commissione Affari Sociali per definire i criteri e le modalità per l’erogazione dei contributi alle associazioni coinvolte. La seconda, su proposta dell’assessore - che ha raccolto le indicazioni di alcuni gruppi di opposizione - stabilisce che i progetti di accompagnamento in situazioni di fragilità e vulnerabilità sociali vengano attuati in coordinamento con i consultori e gli enti socio-assistenziali”.

"Qualcuno avrebbe voluto fermarci ma abbiamo dimostrato ancora una volta che il Piemonte è dalla parte della vita e della vera libertà di scelta delle donne”, commenta oggi l’assessore, dopo il via libera al Fondo da 400mila euro. “Il nostro emendamento Vita Nascente - sono le parole di Marrone rilanciate dall’Ansa - ha superato l'ostruzionismo in Aula e ora permetterà ai bambini delle donne in difficoltà economica e sociale di nascere. I progetti finalizzati al superamento delle cause che potrebbero indurre all'interruzione di gravidanza potranno essere presentati dalle realtà e associazioni di tutela materno infantile accreditate presso le Asl, che dopo aver predisposto un programma dettagliato delle attività dovranno poi rendicontare le spese sostenute”.

Ma l’entusiasmo non è condiviso da tutti. “Da domani in Piemonte una donna indigente che deciderà di andare al consultorio e avere un bambino non avrà niente, mentre le prime 100 che si presenteranno ai centri pro vita riceveranno 4.000 euro. Credo che siamo davanti ad un abominio prima ancora che a una misura illecita”, commenta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi. “Se il Piemonte vuole applicare la legge 194 - prosegue Grimaldi - intervenga in tutte le strutture dove l’interruzione volontaria di gravidanza è negata per la mancanza di personale non-obiettore, attui i percorsi previsti per una genitorialità consapevole, a partire dalla distribuzione gratuita di contraccettivi ai giovani fino a 26 anni come prevede tra l’altro la delibera 211 del 2018 a mia prima firma approvata da questa Aula, e parta dalla somministrazione della pillola Ru486 anche nei consultori e non solo negli ospedali”.

“Inoltre – incalza il consigliere di LUV – se il Piemonte vuole davvero aiutare le donne la smetta di speculare sulla loro libertà di scelta e metta in campo risorse e provvedimenti per combattere le disparità di genere, a partire dai salari, e per una condivisione paritaria del carico familiare tra padre e madre. Se il Piemonte vuole combattere la denatalità allora pensi allo sviluppo del Piemonte: provi a fermare l’unica emigrazione che rende questa Regione più povera, quella dei troppi giovani che, per assenza di salari e lavori a tempo indeterminato, continuano a scappare all’estero. Le nostre regionali devono essere destinate a chi ne ha realmente bisogno, non a un gruppo di associazioni pro-vita, per questo le migliaia di nostri emendamenti presentati, e in queste ore al voto, chiedono proprio di agire per garantire quelle politiche. Per crescere i nostri figli servono nidi, serve dignità, serve reddito, diritto allo studio. Altro che mancette”, conclude Grimaldi.

Sulla stessa linea Sarah Disabato, capogruppo regionale M5S Piemonte. “Il Consiglio regionale ha dato via libera all’indecente proposta dell’assessore Marrone di regalare 400mila euro alle associazioni antiabortiste camuffandoli da aiuti per le donne che scelgono di abortire per problemi economici. Una proposta di cui non condividiamo una virgola, un vero e proprio attacco nei confronti delle donne, dei loro diritti e dell’autodeterminazione”, afferma in una nota. 
La Giunta, per Disabato, “dovrebbe occuparsi dell’abbattimento delle rette dei nidi. Dell’incremento dei servizi della prima infanzia. Dei problemi occupazionali delle donne, che sono le prime danneggiate in termini di licenziamenti durante la pandemia. Di implementare le misure già previste a livello nazionale, come l’assegno unico, il bonus nido o il reddito di cittadinanza, osteggiato da Fratelli d’Italia ma definito indispensabile da Save the Children per 426 mila famiglie in condizione di povertà e minori a carico. Interventi che avrebbero aiutato in modo strutturale le le donne e le famiglie. Questa Giunta, invece, ha deciso di regalare 400mila euro alle associazioni pro vita, asserendo di voler aiutare 100 donne nel percorso di libera scelta. Per noi si tratta di una misura dannosa, discriminatoria e inutile. Lo è per i giornali di tutto il mondo che hanno riportato la notizia, con sdegno. E per le associazioni e le donne che sono scese in piazza appena una settimana fa, mentre in aula davamo battaglia per cercare di far ritornare la Giunta sui propri passi”. 

“Un piccolo contributo, la promessa di qualche pannolino gratis, non è risolutivo. Servono, l’abbiamo detto e lo ripetiamo, interventi sull’occupazione, sui servizi per le donne e la prima infanzia, oltre al potenziamento dei consultori"; conclude Disabato, secondo cui l’assessore Marrone “fa finta di interessarsi alla causa ma se ne occupa nel modo sbagliato, esattamente come chi, nella Lega, aveva contrastato la misura per poi, con una giravolta, decidere di votare a favore. A pagare saranno, ancora una volta, le donne piemontesi”.




27 aprile 2022
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