Salvaguardia della produzione europea, per scongiurare qualsiasi carenza di approvvigionamento. Realizzazione di un sistema regolatorio efficiente, investendo prima di tutto sulla digitalizzazione e sulla piattaforma europea dei dati sanitari. Pianificazione di un modello di prezzi e rimborso e meccanismi di gara sostenibili nel tempo.
Sono questi i tre assi da calare per dare gambe a una nuova politica industriale capace di garantire sostenibilità del comparto farmaceutico nel lungo periodo e, soprattutto, riportare l’Europa alla sua posizione di leader mondiale nella produzione di farmaci e principi attivi e rilanciare il comparto in Italia: sul tavolo 256 milioni di progetti nell’ambito del Recovery Fund per potenziare la produzione.
Tre assi messi sul tappeto da Assogenerici nel corso dell’
Assemblea Pubblica, in formato digital, del comparto equivalenti, biosimilari e value added medicines, ai quale oggi si affianca anche un jolly:
l’Associazione cambia nome e diventa EGUALIA – Industrie farmaci accessibili.
Una nuova identità, specchio della confermata mission associativa che, sottolinea l’Associazione “punta a rimuovere gli ostacoli per rendere accessibili le cure unendo intelligenza, scienza, sostenibilità, cambiando le prospettive del benessere per i cittadini”. Come sottolineato
dal ministro della Salute Roberto Speranza, un cambio di nome che procede nella giusta direzione in quanto contiene un messaggio importante, Egualia come uguaglianza, che va anche al di la del mondo del farmaco.
“Dobbiamo costruire catene di approvvigionamento resilienti – ha detto
Enrique Häusermann, presidente di EGUALIA
nella sua relazione all'Assemblea Pubblica – offrire strumenti di sviluppo sostenibile alle imprese farmaceutiche, ripensare la struttura della distribuzione farmaceutica, correggere alcuni effetti negativi della globalizzazione della produzione farmaceutica, trovare soluzioni ai rischi legati alla mancanza di prodotti in caso di crisi, ideare nuovi modelli di approvvigionamento pubblico. Perché non c’è delitto peggiore che sprecare una crisi”.
Per Häusermann proprio la crisi determinata dall’emergenza pandemica deve trasformarsi in un punto di svolta. “Non passi senza cambiare nulla, senza porre rimedio a quelle che abbiamo visto essere le nostre debolezza – ha affermato – sin dall’inizio dell’emergenza tutte le nostre aziende sono scese in campo per garantire l’approvvigionamento di farmaci essenziali ci tengo a ricordare che oltre il 70% dei farmaci utilizzati per gestire i pazienti ricoverati nelle terapie intensive era un generico. Ci siamo riusciti. Siamo riusciti a garantire le forniture dei farmaci che ci venivano richiesti, un risultato importante, frutto di un’attività corale, raggiunto lavorando sempre fianco a fianco delle Istituzioni, Aifa in testa, grazie alla quale è stato possibile adottare nuove procedure che via via l’emergenza rendeva necessarie”.
Le parole d’ordine per una nuova politica industriale sono quindi “autonomia e competitività”. “Autonomia” dai Paesi terzi produttori di farmaci e principi attivi, come Cina e India per citarne alcuni, e correggere quindi, come ha detto Häusermann, alcuni effetti negativi della globalizzazione della produzione farmaceutica: durante il picco pandemico sono state infatti molte le difficoltà di approvvigionamento per le nostre industrie. E “competitività” per riportare la produzione in Europa e in italia. Tradotto realizzare il reshoring di impianti produttivi destinati a farmaci e principi attivi farmaceutici in Italia. Un progetto quest’ultimo che vede come capofila il Cluster per le scienze della vita ALISEI, di cui Assogenerici oggi EGUALIA è partner.
“È un progetto importante – ha spiegato Häusermann – in cui sono rappresentate tutte le componenti del pharma italiano, che mira a potenziare e rinnovare la produzione italiana dei principi attivi e dei farmaci attraverso un percorso di upgrading, revamping o repurposing di impianti esistenti o anche con la costruzione di nuovi siti, a partire dalla mappatura delle capacità produttive esistenti in Italia e dall’analisi dei principi attivi per i quali non c’è più produzione o una produzione limitata nella UE”.
L’obiettivo, ha aggiunto il presidente di EGUALIA “è rendere l’industria europea del farmaco più competitiva rispetto agli altri mercati, non solo attraverso incentivi, fiscali e non, mirati ai produttori, ma anche con strumenti che possano garantire una competizione ad armi pari con i grandi hub produttivi extra-europei. Tra questi strumenti – ha concluso – vi sono senza alcun dubbio le tecnologie in chiave Industria 4.0. Per la prima volta abbiamo, come ha recentemente e giustamente ricordato il Ministro Speranza, una grande opportunità, abbiamo la possibilità di investire in progetti strategici per il Paese, attraverso i fondi che arriveranno con il Recovery Fund”.
Häusermann si è detto convinto che i progetti approntati dalle aziende, per un totale di oltre 250 milioni di investimenti in 26 mesi “potranno rientrare a pieno titolo tra quelli contemplati dal piano nazionale di rilancio che vede tra i propri obiettivi la creazione di un Paese più verde e sostenibile, la gestione integrata del ciclo delle acque e in rafforzamento della sicurezza e resilienza del Paese a fronte di calamità naturali, cambiamenti climatici e crisi epidemiche”.
“Il nostro Ssn aspetta investimenti da così tanti anni che non il possiamo permetterci di perdere un solo euro – ha quindi concluso il presidente di EGUALIA – l’unica condizione è dunque che li usiamo bene, affrontando le sfide future con coraggio e lungimiranza. Avendo tutti come comune obiettivo la sostenibilità, non solo industriale ma anche sociale, sanitaria e ambientale. Perché è questo il momento di progettare un Paese capace di accogliere le nuove generazioni, senza lasciare indietro nessuno”.
Il nuovo nome della Associazione e il reshoring di impianti produttivi in Italia è stato discusso anche nell’ambito della tavola rotonda a cui hanno preso parte
Paola Testori Coggi, special advisor di Alisei, il DG dell’Aifa,
Nicola Magrini e il segretario generale di Cittadinanzattiva,
Antonio Gaudioso. Da Magrini è arrivato un apprezzamento al cambio di nome “che raffigura un obiettivo, che è di tutti e avvicina ancora di più il comparto agli obiettivi del Ssn, primo fra tutti l’universalità dell’accesso alle cure. Il valore della ricerca sul farmaco, bene comune, è fondamentale per capire il loro ruolo – ha detto – e durante la pandemia lo abbiamo capito in pochi mesi”.
“Egualia è un bel nome, perché ci ricorda il tema fondamentale dell’uguaglianza di cui discutiamo da anni – ha aggiunto Gaudioso – i farmaci equivalenti sono un asset fondamentale, ma ci sono in alcune Regioni in cui ancora non si usano e i cittadini pagano una tassa impropria per coprire la differenza con il farmaco originator. Allora accorre dare ancora più informazione”.
Ester Maragò