Molte persone nel nostro continente e nel mondo vivono infatti più a lungo dei loro avi, e mantengono la loro salute anche negli anni della vecchiaia. Ecco perché l’Oms ha deciso di scegliere come tema per la Giornata Mondiale della Salute 2012 quello del rapporto tra salute e invecchiamento, nell’anno che è stato proclamato a gennaio dall’Unione Europea come anno internazionale dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni. È proprio lo
slogan, “Good health adds life to years”, ovvero “La buona salute aggiunge vita agli anni”, a ricordare come le donne e gli uomini over 60 – “anziani”, secondo la definizione dell’Oms – e in buona salute possano vivere vite lunghe, piene e produttive, a beneficio sia della famiglia che della comunità.
Un paese sempre più vecchio
Come molto spesso ci ricordano anche i media, l’Italia è uno dei paesi con l’aspettativa di vita più lunga, grazie anche all’alimentazione e al clima del territorio. Non stupisce dunque che nel panorama mondiale l’Italia continui a essere uno dei Paesi con la maggiore proporzione di persone ultra 64enni che, a oggi, costituiscono circa il 20% della popolazione. Una proporzione che è destinata ad aumentare, visto che le più recenti proiezioni Istat indicano anche che, nel 2051, un italiano su tre avrà più di 64 anni.
Non solo nei paesi in cui l’aspettativa e la qualità della vita sono più basse, dunque, ma anche nel nostro Paese, l’invecchiamento della popolazione rappresenta “un trionfo e una sfida” per la società.
Il generale aumento dell’aspettativa di vita corrisponde infatti a un aumento delle patologie cronico-degenerative legate all’invecchiamento, con conseguente crescita dei costi assistenziali e difficoltà di sostenibilità dell’assistenza. L’Italia infatti, è tra i primi Paesi al mondo per aspettativa di vita. A fronte di tale scenario, l’Oms ha tracciato una strategia di promozione della salute e valorizzazione della persona ultra 64enne, indicata con il nome di “Active ageing”, che intende favorire una diversa concezione dell’invecchiamento a partire da un nuovo ruolo e di valorizzazione della persona ultra 64enne all’interno della società.
Cos’è l’invecchiamento attivo?
Dalla definizione data dal documento “Active ageing. A policy framework”, pubblicato ormai dieci anni fa dall’Oms, questo è definito come «il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza al fine di migliorare la qualità di vita delle persone anziane». L’approccio permette dunque agli individui di realizzare il proprio benessere fisico, sociale e mentale attraverso il corso della vita e partecipare personalmente a una società che da parte sua fornisce adeguata protezione e cura.
La parola “attivo” non si riferisce infatti solo all’essere fisicamente efficienti ma anche al continuare a partecipare alla vita economica, culturale e civica della comunità: gli anziani possono per esempio essere un valido aiuto per le proprie famiglie e per i propri pari, e in questo senso l’interdipendenza e la solidarietà intergenerazionale diventano principi basilari della strategia.
La celebrazione infatti, come spiega anche l’Istituto superiore di sanità, “intende essere l’occasione per promuovere una cultura dell’invecchiamento attivo fondata su una società per tutte le età, favorendo, al contempo, la solidarietà e la cooperazione tra le generazioni e tenendo conto delle diversità e della parità di genere”. I settori interessati da politiche ed iniziative indirizzate in questo senso dall’Unione Europea sono tre: la promozione di occupazione e condizioni di lavoro per gli ultrasessantenni, grazie ad una sensibilizzazione dell'opinione pubblica in merito all'utile contributo degli anziani alla società e all'economia e alla promozione dell'invecchiamento attivo; la spinta alla partecipazione alla società, anche con il contributo degli Stati membri che devono fornire un quadro favorevole all'impegno e all’azione concreta degli over 60; promozione di una vita indipendente e sana, ovvero la diffusione di dibattito e politiche di apprendimento, nonché quella di attività specifiche in questo senso.
Ma nello specifico della salute, oltre che del benessere della persona anziana, ci sono anche obiettivi pratici, forniti all’interno dell’
Action plan on healthy ageing: prevenire le cadute; promuovere l’attività fisica; promuovere l’assistenza domiciliare e i servizi di self-care; sostenere strategie di sviluppo partecipativo tra personale medico e assistenziale; inserire nei setting di assistenza programmi di vaccinazione antinfluenzale e di prevenzione.
Alla base della Giornata Mondiale della Sanità 2012
Una comunione tra i dati disponibili sull’invecchiamento della popolazione e l’attenzione sempre alta ai bisogni del cittadino: ecco dunque cosa fa la differenza per raggiungere un vero invecchiamento attivo e la solidarietà tra generazioni.
Bisogna combattere le disuguaglianze, rafforzare i sistemi sanitari nella direzione di accogliere i bisogni di una popolazione sempre più anziana e espandere la base delle evidenze per politiche sociali e sanitarie dedicate ai meno giovani. “Non solo dunque chi si occupa di anziani ma tutta la comunità è chiamata a dare il proprio contributo allo sviluppo di una cultura unitaria e di una conseguente struttura di rete”, si legge sulla
pagina del sito dell’Iss dedicata alla Giornata 2012. “La cooperazione e l’intervento multidimensionale è peraltro la strategia privilegiata a livello europeo per rispondere alle esigenze delle fasce più vulnerabili della popolazione”.
Laura Berardi