Il congresso ‘Panorama Diabete’ in corso a Riccione ha un programma scientifico costruito secondo l’ottica della multidisciplinarietà e multidimensionalità perché la persona con diabete non dovrebbe essere curata da un singolo specialista ma da un team di professionisti di pari importanza che include diabetologo, infermiere e dietista esperti di diabete e, quando necessario, podologo, psicologo e specialisti di altre discipline (oculista, nefrologo, cardiologo, ecc.). Il team dovrebbe interagire continuativamente con il medico di medicina generale, mantenendo operativo quel modello assistenziale implementato in Italia fin dagli anni ottanta. Un modello confermato dal Piano nazionale diabete. Un modello che purtroppo rischia di scomparire in alcune realtà dove i centri diabetologici sono smantellati e sostituiti da singoli professionisti dispersi sul territorio che, seppure specialisti in diabetologia, operano isolati senza risorse adeguate. Per non parlare di modelli che confinano il diabetologo alla cura dei pazienti con complicanze, dimenticando che questo testimonierebbe il loro fallimento: le complicanze andrebbero prevenute grazie ai team diabetologici e non affrontate tardivamente con gli specialisti.
La rete dei centri diabetologici ha reso grande, famosa e invidiata nel mondo l’assistenza diabetologica italiana perché ha fatto sì che gli italiani con diabete fossero quelli con i migliori outcomes più basso livello di emoglobina glicata, complicanze meno frequenti, minore mortalità. Ci sono studi scientifici che lo documentano in maniera inoppugnabile. Essere seguiti nei centri diabetologici in Italia per anni ha fatto la differenza. L’ecosistema italiano, il modello basato sulla rete diabetologica andrebbe dunque salvaguardato a tutti i costi. Per una questione clinica e anche per una questione economica. Molte regioni del centro-sud e anche qualcuna del nord, invece, in un’ottica di presunto risparmio, stanno depotenziando la rete dei centri diabetologici. Non si riesce a capire la logica di tutto ciò, soprattutto considerando che il costo attuale dei centri diabetologici equivale a circa l’1% della spesa totale per l’assistenza alle persone con diabete (circa 150 milioni di euro). Una spesa, legata per il 90% alle complicanze della malattia, che è di circa 15 miliardi di euro all’anno per il Ssn, da sommare a 3 miliardi di spese sostenute dai cittadini e 12 miliardi di euro. Spese che possono essere ridotte grazie ai professionisti della diabetologia e che aumenteranno certamente senza di loro. In alcune realtà lo si sta già osservando. Eliminare i centri diabetologici sarà un altro dei paradossi italiani?
Enzo Bonora
Presidente Società italiana di diabetologia (Sid)