14 gennaio -
Mentre la Liberia celebra 42 giorni senza nuove infezioni di Ebola – decretando così la fine dell’epidemia in Africa occidentale – l'organizzazione medico-umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere (MSF) chiede alla comunità internazionale di fare tesoro di questa lezione in modo da essere più preparati in caso di epidemie future. Oggi MSF continua i propri progetti Ebola in Liberia, Sierra Leone e Guinea attraverso cliniche di supporto dedicate ai sopravvissuti.
“Oggi è una giornata di celebrazione e di sollievo perché questa epidemia è finalmente finita”, dichiara
Joanne Liu, Presidente Internazionale di MSF. “Dobbiamo tutti imparare da questa esperienza per migliorare la nostra risposta di fronte a future epidemie e malattie trascurate. La risposta data a questa epidemia non è stata limitata da una mancanza di risorse internazionali, ma dalla mancanza di volontà politica nell’organizzare rapidamente l’assistenza alle comunità. I bisogni dei pazienti e delle comunità colpite devono restare al centro di qualsiasi risposta e prevalere sugli interessi politici”.
“Dobbiamo congratularci con tutte le persone che instancabilmente hanno contribuito a porre fine a questa epidemia devastante e senza precedenti, e nello stesso tempo ricordare i tanti operatori sanitari che hanno tragicamente perso la vita lottando in prima linea contro l’Ebola”, aggiunge
Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di MSF. “Questa devastante epidemia è scoppiata quasi 40 anni dopo la scoperta dell’Ebola nel 1976, ma la mancanza di ricerca e sviluppo sulla malattia ha fatto sì che ancora oggi, dopo una serie di trial clinici e alla fine dell'epidemia, non esista alcun trattamento efficace, mentre un nuovo vaccino che è stato sviluppato deve ancora ottenere le necessarie autorizzazioni per essere messo in commercio.”
Fin dall'inizio dell'epidemia, MSF ha lavorato in prima linea nei paesi più colpiti – Guinea, Liberia e Sierra Leone – attraverso la creazione di centri per il trattamento dell’Ebola e la fornitura di servizi di supporto psicologico, promozione della salute, sorveglianza epidemiologica e tracciamento dei contatti. Nel momento di picco dell’epidemia, MSF ha impiegato quasi 4.000 persone di staff nazionale e oltre 325 operatori internazionali – 63 gli italiani, partiti per un totale di 100 missioni – per combattere l'epidemia nei tre paesi. MSF ha ricoverato un totale di 10.376 pazienti nei suoi centri di trattamento, di cui 5.226 si sono rivelati casi di Ebola. In totale, l'organizzazione ha speso oltre 96 milioni di euro per far fronte all'epidemia.
Con un’epidemia così imprevedibile, è cruciale che nell’area siano mantenute vigilanza e capacità di rispondere a nuovi casi attraverso un sistema efficace di sorveglianza e risposta rapida.
I sopravvissuti all’Ebola sono particolarmente vulnerabili e affrontano problemi di salute continui come dolori diffusi, affaticamento cronico e problemi di udito e vista. Subiscono anche lo stigma nelle loro comunità e hanno bisogno di cure specifiche e mirate. MSF ha investito nell’apertura di cliniche per i sopravvissuti in Liberia, Sierra Leone e Guinea, fornendo un pacchetto di cure complessive che include assistenza sanitaria e psicosociale e protezione contro lo stigma.
“Per tutta l’epidemia, ho visto la malattia distruggere intere comunità” ha detto
Saverio Bellizzi, epidemiologo di MSF che ha lavorato in Liberia, Sierra Leone e Guinea in diverse fasi dell’epidemia. “All’inizio la risposta dalla comunità sanitaria internazionale è stata paralizzata dalla paura. È stato orribile essere lasciati soli a rincorrere ogni giorno l’onda dell’epidemia. Ma ci ha dato una grande forza vedere la dedizione e l’energia dei nostri operatori locali, così come di altri attori internazionali che sono poi intervenuti. Per la prossima epidemia, il mondo dovrà essere pronto a intervenire in modo più rapido ed efficace”.