25 marzo -
Il processo di invecchiamento è caratterizzato da un elevato livello di complessità che rende la cura degli anziani e in particolare l’uso di farmaci in questa popolazione un compito impegnativo. Tipicamente, gli anziani manifestano la co-presenza di più malattie croniche (multi morbilità) e condizioni cliniche (le cosiddette sindromi geriatriche, come incontinenza urinaria, delirium o cadute) che non possono essere ascrivibili ad una specifica patologia e hanno frequentemente molteplici cause. Il trattamento farmacologico del paziente complesso rappresenta una sfida per il medico prescrittore, come conferma l’alta prevalenza di reazioni avverse da farmaci osservata in questa popolazione. In effetti, l’applicazione di linee guida di trattamento basate su evidenze per malattie specifiche nei soggetti più anziani e complessi non è semplice, poiché raramente forniscono raccomandazioni applicabili agli anziani con multimorbilità, condizioni geriatriche specifiche, declino cognitivo e funzionale. Inoltre, l’efficacia dei farmaci usati per trattare malattie croniche è solitamente valutata nell’ambito di studi clinici che non includono anziani. Come ulteriore problema, a causa di deficit cognitivi o di disabilità, le persone anziane spesso non sono in grado di assumere i farmaci prescritti. In queste situazioni il rischio di malattie iatrogene è elevato e può superare il potenziale beneficio atteso da un dato trattamento farmacologico. I soggetti anziani sono i maggiori consumatori di farmaci; oltre il 90% degli ultrasessantacinquenni riceve una o più prescrizioni di farmaci. È stato riportato che circa il 50% dei soggetti più anziani ricevono ≥5 e il 10% ≥10 farmaci. È importante sottolineare come la politerapia possa aumentare il rischio di reazioni avverse e outcome avversi tra cui aumento del rischio di cadute, ospedalizzazione e morte. Tuttavia, è molto comune nei soggetti più anziani (12% al 40%, a seconda degli indicatori utilizzati) una prescrizione subottimale di farmaci. Nel loro insieme, tutti questi fattori influenzano negativamente l´aderenza alla prescrizione medica.
La scarsa aderenza ai regimi terapeutici è da tempo riconosciuta come un ostacolo sostanziale per il raggiungimento degli outcomes migliori per i pazienti. I dati provenienti dagli Stati Uniti indicano che circa la metà di tutti i pazienti non aderiscono al regime terapeutico prescritto ed è stato stimato che il costo dei ricoveri evitabili ogni anno ammonta a più di 100 miliardi di dollari. La mancata aderenza ai regimi di farmaci influisce notevolmente anche sulla qualità e sulla durata della vita. Il crescente invecchiamento della popolazione è il risultato del successo delle politiche di salute pubblica, ma rappresenta anche un onere per la sostenibilità economica e il funzionamento dei sistemi sanitari. La scarsa aderenza al trattamento farmacologico, soprattutto in malattie croniche, è una questione di alta priorità per i sistemi sanitari europei, ed esistono prove incontrovertibili che dimostrano un’alta percentuale di pazienti, soprattutto quelli più anziani, con aderenza limitata al trattamento, e l’effetto negativo di questo comportamento sui benefici attesi dalla cura. Le ragioni di scarsa aderenza sono multi-fattoriali e complesse e possono essere legate agli aspetti sociali ed economici, ai sistemi sanitari, ai professionisti, a malattie specifiche (ad esempio, deficit cognitivo, o depressione), così come alle caratteristiche del singolo paziente. Affrontare la non-aderenza, e la sua complessità, richiede un approccio centrato sul paziente che tenga in considerazione l’ecosistema sanitario. Infatti, la maggiore aderenza al trattamento farmacologico richiede un cambiamento comportamentale a livello del paziente, che può essere influenzato da tre fattori: conoscenza (informazione, educazione e comunicazione), competenze (formazione, coaching, e strumenti) e motivazione (empowerment, incoraggiamento, dissipare le preoccupazioni). Oltre all’approccio centrato sul paziente, possibili interventi per migliorare l’aderenza possono interessare il medico curante. La letteratura scientifica ha dimostrato che il miglioramento di aderenza richiede l’ottimizzazione della prescrizione dei farmaci e l’instaurazione di un corretto rapporto paziente-medico. La semplificazione delle terapie farmacologiche complesse ed il miglioramento della comunicazione tra medico e paziente sono le strategie chiave per incrementare la capacità del paziente di seguire correttamente un regime terapeutico. Le criticità individuate per migliorare l’aderenza alle prescrizioni mediche nei soggetti più anziani includono la necessità di una facile somministrazione semplificata nel contesto della politerapia, la possibile riduzione della dose, la mitigazione degli effetti di una compromissione visiva e motoria, il miglioramento del supporto dei operatori sanitari e di sostegno sociale. In questo contesto, le informazioni non direttamente legata alla somministrazione di farmaci e la “information comunication technology (ICT) possono costituire strumenti rilevanti per monitorare e migliorare l’aderenza (uso dei sistemi informativi supportati da approcci Tele-medicina e modelli di supporto clinico basati su Internet; tecnologie di reti wireless, sensori standard, etc). Le tecnologie ICT possono fornire strumenti di autogestione per i pazienti e gli operatori sanitari e per l’integrazione delle informazioni per la gestione del paziente. Di fatto, nessuna strategia di intervento singolo, o un pacchetto di strategie ha dimostrato di essere efficace per migliorare l’aderenza in tutti i pazienti. Di conseguenza, gli interventi che hanno come target l’aderenza devono essere adattati alle particolari esigenze della patologia e legate al vissuto dal paziente e combinare diversi approcci mirati agli aspetti complessi degli anziani in un approccio olistico.
Per fare questo, è necessario sviluppare mezzi di valutazione non solo dell’aderenza, ma anche dei fattori che la influenzano. Nonostante una vasta base di conoscenze, gli sforzi per affrontare il problema sono stati frammentari e con poche eccezioni non sono riusciti a sfruttare il potenziale contributo delle diverse discipline sanitarie. Un impegno forte per un approccio multidisciplinare è necessario per fare progressi in questo settore. Ciò richiederà un’azione coordinata da parte dei professionisti della salute, ricercatori, pianificatori sanitari e decisori politici. Le esperienze che combinano diverse strategie che coinvolgono le attività di tutti gli operatori sanitari dovrebbero essere riviste e, sulla base di questi dati oggettivi dovrebbero essere sviluppati nuovi interventi standardizzati basati su approcci olistici e integrativi da testare.
L’aderenza negli anziani in Italia. Il SSN italiano fornisce a tutti i residenti i farmaci necessari con efficacia clinica documentata utilizzati per il trattamento di malattie gravi e croniche. Il database OsMed include i dati relativi a tutte le prescrizioni di farmaci rimborsate dal SSN dispensate da circa 18.000 farmacie in tutta Italia. Utilizzando il database OsMed, una relazione sull’utilizzo dei farmaci in Italia viene pubblicato annualmente dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) con i seguenti obiettivi: (a) per descrivere il consumo di farmaci a livello nazionale; (b) esaminare variazioni nel consumo di farmaci nel tempo; (c) per effettuare un confronto del il consumo di farmaci tra le diverse regioni italiane. Nel corso del 2011, la banca dati OsMed ha raccolto informazioni sui farmaci dispensati a 11.593.989 individui di 65 anni o, che rappresentano il 94,2% dei residenti italiani di questa fascia di età, come riportato dall’Istituto Nazionale Italiana di Statistica (n = 12.301.537). Del totale della popolazione anziana inclusi nella banca dati OsMed, 5.726.208 individui erano di età compresa tra 65-74 anni, 4.286.993 tra 75-84 anni e 1.580.788 avevano un’età superiore a 85 anni, che rappresentano, rispettivamente, il 93,0%, 95,8%, e il 94,5% della popolazione italiana negli stessi gruppi di età. La Politerapia rappresenta un fenomeno comune, con più di 1,3 milioni di individui (11,3%) che ricevono una prescrizione contemporanea uguale o maggiore a 10 farmaci. Sono stati identificati quattro indicatori per valutare l’aderenza ai trattamenti delle patologie croniche più comuni, cioè, antipertensivi, ipoglicemizzanti, antiosteoporotici, e farmaci antidepressivi. Per calcolare l’aderenza, gli anziani a cui sono stati prescritti almeno uno dei farmaci nelle classi di interesse tra il 1 luglio e il 31 dicembre 2010, sono stati identificati e la data della prima erogazione del farmaco è stata definita come la data indice. I pazienti sono stati considerati come trattati di recente nel caso in cui non avessero ricevuto una dispensazione di farmaci della stessa classe nel corso dei 6 mesi precedenti alla data indice. L’aderenza è stata stimata calcolando la proporzione di giorni coperti da farmaci dispensati per un periodo di 365 giorni per tutte le altre classi di farmaci.
Il numero di giorni coperti da ciascuna erogazione è stato calcolata dividendo la quantità totale di farmaco attivo in ogni erogazione (quantità di principio attivo nel pacchetto specifico moltiplicato per il numero di pacchetti erogati) dalla DDD. In conformità alle soglie precedentemente adottate, la bassa aderenza è stata definita come la porzione di giorni coperti inferiore al 40%.
La bassa aderenza ai trattamenti cronici con antidepressivi, antiipertensivi, ipoglicemizzante, o agenti antiosteoporotici è stato dimostrato essere frequente e aumentare con l’avanzare dell’età, con più alta prevalenza (dal 56,1% al 70,1%) nei soggetti di età compresa tra 85 o più.
Il Scientific Advisory Board on Adherence (SABA). Il 24 Ottobre presso la sede di FederAnziani si è riunito lo Scientific Advisory Board on Adherence (SABA) con lo scopo di identificare le azioni da intraprendere per un intervento di miglioramento dall’aderenza sul territorio nazionale. SABA ha valutato con un pre-screening gli interventi precedentemente posto in essere e ne sono stati identificati e discussi in particolare 7, definendo quale target di popolazione ne poteva usufruire, quali professionisti venivano coinvolti e con quale tempistiche.
Gli interventi identificati sono stati successivamente analizzati nel corso di una tavola rotonda presso il meeting di Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute, in cui alla presenza delle associazioni di categoria (FIMMG, Federfarma…) ed altri professionisti, i suddetti interventi sono stati contestualizzati rispetto alle reali possibilità di implementazione sul territorio italiano.
Fonte: ufficio stampa Federanziani