12 giugno -
“E’ sconcertante che si arrivi al punto di anche solo ipotizzare di distruggere il frutto di una attività di ricerca come quella portata avanti dall’Università della Tuscia, per puri pregiudizi ideologici. E lo è ancora di più se pensiamo che esistono precise norme europee sulla sperimentazione delle piante geneticamente modificate che l’Italia disattende da anni”. Così Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec, commenta la vicenda delle coltivazioni sperimentali di ciliegio, kiwi e olivo di cui il Ministero dell’Ambiente pretende la distruzione.
Secondo Sidoli, “le motivazioni di sicurezza che sono state avanzate sono ampiamente pretestuose, anche in considerazione del fatto che, da anni, sono stati definiti in Italia i protocolli per la sperimentazione e quindi anche per la gestione della sicurezza delle coltivazioni, grazie alla collaborazione fattiva della comunità scientifica e delle stesse autorità che ora vorrebbero distruggere il frutto di 15 anni di ricerche”.
“Ancora una volta - conclude il presidente di Assobiotec - la ricerca pubblica italiana paga lo scotto di un pregiudizio che va solo a scapito dell’innovazione nell’ambito di quelle colture che fanno grande l’agricoltura italiana”.