Schillaci: “Antibiotico-resistenza sfida urgente, serve forte alleanza per combatterla”
"La resistenza agli antimicrobici, di cui l’antibiotico-resistenza è certamente il fattore di maggior peso, costituisce una delle principali emergenze sanitarie globali, alimentata nel tempo da un uso eccessivo e anche improprio degli antibiotici, in ambito umano, veterinario e zootecnico. Si tratta di un fenomeno che ha una ricaduta significativa sulla salute delle persone e sui servizi sanitari e oggi ci pone quindi di fronte a una sfida urgente. L’obiettivo è costruire e rafforzare un’alleanza contro l’antimicrobico-resistenza". A dirlo il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo all'evento Farmindustria dedicato a questo tema oggi a Roma.
Una sfida, evidenzia il ministro, "da affrontare in ottica One Health, in grado di abbracciare in una visione unitaria la salute umana, il benessere animale, la sicurezza degli alimenti e la salubrità dell’ambiente. Proprio qualche giorno fa l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Organizzazione mondiale per la salute animale hanno lanciato un nuovo appello per un’azione globale tesa a rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari europei attraverso un approccio trasversale e multidisciplinare. Lo scorso novembre abbiamo celebrato la settimana mondiale per l’uso prudente degli antibiotici ed è un fatto di rilievo che si stia diffondendo una sempre maggiore consapevolezza sui rischi legati a un uso eccessivo e quindi sulla necessità di un impiego appropriato di questi farmaci, la cui scoperta ha segnato un momento cruciale per la nostra capacità di combattere molte malattie e continuano a essere armi fondamentali".
"Il Rapporto Aifa di pochi giorni fa - evidenzia il ministro - conferma il trend in riduzione del consumo pubblico e privato di antibiotici in Italia: -3,3% nel 2021 rispetto all’anno precedente. Permangono però sostanziali differenze on riduzioni maggiori al Nord e meno marcate al Sud. E nelle fasce d’età: il consumo è più elevato nei primi quattro anni di vita e nella popolazione con età uguale o superiore agli 85 anni. Il Rapporto rileva inoltre come in ambito ospedaliero ci sia un incremento del ricorso agli antibiotici indicati per la terapia di infezioni dovute a microorganismi multiresistenti. Una fotografia che conferma l’importanza di non abbassare la guardia e proseguire le azioni di contrasto all’inappropriatezza e gli interventi in tutti gli ambiti, tenendo conto delle indicazioni nazionali e internazionali e usando tutti gli strumenti a disposizione".
Uno di questi strumenti è il nuovo Piano Nazionale di Contrasto all’Antimicrobico Resistenza 2022-2025, "predisposto con il contributo di esperti di tutti i settori, attraverso cui forniamo le linee strategiche e le indicazioni operative per affrontare il problema dell’antibiotico-resistenza nei prossimi anni, con l’indicazione, per ogni area, degli obiettivi specifici, delle azioni e degli indicatori. Per attuare le misure e gli interventi previsti nel PNCAR - ha ricordato Schillaci - la legge di bilancio 2023 ha assicurato 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023- 2024-2025, già ripartiti fra le Regioni. In coerenza con la visione One Health, il nuovo Piano prevede una maggiore integrazione fra settore umano, animale e ambientale; affronta il tema della corretta gestione e smaltimento degli antibiotici e dei materiali contaminati e dedica particolare attenzione all’informazione e alla comunicazione, perché è fondamentale che i cittadini siano consapevoli e informati sull’uso appropriato degli antibiotici".
Il Piano prevede "un cronoprogramma piuttosto serrato ed è in via di costituzione la Cabina di regia che individuerà le responsabilità di ogni istituzione, per poi garantire un efficace coordinamento tra gli organi centrali e le Regioni. Il Piano, fra l’altro, promuove l’istituzione di nuove sorveglianze, il rafforzamento e l’ampliamento delle sorveglianze rilevanti esistenti e l’interoperabilità dei diversi sistemi, nonché il monitoraggio dei risultati raggiunti. Tema strettamente connesso all’antibiotico-resistenza è poi quello delle Infezioni correlate all’Assistenza (ICA), che rappresentano una delle criticità più frequenti e gravi dell’assistenza sanitaria, con ricadute importanti sia in termini di salute del paziente, sia di costi per Servizio Sanitario Nazionale. Una quota elevata di ICA si può prevenire. In quest’ottica il Ministero della Salute gestisce un complesso programma di governance del sistema qualità a livello nazionale, incentrato su indirizzi di Programmazione ospedaliera per assicurare gli standard di qualità, appropriatezza ed esiti delle cure, sulla Gestione della sicurezza delle cure per la riduzione del rischio clinico e su un Sistema di monitoraggio delle azioni regionali per il controllo delle ICA".
Anche i vaccini contribuiscono a contrastare l’antibiotico-resistenza: "prevengono le infezioni batteriche e concorrono a limitare l’uso di antibiotici, pensiamo ad esempio nel caso dello pneumococco. È questo è valorizzato all’interno del Piano Vaccinale 2023-2025. Attraverso i vaccini, come il vaccino antinfluenzale, possiamo inoltre ridurre le prescrizioni inappropriate e le infezioni batteriche, che spesso si sovrappongono a quelle virali e richiedono trattamenti antibiotici. C’è inoltre un ulteriore effetto indiretto poiché attraverso i vaccini riusciamo a ridurre il numero dei ricoveri ospedalieri delle persone fragili, abbattendo il sovraffollamento e la possibilità di complicazioni o di ICA. Per questo siamo concentrati sull’aumento delle coperture vaccinali e, al contempo, a sostenere lo sviluppo di vaccini contro ceppi batterici resistenti. In tale quadro, che vede i vaccini anche come strumento di contrasto alle ICA e all’antibiotico-resistenza, al momento dell’immissione in commercio sarà utile formulare raccomandazioni sul loro utilizzo sulla base di tutte queste considerazioni".
Fondamentale è poi l’impegno per la formazione, ha detto Schillaci: "Tutti i professionisti sanitari svolgono un ruolo essenziale nelle azioni di contrasto allo sviluppo e alla diffusione della resistenza agli antibiotici ed è pertanto necessario che le loro conoscenze siano sempre aggiornate. In un’ottica One Health ciò riguarda le competenze di medici, veterinari, farmacisti. Accanto alle iniziative in ambito di formazione, il PNRR prevede un Piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere, ormai in dirittura d’arrivo: i fondi, 80 milioni di euro, sono già stati ripartiti fra le Regioni e si prevede in questi giorni la selezione dei provider per l’erogazione dei corsi di formazione sulle infezioni ospedaliere destinati a circa 150.000 professionisti entro la fine del 2024 e a ulteriori 140.000 entro metà 2026".
Guardando al settore veterinario, "segnalo una significativa riduzione delle vendite di antibiotici anche grazie all’adozione obbligatoria, dal 2019, del sistema informativo di tracciabilità dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati, che si avvale della Ricetta Elettronica Veterinaria e, recentemente, del Registro dei trattamenti elettronico che garantisce la conoscenza in tempo reale della corretta gestione del medicinale negli animali. Naturalmente gioca un ruolo di primo piano la ricerca. Negli ultimi 3 anni, per la ricerca corrente, le malattie infettive risultano essere la sesta disciplina di ricerca tra gli IRCCS, con un finanziamento di oltre 5 milioni di euro l’anno. Per la ricerca finalizzata è stato possibile finanziare circa 4 milioni di euro per gli studi sulla gestione dei germi che hanno sviluppato resistenza agli antibiotici. A livello europeo, collaboriamo in azioni congiunte comunitarie previste nel programma quadro Horizon Europe, e siamo membri del programma “Joint Programming Initiative on Antimicrobial Resistance” attraverso cui sono state finanziate, con 2 miliardi, le partnership internazionali sull’antibiotico-resistenza. Inoltre collaboriamo con il Ministero per lo Sviluppo Economico e con quello dell’Università e Ricerca nell’ambito del programma europeo “Important Project of Common European Interest” (IPECI) sul sistema salute, attraverso cui è stato possibile supportare finanziariamente le aziende impegnate nel settore Ricerca e Sviluppo, per rafforzare il comparto industriale nella lotta all’antibiotico-resistenza.
"Ognuno di noi può contribuire a combattere l’antibiotico-resistenza - ha concluso il ministro - le istituzioni, con una legislazione appropriata; le industrie farmaceutiche, chiamate ad adattare il confezionamento degli antibiotici alle indicazioni d’uso approvate e a promuovere la ricerca sulle alternative agli antimicrobici esistenti; i ricercatori, con il loro lavoro quotidiano; i produttori di mangimi e farmacisti, che devono fornire prodotti medicati e medicinali solo dietro prescrizione; il personale sanitario, con le buone pratiche di prevenzione; i medici, i pediatri, i veterinari, chiamati a prescrivere antibiotici quando necessario; i cittadini tutti e i proprietari di animali, ciascuno con il dovuto senso di responsabilità e infine le scuole e le università, per l’informazione e la formazione".