Bagarre in Aula del Consiglio regionale della Lombardia dopo il discorso del governatore
Attilio Fontana sulla vicenda dei dati sbagliati che avrebbero erroneamente causato l’inserimento della Lombardia nella zona rossa. La protesta è stata così accesa da costringere il presidente a sospendere la seduta, che riprenderà nel pomeriggio: “In tre anni non si era mai arrivati a eccessi di questo tipo che non consentivano il prosieguo dei lavori istituzionali della terza Assemblea della nostra Repubblica, ha detto il presidente
Alessandro Fermi rientrando in Aula dopo la riunione con i capigruppo.
A caratterizzare la protesta le urla e i cartelli di Pd e M5S che chiedevano “la verità” ai vertici della Giunta della Regione, ma anche del Carroccio rivolti, questa volta, contro il presidente del Consiglio
Giuseppe Conte e il ministro della Salute
Roberto Speranza. Il consigliere
Michele Usuelli di +Europa si è, in forma ti protesta, inginocchiato davanti a Fontana, chiedendo di rendere pubblici i dati sulla pandemia: “Dato che non so più come chiederlo, ve lo chiedo in ginocchio” ha detto prima di essere invitato ad alzarsi e, al suo rifiuta, essere fatto allontanare dalla Digos.
Ma cosa aveva detto Fontana nel suo intervento? Ha difeso l'operato della Giunta, ribadendo che i dati inviati dalla Regione ai tecnici del Governo erano esatti.
“Una premessa, mi scuserete se non riuscirò a mantenere la consueta pacatezza, ma davvero la misura è colma e la mancanza di rispetto verso la Lombardia e i Lombardi è andata oltre i limiti", ha esordito prima di entrare nel merito. “Regione Lombardia - ha quindi detto - invia tutti i giorni i dati certificati in modo corretto così come attestato dallo stesso Istituto Superiore di Sanità. Fino a questo momento i dati prodotti da ISS non erano mai stati da noi contestati, anche in considerazione del lavoro comune portato avanti. Gli indicatori complessivamente hanno avuto una loro coerenza interna nel tempo. Abbiamo sempre sviluppato nostre stime e abbiamo sempre constatato un andamento parallelo".
"Nell'occasione del report 35 - ha evidenziato il Presidente di Regione Lombardia - abbiamo invece notato la discrepanza tra l'indice RT sintomi 1.4. e il resto degli indicatori, incluso l'indice RT ospedaliero, orientati verso uno scenario di tipo 2, che corrisponde alla zona arancione. In considerazione di tale discrepanza abbiamo ricalcolato al nostro interno l'indice RT sintomi che risultò pari a 1.01. Per questo abbiamo chiesto una valutazione più coerente da parte della Cabina di Regia (formata da Ministero salute, ISS e rappresentanti delle Regioni), che tenesse conto anche del RT ospedaliero e dell'incidenza dei nuovi casi per 100.000 abitanti. La stessa Cabina di Regia aveva in precedenza suggerito al Ministero di pesare maggiormente altri indicatori".
"Contestualmente - ha dichiarato ancora Fontana - la componente tecnica dell'assessorato si è confrontata con ISS ed è emerso che il picco di RT sintomi era dovuto ad una criticità correlata al percorso di estrapolazione di dati da parte di ISS. A valle delle interlocuzioni tecniche abbiamo perciò chiesto all'ISS, il 19 gennaio, di procedere alla verifica del valore dell'indice RT sintomi del report 35 per recepire le modifiche tecniche dallo stesso proposte, senza alcun reinvio dei dati del 13 gennaio".
"Il giorno successivo invece, nell'imminenza dell'invio del flusso relativo alla settimana 36 - ha ricordato il Presidente - ci è stato detto da ISS che non era possibile modificare il meccanismo ed è stato quindi chiesto dallo stesso ISS di inserire un valore convenzionale in un campo facoltativo per superare la difficoltà di funzionamento del percorso di estrapolazione dei dati. Senza questa operazione l'ISS non avrebbe calcolato in modo corretto il nostro RT sintomi. Per superare l'impasse ci siamo adeguati a questa indicazione, abbiamo quindi trasmesso il 20 gennaio un flusso identico a quello della settimana precedente, con l'integrazione delle informazioni convenzionali chieste da ISS".
"Abbiamo manifestato la nostra perplessità sul metodo utilizzato - ha proseguito - e abbiamo chiesto di trovare una via strutturata di superamento del problema come testimonia una nostra mail del 21 gennaio. Nei due giorni successivi abbiamo chiesto di verificare anche l'indice RT sintomi del report 35, ma ci è stato risposto di dichiarare che tale richiesta doveva essere considerata una rettifica del nostro flusso; nel caso in cui non avessimo acconsentito ad ammettere di operare una rettifica dei dati, pur conoscendo il nuovo valore del RT della settimana precedente, l'ISS ci ha comunicato che non avrebbe formalizzato il nuovo valore permettendoci così di andare in zona arancione. Abbiamo, quindi, formalizzato una richiesta di rivalutazione del Rt sintomi del report 35 dichiarando una integrazione di dati a seguito del confronto tecnico con ISS e su loro precisa richiesta".
"Il CTS e la cabina di regia - ha sottolineato Fontana - non potendo che prender atto della correzione necessaria del valore di RT sintomi della Lombardia, hanno scritto nei loro verbali, poi confluiti nella motivazione dell'ordinanza del Ministro, che la rivalorizzazione dell'indicatore era il frutto di una nostra rettifica. Ma ciò non risponde al vero. I flussi di RL sono sempre stati inviati correttamente, come validato sempre da ISS ogni settimana. I nostri dati sono sempre stati coerenti con i flussi provenienti dai sistemi informativi delle ATS, mantenendo anche le eventuali incompletezze senza interventi forzati da parte di Regione. I nostri tecnici non hanno mai inserito in modo artificioso dati: a noi interessa una valorizzazione realistica della pandemia, non forzare una lettura semplificatrice".
"La mancata registrazione dei guariti è una falsa notizia - ha rimarcato il Presidente della Regione Lombardia - come si evince dai flussi pubblici, come quello della Protezione Civile che registra quotidianamente casi, guariti e decessi. Non è corretto che il destino di una regione possa essere legato ad un indicatore esile come RT Sintomi; non è possibile che i destini di milioni di persone siano affidati a dati esili, convenzionali e facoltativi. E' impensabile che la compilazione di campi indicati da ISS come facoltativi determini la collocazione di una Regione in zona rossa".
"Proprio per questo avevamo chiesto di sospendere per 48 ore l'efficacia della ordinanza del Ministro della Salute. Per confrontarsi in uno spirito di leale collaborazione e trovare insieme una soluzione. Ciò non è avvenuto e non ci è rimasto altro che ricorrere al TAR. Senza questo ricorso noi oggi saremmo ancora in zona rossa fino alla fine del mese. Qualcun altro avrebbe potuto tacere e nessuno, magari, si sarebbe accorto di questa situazione. Ricordo che il ricorso, contrariamente a quanto sostenuto da qualche organo di stampa, prosegue nel merito e verrà implementato questa settimana con l'impugnazione dei verbali della Cabina di Regia e del CTS, nonché della parte dell'ordinanza del Ministero che fa riferimento ai quei verbali".
"Regione - ha concluso Fontana - è disponibile come sempre ad una leale collaborazione istituzionale e ad un confronto tecnico per definire parametri più completi e adeguati a descrivere il quadro epidemiologico per assumere provvedimenti appropriati. Non accetto, però, che la Lombardia venga calunniata con mistificazioni della realtà. Non per me. Non per la mia Giunta. Ma per i Lombardi",ha detto Fontana tra il frastuono dei banchi del Consiglio.