Grande attenzione alla qualità dei materiali, standard elevati e controlli puntuali sulla sicurezza nei cantieri. Subappalti ampiamente nei limiti ammissibili. Aumento dei costi dovuto alla scelta di impegnare investimenti aggiuntivi per rendere gli ospedali ancora più funzionali e all’avanguardia e non dovuto ad errori di progetto, né tanto meno ad un non corretto trasferimento dei rischi di impresa dal soggetto privato a quello pubblico. Contenuta la dilatazione dei tempi. Questo il verdetto dei tecnici dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici dopo l'ispezione svolta nel settembre scorso sui cantieri dei quattro nuovi ospedali toscani in costruzione a Massa, Lucca, Prato e Pistoia. Una tra le più grandi opere di edilizia ospedaliera con un investimento di oltre 650 milioni.
“Il giudizio che l’Autorità ha emesso dopo una accurata ispezione svolta dai suoi tecnici sui cantieri nel settembre dello scorso anno è più che positivo – ha detto il presidente della Regione,
Enrico Rossi – e fa giustizia di critiche e attacchi strumentali e basati su dati inesatti. Invieremo formalmente la relazione anche alla Commissione parlamentare sugli errori in sanità presieduta da Leoluca Orlando, il cui rapporto fu allora votato dal solo centro destra”.
Lo scorso settembre l’Autorità indipendente di vigilanza sui contratti pubblici, che ha sede a Roma ed è composta da sette membri nominati d’intesa dai presidenti di Camera e Senato, ha inviato i propri esperti alla Asl di Pistoia e alla Asl di Prato, dove ha sede il Sior, la società interaziendale costituita per gestire la realizzazione dei quattro nuovi ospedali toscani e sui cantieri di tutti e quattro i nuovi ospedali. Un’ispezione d’ufficio, per verificare il rispetto di norme e procedure sull’organizzazione dei cantieri, la trasparenza e concorrenza, i tempi di realizzazione e i costi, il sistema delle penali e lo stato dell’arte. Gli esiti dell’ispezione, salutati con soddisfazione dalla Regione, stanno tutti nella delibera che il Consiglio dell Autorità ha adottato alla fine di gennaio e spedito al Sior il 5 marzo: diciassette pagine fitte, ricche di dettagli e valutazioni.
Tecnici ed esperti hanno sottolineato anzitutto “un’elevata organizzazione del controllo di qualità sui materiali usati e sull’organizzazione dei cantieri”. Nella relazione si è poi rilevato che il procedimento seguito dal Sior per l’affidamento della concessione è stato “conforme alla normativa sugli appalti pubblici”. Per la Commissione parlamentare invece il Sior e la Regione Toscana avrebbero “derogato alle rigorose norme del codice degli appalti e limitato la concorrenza” e ci sarebbe stata una “fase di stallo” nel procedimento di adozione del progetto esecutivo.
Risultate corrette anche le procedure di subappalto. Per l’Autorità non solo il ricorso all’istituto dell’autorizzazione è legittimo, ma sono corrette le percentuali applicate, che oscillano dal 30 al 100% a seconda della prevalenza ad alta o bassa specializzazione delle opere, mentre per la Commissione parlamentare “nella costruzione dei quattro ospedali non sarebbero state rispettate dal Sior tutte le regole che disciplinano le procedure di affidamento, con particolare riferimento ai limiti percentuali previsti dalla legge”.
La stessa Commissione parlamentare aveva sostenuto che, dopo la gara per la scelta del soggetto a cui affidare la concessione, “il Sior sarebbe stato sollecitato a ripristinare costi più elevati e pertanto più convenienti per il concessionario”. Per l’Autorità il parziale aumento dei costi è solo la conseguenza dell’inevitabile rivisitazione del progetto in sede di conferenze dei servizi: maggiori oneri per la sicurezza, la progettazione antisismica e il risparmio energetico imposti da nuove e più recenti norme al riguardo. C’è stato poi anche un ripensamento sull’organizzazione complessiva degli spazi, a seguito della sperimentazione condotta sugli ospedali che già esistono in Toscana e che ha portato all’ideazione di un nuovo modello in cui i pazienti non si spostano più da un reparto all’altro ma sono i diversi servizi clinici a farlo “intorno” al paziente. Anche questo ha influito nella revisione del piano economico e finanziario. Ma se l’investimento è cresciuto, da quanto si apprende dall’Autorità di vigilanza, “sono migliorati anche gli ospedali”. Quanto ai ritardi nella consegna dei lavori dovuti al contenzioso sull’aggiudicazione, solo per l’ospedale di Massa si è tradotto in un aumento dei costi. L’associazione temporanea di impresa che ha avuto la concessione per la realizzazione dell’opera ha chiesto un adeguamento di 3 milioni e mezzo. Ma tutto questo rientra nella procedure previste dalla legge.
Le ultime considerazioni hanno riguardato i tempi di realizzazione delle opere, con ritardi “contenuti” a giudizio dell’Autorità, visti anche i ricorsi e gli imprevisti in corso d’opera. Per gli esperti di Roma non ci sarebbero infatti scostamenti significativi rispetto alle convenzioni di concessione: Massa-Carrara a parte, dove il cantiere si è aperto con quasi un anno di ritardo a causa della necessità di procedere alla bonifica del sito.
Gli ospedali di Pistoia e Prato si trovano in uno stato più avanzato: a luglio dell’anno scorso erano al 43 e 42% dell’opera, mentre oggi sono al 70%. Per Lucca (l’anno scorso al 30 % ed oggi al 50) c’è stato l’intoppo dei resti archeologici trovati durante lo scavo e la necessità di spostare alcuni volumi. Massa, sempre a luglio del 2011, era al 9%.
Ma il ritardo sul cronoprogramma di due ospedali su quattro viene giudicato dall’Autorità contenuto e in ogni caso giustificato da cause di forza maggiore. L’Autorità annota anche che, “pur in presenza di continui ricorsi, è stato impiegato un solo anno per arrivare all’aggiudicazione della concessione”.
Da segnalare, infine, come il Sior e le singole Asl abbiano chiesto al Cts, il raggruppamento di imprese perdente che ha avviato i ricorsi, 61 milioni e mezzo di euro per danni patrimoniali e non. Altri 2 milioni e mezzo sono stati chiesti al deputato, Lucio Barani, per danno all’immagine a seguito di un’azione risarcitoria avviata per diffamazione.