L’annuncio lo ha dato lo stesso Formigoni intervenendo in mattinata, insieme all’assessore alla Famiglia Giulio Boscagli alla manifestazione organizzata sul piazzale della stazione Centrale di Milano dalla Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità (LEDHA). “La Regione si impegnerà al massimo perché nessuno sia lasciato da solo. Un tema come quello della disabilità - ha affermato il governatore - non può essere sottoposto a tagli: sappiamo bene che c'è un momento di difficoltà economica che non interessa soltanto il nostro Paese e ci impone sacrifici ma le istituzioni devono dare la massima attenzione a chi vive in una condizione di disagio”. ”Vogliamo lavorare con i disabili per i disabili”, ha proseguito il presidente Formigoni, ricordando, a dimostrazione di questa impostazione che Regione Lombardia si è data, il diretto coinvolgimento del professor Mario Melazzini, presidente di AISLA - Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, malato egli stesso di SLA e direttore scientifico del Centro Nemo, che coordina il Gruppo di Approfondimento Tecnico per l'attuazione del Piano d'Azione Regionale 2010-2020 per le persone con disabilità, finanziato per il 2011 con 400 milioni di euro, esclusa la spesa sanitaria.
Alla manifestazione indetta da LEDHA, presente il presidente Franco Bomprezzi, è intervenuto anche l'assessore regionale alla Famiglia, Giulio Boscagli che ha sottolineato di “condividere le preoccupazioni per i tagli delle risorse a livello nazionale - ha detto Boscagli - ma il nostro Piano d'Azione c'è, è stato elaborato anche grazie al contributo di idee delle associazioni dei disabili e, insieme a loro, vogliamo continuare a lavorare: le porte dell'assessorato e della Regione Lombardia sono da sempre aperte al dialogo e al confronto con chi intende collaborare con noi a fare in modo che chiunque abbia una disabilità possa continuare a partecipare alla vita comune”.
40 milioni in più per l’assistenza domiciliare. Sempre in tema di politiche sociali, nella seduta di ieri, la Giunta regionale ha approvato una delibera che riforma il sistema dell'assistenza domiciliare, stanziando su questo capitolo 40 milioni in più, che si aggiungono ai 90 già messi a disposizione delle Asl per il 2011. E dal 1° luglio, in cinque Asl della Lombardia (Milano città, Milano 1, Brescia, Varese e Lodi), parte la sperimentazione sulla nuova gestione dell’assistenza sociosanitaria integrata. Un équipe multidisciplinare che valuti in modo univoco i bisogni e indirizzi l'accesso ai servizi di assistenza, un nuovo ruolo di informazione e supporto per l'attivazione dell'assistenza domiciliare garantito dalle farmacie, formazione per il personale e l'ingresso a pieno titolo dell'Auser (associazione per l'Autogestione dei Servizi e della solidarietà) nel sistema di welfare. Dal 1 luglio, in cinque Asl della Lombardia (Milano città, Milano 1, Brescia, Varese e Lodi), sarà sperimentata una innovativa modalità di gestione dell'assistenza socio sanitaria integrata (con particolare riguardo alla domiciliarità), destinata a modificare profondamente una parte importante del welfare lombardo. Ciò è quanto prevede un provvedimento approvato dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore alla Famiglia Giulio Boscagli. "Per realizzare questa sperimentazione, che comprende diversi interventi che coinvolgono a vario titolo Comuni, Asl, farmacie e Auser - spiega il presidente Roberto Formigoni - vengono stanziati 40 milioni di risorse in più, che si aggiungono ai 90 milioni già messi a disposizione delle Asl per il 2011. La presenza di più soggetti che concorrono allo stesso scopo in una logica di rete ha lo scopo di rispondere meglio e con maggiore efficacia alle necessità di chi ha bisogno sfruttando appunto la capillarità della presenza dei vari soggetti sul territorio e favorendo una maggiore e migliore ottimizzazione delle risorse e delle prestazioni". "Nello specifico - aggiunge l'assessore Boscagli - questi 40 milioni, assegnati per la prima volta alle Asl sulla base della popolazione anziana e disabile residente, serviranno per aumentare la platea di persone assistite a domicilio nella nostra regione, con una particolare attenzione per i casi più complessi (Sla, Stati vegetativo o di minima coscienza) e per i minori. La scelta di incentrarsi su queste tipologie è legata ad un contesto attuale in cui i casi complessi non sono seguiti adeguatamente a domicilio. I nuovi fondi serviranno quindi sia per aumentare la quantità dell'assistenza: in orario anche serale o di sabato e domenica; sia per migliorare la qualità dell'assistenza: integrando nuove professionalità, ad esempio gli educatori per i bambini con disabilità". Attualmente Regione Lombardia assiste a domicilio circa 115.000 non autosufficienti (anziani e disabili) di cui 62.000 sono casi complessi. "Questa delibera - sottolinea Boscagli - è uno dei prima passi della realizzazione di quella riforma del welfare, lanciata quest'anno da Regione Lombardia, che riconosce un nuovo protagonismo della persona attraverso un finanziamento dei servizi spostato 'dall'offerta alla domanda', rendendo il cittadino consapevole e responsabile dell'effettivo valore dei servizi di cui usufruisce e restituendogli piena libertà di scelta".
Nuove equipe di Comuni e Asl. Il provvedimento prevede innanzitutto la creazione in ciascuna Asl di una equipe (composta da medici, infermieri, assistenti sociali, ecc) che unisca professionalità delle Asl e dei Comuni e che sia in grado di valutare in maniera univoca e uniforme i bisogni delle persone che si rivolgono ai servizi sociali, così da rispondere in maniera più efficace a tutte le necessità della persona e definire un Piano di Assistenza Individuale. Gli interventi sull'assistenza domiciliare delle persone fragili oggi sono effettuati da più soggetti (Asl e Comuni in particolare) che, talvolta, danno valutazioni differenti sui singoli casi, non sono raccordati fra loro e offrono servizi che possono anche sovrapporsi, a scapito dell'efficacia dell'assistenza stessa. In pratica l'obiettivo sarà quello di sperimentare un "punto di accesso unico" ai servizi di assistenza che sia dotato di criteri di valutazione univoci. "Con questo ulteriore passo verso la riforma del welfare - dice ancora Boscagli - vogliamo poter aiutare chi ne ha bisogno, consentendogli di rimanere nel proprio contesto abituale di vita, disponendo di una più chiara lettura delle sue esigenze bisogno, verificando le potenzialità e la situazione della sua rete familiare, del vicinato e dell'eventuale presenza di volontari disponibili ad offrire il proprio contributo in termini di assistenza". La sperimentazione di queste nuove modalità di gestione dell'assistenza domiciliare è improntata a dare risposte globali definendo gli strumenti che saranno utilizzati per offrire le risposte adeguate.
Farmacie. Nell'ambito di questa sperimentazione, alle farmacie sarà assegnato un ruolo innovativo: oltre a garantire un'informazione diffusa alle persone e alle famiglie sulle opportunità presenti sul territorio per permettere la permanenza a domicilio di chi necessita di assistenza, dovranno anche fornire un supporto nelle procedure di attivazione del servizio di assistenza domiciliare, dando piena attuazione a quanto previsto dall'accordo firmato da Regione Lombardia e FederFarma lo scorso 17 gennaio.
Formazione e Auser. Completano il quadro iniziative di formazione del personale che sarà coinvolto nelle diverse azioni, promosse da Regione Lombardia, in collaborazione con Eupolis e le Asl e la sperimentazione, da parte dei Comuni associati e con la regia delle Asl, del servizio di telefonia sociale dell'Auser con l'obiettivo di integrarlo a pieno titolo nel sistema di welfare. Il servizio di telefonia sociale svolto da Auser è rivolto alla popolazione più fragile, in particolare over 65, attraverso un numero verde (800 99 59 88) gratuito, attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l'anno, a cui sono connessi 19 punti di ascolto diffusi su tutta la Regione (a copertura dei 30 distretti telefonici). La rete Auser in Lombardia è strutturata su 14 comprensori e coinvolge 433 associazioni locali affiliate. Sono oltre 4000 gli operatori volontari coinvolti. Nel 2010 in Lombardia sono arrivate 155.777 telefonate.