I prezzi per esami, visite specialistiche e diagnostica variano, anche parecchio in alcuni casi, da Regione a Regione come sottolineato da una recente inchiesta di Altrocunsumo. Come valuta queste discrepanze?
Le differenze vanno innanzitutto valutate nel complesso perché non si può tenere conto solo delle variazioni di prezzo e trarne un giudizio sommario. E poi la modulazione di prezzi e tariffe rientra nelle competenze delle Regioni che agiscono rispettando in ogni caso le tariffe “massime” indicate dallo Stato.
Certo è che tra alcune regioni vi sono differenze enormi anche solo per un prelievo di sangue.
È vero, ma le faccio un esempio. Se una regione ha deciso di concentrare gli esami, facciamo caso, per delle esigenze geografiche mentre ha scelto di decentrare i prelievi, avrà chiaramente tariffe più elevate per questi ultimi ma risparmierà sugli esami di laboratorio, proprio in virtù della concentrazione in pochi centri. Questo per spiegare che ogni regione ha le sue specificità, i suoi problemi e le sue necessità e sceglie per questo le politiche sanitarie che reputa più consone.
Anche per i ticket vi sono alcune differenze. A cosa è dovuto?
La possibilità di mettere i ticket è inclusa nelle facoltà delle Regioni e quindi vi sono variazioni. Ma soprattutto per quelle sottoposte a Piano di rientro essi diventano una leva importante per recuperare risorse.
Tariffe diverse, ma che possono anche essere rimodulate.
Le posso dire che già alcune regioni ci hanno chiesto un aiuto in tal senso. Del resto con il tempo possono cambiare le esigenze o, per esempio, con le automazioni alcuni prezzi necessitano di essere rivisti. E questo viene fatto anche a livello nazionale.
Insomma non è strano che vi siano tutte queste variazioni?
Non credo e in ogni caso credo che per poter fare una comparazione il più possibile precisa si debbano fare delle analisi incrociate non tenendo conto solo di prezzi e tariffe ma delle specificità di ogni Regione.
L.F.