Cosa sta succedendo in Puglia? Il piano di rientro della Regione è in attesa di approvazione da parte del Governo. “Per due volte, a giugno e ottobre,– ha riferito a
Quotidiano Sanità l’assessore alla salute, Tommaso Fiore – è stato esaminato dai tre ministeri competenti ovvero Tesoro, Affari Regionali e Salute e, nonostante abbia avuto l’ok dei tecnici, per due volte è stato bloccato “per questioni minime”.
Nel frattempo la giunta regionale, nel rispetto del piano di rientro, ha approvato la delibera di “governo delle liste d’attesa” che rinvia al 2011 tutte le prenotazioni non urgenti e assegna priorità alle patologie oncologiche, cardiovascolari, materno infantile e geriatrica con tempi di attesa asciutti (15 massimo 60 giorni). Insomma, nel tentativo di governare la spesa sanitaria, e in attesa del via libera di Palazzo Chigi, la Puglia sta intanto ridisegnando l’agenda delle prenotazioni (quelle non prioritarie) che ripartiranno dal primo gennaio del prossimo anno.
Effetto immediato del piano di rientro è comunque il blocco del budget per le prestazioni extra-tetto alle strutture private accreditate. Ciò significa sovraffollamento (in Regione rifiutano il temine
caos) di prenotazioni nelle strutture pubbliche da parte dei pazienti che, come ha spiegato Fiore, “vengono dirottati dalle cliniche private” per le quali è scattato lo stop ai rimborsi per le prestazioni che superano il budget assegnato. Ma “da gennaio – ha rassicurato l’assessore – rifaremo gli accordi con le strutture accreditate”.
“La delibera approvata dalla giunta Vendola è un mostro giuridico”. Non usa mezzi termini il Luigi D’Ambrosio Lettieri, senatore e segretario della XII commissione Igiene e sanità in forza al Pdl. “Tagliare le liste d’attesa – ha aggiunto – non può significare tagliare fuori da cura e prevenzione le persone. Oltretutto, a farne le spese saranno i più deboli, i più indigenti e i più indifesi di fronte a tanta ingiustizia.
D’Ambrosio ha inoltre ricordato come “riprogrammare le prenotazioni fino a dicembre garantendo solo le urgenze – peraltro prioritarie per legge – significa negare un diritto costituzionalmente garantito, ma soprattutto fermare quella catena virtuosa che è la prevenzione. Un esame diagnostico fatto in tempo può salvare una vita”. E infine promette battaglia “Sarà nostro dovere e nostro pressante impegno denunciare questa situazione ormai insostenibile per i cittadini pugliesi, nelle sedi istituzionali competenti e nei modi che ci sono consentiti dalle prerogative parlamentari”.
Stefano Simoni